Francesco Semprini per la Stampa - Estratti
benjamin netanyahu
Un doppio deja vu esplosivo andato in scena tra Siria e Iraq, ultimo atto in ordine di tempo di una rappresentazione bellica animata da forze centrifughe sempre più insistenti. Nella zona residenziale di Mazzeh a Damasco è stato condotto un raid di matrice israeliana, che si somma a quelli attuati già in Libano e sempre in Siria, da dicembre a oggi. È di almeno dieci il numero dei morti sebbene fossero in corso sino a tarda notte le ricerche delle persone rimaste intrappolate sotto le macerie.
Tra le vittime ci sono almeno cinque membri di alto livello delle Guardie rivoluzionarie (Irgc), potente espressione militare nonché politico-dottrinale della Repubblica islamica. Sono il capo dell'intelligence in Siria dei Pasdaran, il suo vice e altri tre funzionari di rilievo. Immediata l'invettiva di Teheran: «Il criminale governo sionista ha aggredito ancora una volta la capitale siriana e gli aerei da combattimento del regime usurpatore hanno ucciso un certo numero di forze di Damasco e quattro consiglieri militari iraniani».
ali khamenei
L'Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce che «l'attacco missilistico israeliano ha preso di mira un edificio di quattro piani, distruggendo l'intero stabile dove si stavano riunendo i leader allineati all'Iran». Secondo la Ong, con sede in Gran Bretagna e ramificazioni capillari all'interno della Siria, il distretto preso di mira è noto per essere una zona di massima sicurezza in cui risiedono i leader delle Irgc e delle fazioni palestinesi filoiraniane. L'area di Mazzeh ospita fra gli altri anche la sede dell'Onu, diverse ambasciate, numerosi ristoranti e luoghi di ritrovo.
Il portavoce del ministero degli Esteri, Nasser Kanani, ha espresso severa condanna per gli attacchi e «si riserva il diritto di intraprendere ritorsioni contro tale «terrorismo organizzato» da parte di il regime sionista». «Il sangue di questi martiri non sarà sprecato», tuona Kanani, sottolineando che la ripetuta violazione da parte di Israele della sovranità e dell'integrità territoriale siriana dimostrano sono prova del suo atteggiamento provocatorio e della «disperazione» sul campo di battaglia nella lotta col movimento di resistenza a Gaza e in Cisgiordania.
ali khamenei
È invece partito da postazioni sciite irachene l'attacco condotto con circa dieci missili contro un complesso militare che ospita soldati americani e truppe della coalizione internazionale anti-Isis. filoiraniane, avevano chiesto lo sgombero delle forze Usa presenti nel Paese, perché non più necessarie oltre che non più benvenute.
netanyahu Vladimir Putin Ali Khamenei Ebrahim Raisi
(...)