1 - È NATA UNA STELLA
Luca Valdiserri per il “Corriere della Sera”
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Nel branco c' è un nuovo maschio alfa. Non è violenza, è solo la natura che si presenta con tutta la sua forza. La Francia (4-3) va avanti e l' Argentina va a casa. Kylian Mbappé passa ai quarti di finale e Leo Messi è fuori, come succede anche a Cristiano Ronaldo nell' altro ottavo di finale, contro l' Uruguay. I duellanti uniti dalla stessa delusione, come se il destino volesse dare ancora più peso alla partita in cui Mbappé ha mostrato al mondo quello che sa fare. «È nata una stella» o «La caduta degli dei»: a ognuno il suo film calcistico preferito.
L' Arena Kazan è dove avviene un passaggio di consegne.
Messi potrà battere ancora Mbappé con il Barcellona contro il Paris Saint Germain, ma mai più in un Mondiale.
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Quello della Pulce finisce qui, quello del Fulmine inizia adesso e chissà quanto durerà. C' è chi lo ha paragonato al Ronaldo brasiliano e chi ha trovato una statistica che dice tutto. È il secondo giocatore più giovane ad aver segnato due o più gol nella fase a eliminazione diretta di un Mondiale. Il primo si chiama Pelé, che a 17 anni segnò una tripletta alla Francia nella semifinale di Svezia 1958.
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Kylian di anni ne ha 19 anni e a quell' età il mondo non ti sta dietro. Può solo rincorrerti. L' Argentina ci ha provato, ma non ci è mai riuscita. Hanno misurato in 38 km/h la velocità di Mbappé nell' azione che ha portato al calcio di rigore dell' 1-0. Superiore a quella di Usain Bolt. Su una distanza minore, certo, ma con un pallone tra i piedi da controllare. Un giorno, chissà, potere degli sponsor, potrebbero inventare una sfida tra i due, visto che il giamaicano ama il soccer e sognava un posto al Manchester United.
Deschamps ha preparato la gara su Kylian e l' ha vinta con quella scelta. Sampaoli non ha trovato contromisure ed è rimasto prigioniero della superbia che gli farà dire a fine match: «Non mi dimetto».
Mbappé non è una scoperta, perché il Paris Saint Germain ha speso 180 milioni di euro per strapparlo quest' estate al Monaco. Ne è seguita una stagione buona ma non straordinaria: 13 gol e 8 assist in Ligue 1; 4 e 3 in Champions League. Ma parliamo di un classe 1998, con enormi margini di crescita. Ci sarebbe da chiedere a Unai Emery, semmai, come non abbia vinto la Champions con Mbappé, Neymar e Cavani, che ieri al Portogallo di gol ne ha segnati due. Eliminato negli ottavi dal Real di Cristiano Ronaldo. Quella sera Kylian sembrò ancora giovane, ieri ha camminato con la sicurezza dei grandi.
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Adesso lo aspettano altre prove e lui lo sa: «Ci sentivamo bene e volevamo fare qualcosa di importante. Voglio andare avanti il più possibile, continuando a lavorare giorno dopo giorno. Questo Mondiale per me è un sogno e voglio viverlo fino in fondo».
La forza di Kylian è sapere da dove viene. Ha salutato Messi a fine partita, perché il rispetto viene prima di tutto nelle banlieue. Ha fatto felici i ragazzini dell' associazione Premier de cordée, che si occupa di malati e handicappati, perché devolverà loro tutti i premi del suo Mondiale e il bonus per la vittoria è di 300 mila euro a giocatore. «Ma a me sembra giusto così: giocare per la Nazionale è già un premio per me».
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2 - IL PICCOLO OBAMA CHE IMITA ZIZOU E IN NAZIONALE GIOCA SOLTANTO PER BENEFICENZA
Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
La partita è appena finita, Kylian Mbappé è «l' uomo del match» e quindi si avvicina alla telecamera della rete Tf1 per parlare a milioni di francesi in delirio. L' intervistatore entusiasta senza più voce gli grida «una partita incredibile, parlaci delle tue emozioni!», nel caos arriva un esagitato Antoine Griezmann ancora rosso in volto che urla nel microfono «Vive la France! Vive la République!», come faceva De Gaulle.
Tutti impazziti, ma ce n' è uno che resta cool.
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Mbappé sorride e abbraccia Griezmann con l' aria di dire «son ragazzi» - proprio lui, che ha 19 anni -, e poi comincia a spiegare calmo: «Siamo contenti, ci siamo detti che potevamo fare delle belle cose insieme». Gli fanno notare che nella storia dei Mondiali è il secondo giocatore under 20 ad avere messo a segno una doppietta, e che l' altro era Pelè. Mbappé sorride di nuovo: «Sono lusingato, certo, comunque questo non mi impedirà di continuare a lavorare per arrivare fino in fondo».
Mbappé è impressionante dentro e fuori dal campo. Stupisce con i 38 chilometri all' ora raggiunti per ottenere il rigore poi trasformato da Griezmann, e con la sicurezza e la serenità inusuali in un 19enne. «Le petit Obama», lo ha chiamato una volta il collega Benjamin Mendy, e di tutti i soprannomi è quello che forse lo descrive meglio: Mbappé sa parlare, sa di avere carisma e lo usa. Gli emozionati sono sempre gli altri, non lui. Il 19enne Kylian Mbappé è una macchina programmata per vincere e per prendere il testimone dei vari Messi e Ronaldo, eppure trasmette empatia.
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Senza dare troppo nell' occhio, dall' inizio dell' anno ha concluso un accordo con la federazione francese - lo ha rivelato il Parisien - perché i compensi per le partite in Nazionale vadano in beneficenza: «Non ho bisogno di soldi per giocare con la maglia dei Bleus, è solo un grande onore». Ai Mondiali, Mbappé prenderà 150 mila euro già sicuri per la qualificazione ai quarti, che diventeranno 350 mila se dovesse trionfare alla finale del 15 luglio a Mosca. Andranno tutti a «Premier de cordée», un' associazione che aiuta con lo sport i bambini in ospedale o affetti da handicap.
Kylian Mbappé è nato a Parigi il 20 dicembre 1998. Il padre è Wilfrid Mbappé Lottin, originario del Camerun, ex calciatore diventato allenatore di giovani promesse, e la madre è Fayza Lamari, originaria dell' Algeria, anche lei atleta di alto livello, nella pallamano. Quando la nazionale del mito «black-blanc-beur» di Thuram, Deschamps e Zidane vinse i Mondiale del 1998, Mbappé era ancora nel ventre della mamma. E quando nel 2005 scoppiò la rivolta nella banlieue di Bondy, dove è cresciuto, aveva appena sette anni. Due anni dopo già si allenava a rispondere alle interviste che avrebbe rilasciato da campione - non ha mai avuto il minimo dubbio -, e cercava di radersi i capelli per assomigliare al suo idolo Zidane.
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Oltre a «Obama» lo chiamano «El Bebé», «Donatello» (come la tartaruga Ninja), «il principe di Bondy» e «Bip-Bip» (per la velocità). Selezionato al centro federale di Clairefontaine, ha segnato il suo primo gol da professionista due anni fa con la maglia del Monaco, poi ha rifiutato il Real Madrid e il Manchester City per scegliere il Paris Saint Germain. Il secondo trasferimento più costoso della storia del calcio (180 milioni di euro, dopo i 220 per Neymar) è andato in porto perché Mbappé voleva tornare a casa e «restituire un po' di quello che mi è stato dato. Voglio offrire i miei anni migliori al calcio francese». La Francia e il calcio mondiale hanno trovato una nuova, impeccabile, superstar.
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