Erica Dellapasqua per il Corriere della Sera - Roma
francesca bria
Assessora alle tecnologie e all' innovazione digitale di una delle città più «intelligenti» del mondo, Barcellona, già da anni in testa alle classifiche sulle «smart city» che ancora, invece, non includono Roma neanche tra gli ultimi posti, chiamata proprio dalla giovane sindaca Ada Colau, ex attivista anti-sfratti candidata (anche) di Podemos, che l' aveva notata a Londra, dove lavorava nell' Agenzia per l' innovazione del governo britannico e così, in un giorno, la vita ha fatto una giravolta: «Ada si è informata sui miei studi, sul mio lavoro, e poco dopo, un po' all' improvviso, è arrivata la proposta: vieni a lavorare con noi?». Valigie, saluti, nuovo decollo: da giugno dell' anno scorso il nuovo ufficio è a Barcelona.
ADA COLAU
Quando Francesca - Francesca Bria, romana di Monti che gli amici chiamano ancora «Franceschina» anche perché, a guardarla, sorriso e riccioli un po' selvaggi, quei 38 anni sembrano un po' immotivati - fa una pausa di sorpresa e dice «all' improvviso» sottintende anche che, là a Barcellona, «fortunatamente», non funziona «come in Italia: niente raccomandazioni, ho studiato e viaggiato molto, Imperial College e università di Birkbeck a Londra, da noi sembra una cosa strana ma all' estero davvero le scelte si fanno in base al curriculum».
Comunque, paradosso, adesso che è laggiù, completamente immersa nella missione di rendere sempre più intelligente il «suo Comune», anche Roma - la solita Cenerentola di queste classifiche apparentemente così inarrivabili - si è accorta di lei e, in qualche modo, come succede nelle storie che si chiudono con qualche rimorso, visto che se l' è lasciata sfuggire, ora la rivuole: Flavia Marzano, l' assessora alla Roma Semplice (originaria di Savona), ha già firmato con Barcellona - rappresentata appunto dalla nostra romanissima Francesca - un protocollo di intesa che apre la strada ad una collaborazione sempre più stretta, soprattutto su trasparenza e innovazione digitale.
FRANCESCA BRIA RAGGI
Allora, a febbraio, Francesca è riatterrata in città per incontrare la sindaca. Vederla lì, tra i drappi di velluto rosso del Campidoglio, per chi la ricorda coi calzoncini corti è stato emozionante: «Ai miei genitori e alle mie sorelle ha fatto effetto, è normale, per loro sarebbe bello riavermi a casa ma capiscono anche che, ormai, voglio continuare il mio percorso a Barcellona». «Cosa fai qua, torna in Italia che c' è bisogno!», glielo ripetono spesso gli altri cervelli in fuga, anche l' ultima volta, all' incontro col presidente del Senato Pietro Grasso.
FRANCESCA BRIA2
Almeno, adesso, Roma si «riprende» un po' della sua Francesca. Ci sono punti in comune, tra l' esperienza della candidata alternativa ai partiti tradizionali Ada Colau e quella della sindaca Raggi. Tra gli altri, all' orizzonte, l' utilizzo della tecnologia per implementare una democrazia davvero partecipata che però, avvisa Francesca, non è fatta solo di clic o like, ma di coinvolgimento, confronto, insomma dibattiti «veri» e non solo virtuali: «Incontrando la Raggi ho avuto l' impressione di una donna con tantissimi temi sul piatto, mi pare stiano ingranando e che ci sia più tranquillità nella squadra».