Giampiero Rossi per il “Corriere della Sera”
paolo finzi
La sera del 12 dicembre 1969 anche lui fu portato in questura, insieme a Giuseppe Pinelli e agli altri anarchici militanti dei circoli Ponte della Ghisolfa e Scaldasole. Paolo Finzi era il più giovane: studente di terza liceo classico, diciottenne da un mese e febbricitante. Anche per questo fu rilasciato dagli uffici in cui Pinelli morì tre giorni dopo.
Paolo Finzi è morto lunedì pomeriggio, travolto da un treno poco lontano dalla stazione di Forlì. Il macchinista ha raccontato di aver visto un uomo lanciarsi verso i binari. Aveva 68 anni, quasi tutti vissuti nel segno dell' anarchia, soffriva di crisi depressive e agli amici aveva sempre detto: deciderò io come andarmene.
pinelli
«Maestro di anarchia e di etica, di dialogo e confronto. Uomo brillante, intelligente, sensibile e gentile - è il ricordo dei colleghi di A-Rivista anarchica, da lui fondata nel 1971 e mai abbandonata -. Ci ha insegnato il dubbio e la riflessione, l' ascolto e il rispetto profondo e sincero. Continueremo a navigare in direzione ostinata e contraria, portando avanti un progetto che era la sua casa e la sua vita, nel solco del suo impegno e dei suoi ideali di libertà e giustizia».
de andrè
E un ricordo arriva anche dal direttivo del Club Tenco («Figura rara di intellettuale appassionato, di inossidabile coerenza e di rara umanità»), perché Finzi era stato a lungo amico di Fabrizio De André e vicino a quel mondo di artisti. Al cantautore genovese ha dedicato moltissime iniziative di studio e racconto, così come alla stagione terribile delle stragi di Stato, inaugurata proprio quel 12 dicembre 1969.
«Autorevole nel mondo anarchico ma mai supponente, sempre aperto al dialogo e convintamente non violento - lo ricorda Claudia Pinelli - proveniva da una famiglia ebrea e aveva sempre mantenuto vivo l' interesse verso la religione».
paolo finzi
In collaborazione con l' Anpi aveva condotto ricerche storiche sul ruolo degli anarchici nella Resistenza, ma al tempo stesso, in perfetta sintonia con l' amico De Andrè, si era impegnato per anni alla condizioni di rom e sinti, andando di persona nei campi della periferia milanese. Un impegno sfociato nella produzione di un documentario: «A forza di essere vento. Lo sterminio nazista degli zingari». Intanto ha continuato a reggere, tra mille difficoltà, le sorti della Rivista anarchica. Fino al momento in cui ha deciso altro per sé.
paolo finzi