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    LA VERSIONE DI MUGHINI - "CAPISCO CHE VIVIAMO IN UNA SOCIETÀ IN CUI BISOGNA LAVORARE DI GOMITI E DI CALCI NEGLI STINCHI PUR DI FARSI NOTARE, SOLO CHE QUELLO DI METTERMI IN UNA MAILING LIST AUTOPROMOZIONALE NON È IL MODO MIGLIORE PER FARLO – BENINTESO SE QUALCUNO MI SCRIVE UNA MAIL A CHIEDERMI DI UN LIBRO O DI UNA INFORMAZIONE CULTURALE DI CUI HA BISOGNO, RISPONDO ALLA VELOCITÀ DEL SUONO. AD ESEMPIO…"


     
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    Giampiero Mughini per Dagospia

     

    Caro Dago, pur essendo un cittadino minore del web e un totale senza patria quanto all’universo dei social subisco quotidianamente un bombardamento da parte del Grande Partito Narcisista non talmente inferiore a quello che subì Londra da parte dei nazi nell’estate 1940.

     

    Una pioggia di vaccate autopropagandiste, di promozioni smodate di ogni particella del proprio fare televisivo, di foto di paesaggi attraversati dai nostri eroi e di cui loro vogliono resti traccia nella storia dell’umanità. Uno di loro mi ha mandato di recente una sua foto da piccolo, e ovviamente sono troppo gentiluomo per dirne il nome. Un altro mi ha mandato la sua foto in estasi mentre stava attingendo a una preziosa bottiglia di champagne. Un’altra ancora una sua lista accuratissima e palpitante di tutto ciò che farà di ragguardevole nelle prossime settimane.

     

    mailing list mailing list

    Gente che non conosco mi manda foto della sua vita quotidiana e come se me ne potesse fregare un beatissimo. Badate bene, non si tratta di gente con cui ho un’amicizia serrata, che so Mattia Feltri o Aldo Cazzullo, e di cui mi importerebbe sapere anche se andassero a respirare da qualche parte. No, gente che non conosco, con cui non sono mai stato a cena o in una libreria antiquaria, mi sommerge di particolari della loro insipida biografia.

     

    Badate bene, non si tratta di gente che magari una volta mi invia un “crepi il lupo” in occasione dell’uscita di un mio libro e che io ripagherei volentieri con la mia attenzione a qualcosa della loro vita che rivesta un interesse oggettivo.

     

    Certo che lo farei, sarebbe un elementare scambio umano. No no no. Si tratta di gente che mai una volta mi ha indirizzato un saluto o un eventuale apprezzamento o una gentilezza qualsiasi. Il fatto nudo e crudo è che io sono in una loro mailing list e dunque un destinatario del loro marketing autopromozionale. Tutto qui. Una questione di marketing, una parola che manca niente a farmi vomitare.

     

    giampiero mughini giampiero mughini

    Ecco io capisco che viviamo in una società in cui bisogna lavorare di gomiti e di calci negli stinchi pur di farsi notare, solo che quello di mettermi in una mailing list non è il modo migliore di farsi notare. E difatti tutti i messaggi di cui vi sto parlando ci metto un centesimo di secondo a cancellarli. Me ne resta solo un tantino di irritazione. Per il resto invece sto molto attento. Leggo, mi informo, guardo. Non ho mai visto in vita mia Alessandro Ferrucci. Dopo avere letto un paio di quelle formidabili interviste che va facendo sul “Fatto”, gli ho mandato una mail di congratulazioni.

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    Quasi non conoscevo Fabrizio Roncone (uno che non mi ha mai mandato autopromozioni di sé) quando gli ho scritto la prima volta di un suo articolo in punta di penna che mi era piaciuto molto. Beninteso se qualcuno mi scrive una mail a chiedermi di un libro o di una informazione culturale di cui ha bisogno, rispondo alla velocità del suono. Purché siano dei rapporti, purché siano delle persone che ti trovi di fronte, purché siano degli interlocutori reali e sia specifico il motivo del confronto, della reciproca informazione. Altro che le mailing list a far promozione di sé stessi.

     

     

    GIAMPIERO MUGHINI

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