Maria Egizia Fiaschetti per il Corriere della Sera
FRANCESCHINI
Tornano al loro posto, dopo la bocciatura del Tar del Lazio, i cinque direttori dei super-musei (Gallerie Estensi di Modena, Palazzo Ducale di Mantova, Museo archeologico nazionale di Taranto, Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, Museo archeologico nazionale di Napoli) che il 25 maggio si sono visti annullare le nomine.
A decidere il reintegro, fino all' udienza del prossimo 26 ottobre, è stato il Consiglio di Stato. I giudici amministrativi hanno stabilito che, in attesa della sentenza, potessero riprendere a lavorare «considerata la mancanza di pregiudizio nei confronti dei ricorrenti vittoriosi in primo grado, titolari di incarichi che continuano a svolgere durante il corso del processo».
I magistrati di via Flaminia hanno contestato l' apertura del bando ministeriale ai candidati stranieri che, in base al decreto legge 165 del 2001, non avrebbero potuto partecipare alla selezione.
tar tribunale amministrativo regionale del lazio
Ma a destare perplessità sono stati anche i colloqui «a porte chiuse», alcuni via Skype, ritenuti incompatibili con i criteri della «trasparenza» e della «parità di trattamento». Da qui il braccio di ferro, a colpi di carte bollate, tra il Tar del Lazio e il ministero dei Beni culturali. Si è limitato a un tweet lapidario, il responsabile del Collegio Romano Dario Franceschini, che ieri ha commentato così la moratoria: «Da domani (oggi, ndr ) i direttori dei musei tornano al lavoro. A ottobre decisione definitiva».
Più loquaci i «bocciati» che, adesso, sperano di poter rimanere in sella. Per loro la sentenza suona come una boccata d' ossigeno, quantomeno per portare a termine i progetti avviati che rischiavano la paralisi. «Sono immensamente felice di tornare al lavoro - le parole di Paolo Giulierini, direttore del Museo archeologico di Napoli - e di essere al servizio del Mibact, del Mann e della città».
Entusiasta anche Eva degli Innocenti, rientrata in Italia dall' estero per riorganizzare il Museo archeologico di Taranto: «Se ho accettato la sfida di mollare il posto fisso - rivela - è per la voglia di mettere al servizio del mio Paese le competenze maturate all' estero.
UFFIZI 3
Dopo tanto slancio, la cosa che mi ha più amareggiato è dover rinunciare al sogno di veder rinascere il territorio». Dopo otto anni tra la Bretagna e Parigi, quando arriva il momento di prendere la cittadinanza francese, l' archeologa è titubante: «Malgrado la sfiducia mi avesse spinto ad andarmene, ho voluto credere alla scommessa di poter gestire i musei italiani secondo standard internazionali». E sotto la sua guida, in un anno e mezzo, il MarTa ha raddoppiato il numero dei visitatori e incrementato gli incassi del 60 per cento. Da dove è iniziata la sua rivoluzione?
«Dal programma, non più solo per l' élite degli addetti ai lavori, ma in grado di parlare a tutti». Con due milioni e mezzo di fondi europei è partito anche il percorso di digitalizzazione multisensoriale, fruibile dai cosiddetti «pubblici speciali».
Prudente, forse per scaramanzia visti i numerosi colpi di scena, il direttore del Palazzo Ducale di Mantova, Peter Assmann: «Bisogna aspettare la circolare ministeriale, ma già domani (oggi, ndr ) credo di poter tornare al mio posto».
UFFIZI
Solidale con i colleghi il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt: «Sono tutti bravissime persone e sono molto felice che possano riprendere con il loro lavoro e portare avanti i progetti purtroppo sospesi dopo il provvedimento del Tar».