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Dopo quattro anni e mezzo trascorsi nella Roma, in estate Radja Nainggolan ha scelto l’Inter per ripartire. Una nuova esperienza che ha raccontato in un’intervista esclusiva a Undici, nel numero 25 in edicola a partire da martedì 18 dicembre.
«Mi hanno accolto bene sia i compagni che la società, contando che per me non è facile cambiare piazza», ha detto il belga dell’Inter. «Sono sempre rimasto affezionato ai posti dove sono stato, Cagliari e Roma, ho dato e ricevuto molto. Sono contento di essere qui, c’è un allenatore che mi ha fortemente voluto e con cui sono in ottimi rapporti».
Nainggolan torna anche sull’addio alla Roma: «Da quando ho saputo che volevano vendermi, ho chiuso i rapporti. Ho passato un periodo in cui ero davvero amareggiato per come era finita la mia avventura a Roma. Ora però sono sereno. Il mio modo di giocare mi porta a essere rispettato e benvoluto, perché do sempre il massimo in campo».
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Spesso del belga si mettono in evidenza i suoi atteggiamenti extra-campo, e questo è il suo punto di vista: «Fuori dal campo è un’altra storia, bisogna pure godersi la vita, se non lo faccio ora che sono giovane, quando? Ci sono giocatori che fino alla 5 del mattino restano svegli per l’adrenalina post gara, altri che dopo la gara magari preferiscono andare a cena con amici e stare in compagnia. Io non vedo una grossa differenza tra le due cose. Se facessi campo-casa, casa-campo, dopo poco la testa non mi funzionerebbe, mi esaurirei. Ho bisogno di uscire per rilassarmi mentalmente».
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In campo, invece, Nainggolan – sottolinea – è tutt’altro che un giocatore scorretto: «Durante i 90 minuti di partita bisogna essere intelligenti, al massimo vado a fare un po’ di casino, qualche testa a testa, nulla di più. Se tu vai a vedere alla moviola tutti i miei contrasti, tutte le scivolate che ho fatto, io non cerco mai di entrare sull’uomo, al massimo tento di proteggermi. Così è successo anche nello scontro con Biglia durante il derby». E indica un giocatore che pensa gli assomigli molto: «In Italia mi piace molto Barella del Cagliari, cattivo e pulito, incazzoso e con la mentalità vincente, rivedo in lui me da piccolo».
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Sul dopo carriera: «Finita la carriera di calciatore sicuramente non farò niente che abbia a che fare col mondo del pallone, né l’allenatore né il commentatore sportivo. Specialmente quest’ultimo, per me che ho un cuore grande, sarebbe impossibile da fare. Sono uno troppo sincero, che dice immediatamente quello che pensa, senza censure, mi farei immediatamente dei nemici e mi caccerebbero subito».
Sul modo di relazionarsi con l’esterno: «Ci ragiono un po’ di più, sono meno impulsivo. Ti faccio un esempio: quando vado a farmi un aperitivo, poi arriva quello che si fa una foto e la pubblica per sfottermi. Ma se va oltre, se esagera e mi manca di rispetto allora mi incazzo e rispondo. Per questo sto meno sui social, per non arrabbiarmi».
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