Carlo Bertini per "la Stampa"
zingaretti salvini
La svolta che potrebbe cambiare di nuovo la politica italiana, una riforma di sistema in grado di ripristinare il bipolarismo tra centrodestra e centrosinistra, viene annunciata dal leader Pd ai quadri locali del suo partito.
Per marcare l' importanza di stringere intese a tutto campo, come quella che porterà i grillini nella sua giunta del Lazio, Nicola Zingaretti informa la direzione regionale dem sugli sviluppi riservati di una trattativa tenuta finora celata. «Nel centrodestra sta venendo meno la disponibilità a fare la riforma elettorale e probabilmente stiamo andando verso un diverso sistema maggioritario». Basta questo a far drizzare le antenne ai presenti.
CECILIA D'ELIA NICOLA ZINGARETTI ANDREA ORLANDO
Trattativa diretta con Salvini Il segretario ne ha parlato - assicurano i ben informati - con Matteo Salvini, il quale ha tutto l' interesse ad una legge che blindi le coalizioni evitando il fuggi fuggi da Forza Italia. «Ed ora che sta al governo mette il veto sulla riforma proporzionale ideata nell' era Conte». Ecco perché gli sherpa di sinistra e destra stanno già pensando a come uscirne.
Un premio del 55% dei seggi A sentire le voci di Palazzo, si profila una nuova legge che eliminerebbe le sfide nei collegi previste dall' attuale Rosatellum (un terzo maggioritario e due terzi proporzionale), introducendo però un correttivo decisivo: un premio del 55% dei seggi a chi arriva primo.
ZINGARETTI BARBARA D URSO
Il che porta ad una concentrazione quasi obbligata dei partiti in coalizioni, per strappare un voto in più ai concorrenti. Ma evita anche il rischio - paventato dalla sinistra - che il centrodestra unito possa vincere più facilmente le sfide nei collegi contro una coalizione poco consolidata come quella tra Pd-M5S e Leu. «Togliendo i collegi e avendo il premio fisso, si ha un vincitore ma non un super vincitore», è l' argomento dei tecnici dem a favore della svolta.
"Il Pd schiacciato su M5s" Ecco perché il segretario si affanna a gettare acqua sul fuoco delle polemiche: sollevate da chi (come Luca Lotti e Andrea Marcucci) chiede un nuovo leader e una linea non appiattita sui 5stelle. Ma l' incendio divampa lo stesso nel suo partito. La vera paura degli avversari interni di Zingaretti, di destra e di sinistra, è riassumibile così: se ricrescono i 5 Stelle grazie a Conte, il Pd rischia un tracollo peggiore del 2018. Tanto più se Salvini vincerà la sfida mediatica e politica nel governo Draghi, «vendendo» meglio la sua merce ad imprese e cittadini. E quindi la «colpa» è di chi regge il manico del partito, ovvero Nicola Zingaretti.
lorenzo guerini
Ieri deputati e senatori, graduati e peones di Base Riformista, la corrente di Guerini, hanno dato fuoco alle polveri, in un' assemblea infuocata. Ma tutto questo terremoto, si consuma in una scossa sola: la richiesta di convocare un congresso «vero» appena sarà possibile, ovvero in autunno, dopo le comunali, con primarie da celebrare a urne chiuse. Un congresso che vedrà Zingaretti in una posizione assai scomoda, se le elezioni per i sindaci a Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli non andranno come si vorrebbe. E se i sondaggi del Pd continueranno a ricalcare il primo di Swg dell' era "Conte leader M5S", che vede i Dem al 14% e M5s al 22%.
Se Zingaretti non convocherà congresso e primarie all' assemblea del 13 marzo, gli ex renziani usciranno dalla segreteria unitaria del partito. Ma se prendesse corpo una nuova legge maggioritaria, le dinamiche nei partiti e negli schieramenti potrebbero mutare.
ZINGARETTI renzi marcucci marcucci zingaretti
Tanto per dire, Renzi avrebbe difficoltà ad allearsi da una parte e dall' altra, Calenda ha già fiutato l' aria e si pone come alleato spendibile...
guerini ZINGARETTI RENZI