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    NON E’ UN PAESE PER GIOVANI: SI TRATTI DI NEO LAUREATI O DI CALCIATORI - TROPPA PAURA DI RISCHIARE. I CLUB LANCIANO GIOVANI SOLO SE NON HANNO OBBLIGO DEL "DOVER" VINCERE, PER ESEMPIO, LO SCUDETTO - BERGOMI HA VINTO UN MONDIALE (DA TITOLARE) A 19 ANNI. IL PIÙ GIOVANE DEGLI ODIERNI CAMPIONI D'EUROPA HA 21 ANNI E STAVA IN TRIBUNA: RASPADORI - DYBALA CHE A 28 ANNI VIEN, ANCORA, DEFINITO TALENTO FA RIDERE SE PENSIAMO CHE PAOLO MALDINI A 16 ANNI ESORDIVA IN SERIE A...


     
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    Riccardo Signori per "il Giornale"

     

    BERGOMI BERGOMI

    In Italia diciamo iuventus e pensiamo Juventus. E son improperi, se non insulti, nella metà dei casi. E mai pensiamo che iuventus vuol dire gioventù pure nel calcio. Ma non quella eterna di Dybala che a 28 anni vien, ancora, definito talento. No, in ogni parte del mondo si dice talento quando un ragazzo ha 17-18 anni, magari 16 (citazione per Rivera). Dopo resta il talento, ma non si è più un talento. E qui casca Italia nostra, anche nel senso della nazionale. Preferiamo gli "over" 21. Un ragazzino non può giocare con i grandi: nel senso dell'età.

     

    bergomi bergomi

    O peggio: non abbiamo più campioni ai quali affiancare i giovani. Bergomi ha vinto un mondiale a 19 anni. Il più giovane degli odierni campioni d'Europa ha 21 anni (Raspadori che stava in tribuna). Fino ad inizio anni 90 un novellino riusciva ad acclimatarsi in grandi squadre all'ombra di giocatori di valore: imparava. Oggi c'è rimasto il 40enne Ibrahimovic. Sono scomparsi campioni maestri e campioni salvagente. Il problema è noto: all'estero lanciano ragazzi a 16-17 anni e provano a farli volare. Qualcuno cade, altri non affogano, qualcuno prende il volo. Le società vincono e perdono: stanno al gioco.

    maldini maldini

     

    In Italia i club lanciano giovani solo se non hanno obbligo del "dover" vincere, per esempio, lo scudetto. I grandi club non si fidano: se un ragazzo combina qualche danno, va subito in panca. Si resta giovani anche a 22-23-24 anni, quando invece si dovrebbe già essere alla maturità: così va lo sport. In Italia conta vincere, alla faccia dei filosofi a tempo perso.

     

    dybala dybala

    Non c'è fiducia, ma non dovremmo averla nemmeno in chi addestra ragazzi se parliamo solo di talento senza vedere i talenti. Stipendi a parte, e non è poco, la realtà giovanile nostrana non cambia: si tratti di neo laureati o di calciatori. Per far successo un neo laureato deve andare all'estero e così sboccia nella sua bravura con tanto di dito puntato contro un Paese che non aiuta. Il calciatore giovane, invece, rischia di affogare nella mediocrità. E all'estero non lo prendono quasi mai: sono già ben forniti.

    bergomi caressa bergomi caressa

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