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    NON IL SOLITO TRANS TRANS – BUFERA IN GRAN BRETAGNA SULLA GIORNALISTA DEL "GUARDIAN" SUZANNE MOORE CHE HA SPOSATO LE TEORIE DEL GENETISTISTA KEVIN J. MITCHELL, SECONDO LE QUALI LE DIFFERENZE FRA I SESSI SONO “INNATE E FONDATE BIOLOGICAMENTE”: “FEMMINA È UNA CLASSIFICAZIONE BIOLOGICA CHE SI APPLICA A TUTTE LE SPECIE VIVENTI. SE PRODUCI GRANDI GAMETI IMMOBILI, SEI UNA FEMMINA” – LA FRASE HA SCATENATO LA RIVOLTA DELLA COMUNITÀ LGBT E DEI COLLEGHI DEL GIORNALE CHE NE HANNO CHIESTO…


     
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    Francesco Borgonovo per “la Verità”

     

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    Tutto è iniziato a causa di Selina Todd, segaligna professoressa di Storia della Oxford University. Alla fine di febbraio, era stata invitata a tenere un breve discorso all' Exeter College per celebrare i 50 anni della National Women' s Liberation Conference, importante evento del femminismo britannico. Appena 24 ore prima che prendesse la parola, la professoressa Todd è stata informata dagli organizzatori che il suo intervento era cancellato.

     

    Motivo? La Todd ha partecipato a un incontro dell' associazione femminista Woman' s Place Uk, che è sgradita agli attivisti Lgbt. In particolare, non piace ai movimenti transgender, poiché sostiene che non basta «sentirsi» donna per diventarlo. Dunque la studiosa sospetta di essere «trans escludente» ha perso il diritto di parola in un college prestigioso.

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    E questo è solo l' antefatto, per altro si tratta soltanto dell' ultimo di una lunga serie di analoghi casi di censura andati in scena in Gran Bretagna negli ultimi anni.

    All' inizio di marzo, sul Guardian (quotidiano notoriamente progressista), in difesa della Todd è intervenuta una celebre giornalista inglese, Suzanne Moore. Anche lei è una femminista storica, è molto di sinistra, e per molti versi si potrebbe definirla una fricchettona. Il suo articolo era estremamente rispettoso della popolazione Lgbt, ma conteneva alcune affermazioni piuttosto chiare: «Il sesso non è un sentimento», ha scritto la Moore.

    lgbt cubani in piazza lgbt cubani in piazza

     

    «Femmina è una classificazione biologica che si applica a tutte le specie viventi. Se produci grandi gameti immobili, sei una femmina. Anche se sei una rana. Non è complicato, né esiste uno spettro, anche se ci sono un piccolo numero di persone intersessuali che dovrebbero assolutamente essere supportate». Poi la columnist ha aggiunto: «O proteggi i diritti delle donne in base al sesso o non li proteggi affatto».

    Molto semplice, e pure estremamente logico da un punto di vista femminista.

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    Ovviamente, le associazioni trans non hanno affatto gradito. Ma questo è il meno. A rivoltarsi contro la Moore chiedendo la sua cacciata dal Guardian sono stati 338 suoi colleghi: redattori, editorialisti, collaboratori e impiegati del giornale.

    In una lettera al direttore hanno di fatto chiesto la testa di Suzanne Moore e, soprattutto, la messa al bando di opinioni simili alla sua. «La pubblicazione di contenuti transfobici», hanno scritto, «ha interferito con il nostro lavoro e ha rafforzato la nostra reputazione di pubblicazione ostile ai diritti e ai dipendenti trans.

     

    partecipanti di una manifestazione lgbt a tokyo partecipanti di una manifestazione lgbt a tokyo

    Sosteniamo fortemente l' uguaglianza trans e vogliamo vedere il Guardian all' altezza dei suoi valori e fare lo stesso».

    Se ci pensate bene, la faccenda è piuttosto inquietante.

    Una studiosa universitaria viene censurata, una giornalista interviene per difenderla e i suoi colleghi chiedono che sia messa a tacere. In buona sostanza, ci sono due donne vittime di insulti e sottoposte alla mordacchia, ma le «vittime» sarebbero i transgender. Mica male come sovversione della realtà. C' è un particolare non secondario da aggiungere.

     

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    Non è la prima volta che Suzanne Moore osa opporsi alla retorica Lgbt. «Conosco per esperienza personale le conseguenze di essere considerata transfobica da un comitato invisibile sui social media», ha raccontato. «Ha significato minacce di morte e stupro per me e i miei figli e il coinvolgimento della polizia».

     

    Di solito, almeno in Occidente, quando un giornalista viene minacciato e dev' essere protetto dalla polizia, i colleghi corrono a esprimergli solidarietà. Nel caso della Moore, invece, hanno fatto l' esatto contrario. Il celebre intellettuale conservatore Douglas Murray, sullo Spectator, ha scritto che i dipendenti del Guardian si sono comportati come la Stasi, e non ha tutti i torti.

     

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    Qui, però, non si tratta soltanto di una questione di libertà d' espressione. Il diritto a rendere pubblico il proprio pensiero, dalle nostre parti, esiste anche quando quel pensiero è sbagliato, perfino quando è inaccettabile per i più. La differenza tra maschio e femmina che gli attivisti trans vogliono negare, tuttavia, non è semplicemente un pensiero. È una realtà.

     

    movimento lgbt movimento lgbt

    Come ha scritto alcuni anni fa l' accademico Steven E. Rhoads (in Uguali mai, Lindau), nel dibattito sui rapporti tra i sessi sono coinvolti due gruppi di attivisti (femministe comprese): «Uno è quello di chi fa ricerca scientifica e con riluttanza è arrivato a credere che le differenze tra i sessi siano significative e basate in misura notevole sulla biologia. L' altro per lo più critica queste ricerche ed è poco o per nulla interessato a veder condurre tali tipi di studi. La visione del mondo di quest' ultimo gruppo crollerebbe se le ricerche in questione venissero universalmente accettate».

     

    kevin j. mitchell kevin j. mitchell

    Ecco, per far crollare la «visione del mondo» dei militanti trans basta dare uno sguardo al denso tomo firmato da Kevin J. Mitchell intitolato Buon sangue non mente. Perché le caratteristiche della nostra personalità sono più innate di quanto pensiamo, appena pubblicato in Italia da Aboca.

     

    Mitchell è professore associato di Genetica e Neuroscienze al prestigioso Trinity College di Dublino, e di certo non è un tifoso della discriminazione.

    Egli dimostra, semplicemente riepilogando tutto ciò che gli scienziati attualmente sanno sulla materia, «l' esistenza di differenze innate e fondate biologicamente tra i sessi, differenze riguardanti la struttura e il funzionamento del cervello, dal livello macrostrutturale rilevabile tramite Mri fino al livello biochimico dell' espressione genica. Gli esseri umani sono dunque come tutti gli altri mammiferi: i cervelli maschili e femminili sono - letteralmente - fatti in modo diverso».

     

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    Gli studiosi che ne parlano non hanno vita facile: «Negli ultimi anni, i sostenitori dell' esistenza di differenze biologiche tra maschi e femmine a livello cerebrale e comportamentale sono stati tacciati di "neurosessismo"», dice Mitchell. Il ricercatore certo non nega che la cultura giochi un ruolo.

     

    gladiatrici del mardi gras lgbt gladiatrici del mardi gras lgbt

    Ma chiarisce: «È vero che l' uso delle differenze biologiche per giustificare il sessismo è sbagliato e pericoloso, ma anche ignorare o negare l' esistenza di tali differenze può essere dannoso. Questo è particolarmente evidente nel caso delle differenze tra maschi e femmine nella frequenza dei disturbi neuropsichiatrici. [...] Comprendere le basi generali delle differenze cerebrali e comportamentali tra i sessi può essere decisivo per spiegarlo».

    alla parata lgbt di sydney alla parata lgbt di sydney

     

    Sapete qual è il paradosso?

    Che oggi, quando si parla di differenze tra i sessi, il «medievale» è chi cita evidenze scientifiche, non chi le nega per ideologia.

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