Simona Lorenzetti per https://torino.corriere.it
marchionne manuela battezzato
«Ho parlato con Sergio poco prima che venisse operato ed era tranquillo. Aveva persino fissato una riunione che avrebbe dovuto tenersi in questi giorni. Poi ci siamo dati appuntamento per le vacanze, c’era un progetto per riunire tutta la famiglia». Pier Luigi Battezzato è un uomo riservato. Chiuso nella sua villetta di Alpignano attende che la figlia Manuela, la compagna di Sergio Marchionne, torni a casa. Non nasconde la sofferenza: gli occhi lucidi lasciano intravedere il dolore.
«Mi spiace non essere lì con lei, anche se ci sentiamo tutti i giorni. Quello di Sergio doveva essere un intervento semplice. E invece è accaduto il peggio. Non lo so, a volte penso che se non fossero andati in Svizzera forse sarebbe stato diverso… se si fosse fatto operare alle Molinette, qui in Italia…».
marchionne manuela battezzato
Adesso a Pier Luigi non resta che attendere che Manuela faccia ritorno nella casa in cui è cresciuta. Una villa bianca su due piani, il porticato con il tavolo e un giardino ben curato. Una piccola oasi di tranquillità, dove lei e Sergio hanno trascorso ore liete come la più classica delle famiglie. «Le ho aperto la porta perché ho visto che non c’erano tv e fotografi. Non vogliamo pubblicità di nessun genere», spiega il signor Battezzato mentre la moglie resta in disparte sul balcone al primo piano.
SERGIO MARCHIONNE
Chi era Sergio Marchionne? «Ci si potrebbe scrivere un libro. Non si può ridurre tutto in poche parole. Ha fatto cose straordinarie, ma era una persona semplice. In lui non c’era nulla di mondano. La sua vita era tutta lavoro e famiglia». Ha parlato con sua figlia Manuela? «Mi ha chiamato questa mattina e mi ha detto “Sergio non c’è più”. Mi ha detto che non lo sapeva ancora nessuno, ma dieci minuti dopo la notizia era su tutti i siti on line. A volte bisognerebbe saper fermarsi». In questi giorni l’attenzione mediatica è stata altissima, come avete vissuto questo continuo rincorrersi di voci?
SERGIO MARCHIONNE
«Fca è stata costretta ad annunciare il cambio al vertice: le regole in Borsa a volte non tengono conto degli affetti. A quel punto non si poteva più far finta di niente. Sergio e Manuela avevano scelto di andare a Zurigo perché lì avrebbero avuto maggiore privacy. Ma la privacy che desideravano non c’è stata». Temevate che la situazione precipitasse così in fretta? «Doveva essere un intervento semplice… Non lo so, forse sarebbe stato meglio se fosse andato alle Molinette… Forse non era nella condizione di affrontare un’operazione. Non saprei, lui è arrivato in clinica fisicamente provato».
SERGIO MARCHIONNE
I problemi di salute c’erano da tempo… «Un anno fa aveva smesso di fumare, sembrava che le sue condizioni di salute stessero migliorando. Lui non si è mai fermato. Era chiaro a tutti che non stesse bene. Il suo fisico si era asciugato e lui era affaticato e respirava con molta fatica. Eppure era sempre in movimento, in viaggio da una parte all’altra del mondo. Ha sempre lavorato e non si è mai tirato indietro di fronte ai suoi impegni». E adesso? «Adesso c’è poco da dire. Si faranno i funerali e presto Manuela tornerà a casa in cerca di pace».
SERGIO MARCHIONNE
Da sei anni Manuela e Sergio erano inseparabili. Un grande amore, il loro. Vissuto lontano dalle luci della ribalta. Manuela è rimasta fino all’ultimo al suo fianco… «Non si è mai mossa dalla clinica. Si amavano». Con lei, in Svizzera, ci sono anche i figli del manager: Alessio Giacomo, 29 anni, e Jonathan Tyler, 23 anni… «Di questo preferisco non parlare. Manuela ha scelto di vivere nell’ombra, sempre un passo indietro. Deve essere lei, se vorrà, a raccontarvi di Sergio e della loro storia d’amore».
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