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    “NON SONO UN BRAVO REGISTA, SEMMAI UNA SPECIE DI TRAFFICHINO DEL CINEMA” - PAROLA DI WOODY ALLEN NELL’ULTIMO LIBRO SCRITTO DAL SUO BIOGRAFO UFFICIALE - ERIC LAX RACCONTA ANEDDOTI, BATTUTE E TRUCCHI DEL MESTIERE RACCOLTI SUL SET DI “IRRATIONAL MAN” (NON PROPRIO TRA I SUOI FILM PIU’ RIUSCITI) - VIDEO


     
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    Francesco Alò per il Messaggero

     

    ERIC LAX ERIC LAX

    Uno vive a Beverly Hills e l’altro si sente male se sta 32 giorni lontano dalla sua New York. Il giornalista Eric Lax e il regista Woody Allen sono tornati sul luogo del diletto: la conversazione. Parlano “solo” da 47 anni e il risultato sono tre libri epocali. Nell’ultimo Woody Allen: dall’inizio alla fine (Utet, 25 euro) Lax si concentra sulla regia numero quarantasette di Mr. Allen intitolata IrrationalMan.

     

    Nei nove capitoli delle 400 pagine del volume si parte dalla sceneggiatura per finire con “color correction” e missaggio del suono, quando il film è nella fase della post-produzione dopo calcolo del budget, scelta degli attori, riprese sul set, montaggio e scelta delle musiche. Se siete degli “alleniani” andrete fuori di testa. Se non lo siete, pure.

     

    WOODY ALLEN 7 WOODY ALLEN 7

    È un’immersione profonda dentro gli ingranaggi di una macchina da cinema in grado di sfornare un film all’anno da ormai mezzo secolo con assoluto controllo sul materiale fin dall’esordio del 1969 Prendi i soldi e scappa. A volte drammi, più spesso commedie. Alcune volte sono venuti fuori capolavori come Io & Annie, Zelig, Manhattan, Crimini e misfatti, altre volte “solamente” dei film sopraffini, raramente qualcosa di appena sufficiente.

     

    COPERTINA DEL LIBRO DI ERIC LAX COPERTINA DEL LIBRO DI ERIC LAX

    Eppure Allen tende all’autoironia più spietata: «Non sono un bravo regista, semmai una specie di traffichino del cinema - dichiara subito a Lax - Potrei definirmi una formica scavatrice». E allora leggiamolo in azione lungo i 18 mesi di realizzazione di Irrational Man, lui che effettivamente prestò la voce a una formichina nel cartoon del 1998 Antz.

     

    Il film fa parte di quelli “seri” appartenenti al filone riflessioni sull’omicidio alla Match Point e Crimini e misfatti perché per Allen «In un universo senza Dio, se non vieni scoperto non esiste alcuna altra forma di giustizia».

     

    woody allen woody allen

    Il nostro, si sa, non è proprio un ottimista. Si narrerà nella pellicola del professore di filosofia Abe Lucas (Joaquin Phoenix), così depresso da trovare un nuovo senso esistenziale solo nell’omicidio di una persona cattiva. Ad Allen l’idea vienementre ascolta un’amica della moglie Soon-Yi Previn lamentarsi di un giudice corrotto che favoriva un signore disonesto con il quale lei era in causa: «Stavo seduto a tavola e pensavo che se io avessi ucciso quel giudice a lei ne sarebbe stato assegnato un altro probabilmente migliore, e nessuna persona al mondo avrebbe mai pensato che io potessi essere coinvolto».

     

    emma stone emma stone

    Si può partire. I soldi non sono mai un problema perché Allen in quel 2014 è reduce da dieci anni in cui le sue opere costate complessivamente 180 milioni di dollari ne hanno incassati 680 solo di biglietti staccati in sala. Risolto il budget anche la scelta degli attori è velocissima perché come ricorda la sua storica casting director Juliet Taylor: «Pare che oggi recitare in un film di Woody Allen stia sulla lista di cose da fare prima di morire per gran parte degli attori in circolazione».

     

    La rossa lentigginosa futuro Oscar per La La Land Emma Stone, già assunta e poi adorata da Allen nella sua precedente commedia romantica Magic in the Moonlight, e il tenebroso Joaquin Phoenix («È come Cate Blanchett, solo che è uomo. È fantastico!» dice di lui dopo il provino) sono subito della partita. Il primo intoppo arriva alla fase delle riprese definito dal regista «lo scontro della realtà. Ovvero quando sento gli attori recitare le mie parole e capisco quanto è scadente la mia sceneggiatura».

     

    joaquin-phoenix joaquin-phoenix

    I collaboratori storici, dal direttore della fotografia Darius Khondji al vecchio scenografo Santo Loquasto, conoscono la tendenza di Allen a deprimersi sul set (spesso si chiude dentro una macchina coi finestrini alzati per suonare il clarinetto) per cui tutti lavorano nel modo più efficiente per far volare quei 32 giorni di riprese a Rhode Island (Allen salterà la festa di fine produzione pur di tornare prima a New York).

     

    woody allen irrational man woody allen irrational man

    Poi arriveranno il montaggio (da 60 mila metri di pellicola bisogna arrivare a 27 mila; sarà l’ultimo film non girato in digitale da Allen), la colonna sonora (un jazz più moderno rispetto all’amato periodo degli anni ‘30 e ‘40) e un titolo scelto in tre fasi: The Boston Story, Craze Abe (detestato dai produttori) e il definitivo Irrational Man.

     

    Per un signore abituato ad ottenere 199 candidature a premi importanti in carriera con 131 vittorie, tra cui 4 Oscar, Irrational Man risulterà un piccola pecora nera in filmografia. Scarsi incassi e zero premi. Ma non c’è mai tempo di abbattersi. Nuovi film, incessantemente, sono alle porte. La “formica scavatrice” non è irrazionale ma inarrestabile. Anche se tra meno di un mese compirà 82 anni. 

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