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    L’OSSERVATORE SARÀ DAVVERO ROMANO – PAPA FRANCESCO SFRATTA DA OLTRETEVERE LA REDAZIONE DEL GIORNALE VATICANO, CHE DOPO 160 ANNI TRASLOCA A VIA DELLA CONCILIAZIONE, APPENA OLTRE IL CONFINE DI STATO – L’IDEA È DI CREARE UN HUB CON RADIO VATICANA, MA NON TUTTI L’HANNO PRESA BENISSIMO – DOPO CHE LUCETTA SCARAFFIA SE N’È ANDATA SBATTENDO LA PORTA, A DIRIGERE IL MENSILE FEMINILE “DONNA CHIESA MONDO” ARRIVA DA TV2000 RITA PINCI


     
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    1 – RIVOLUZIONE IN VATICANO, DOPO 160 ANNI L' OSSERVATORE TRASLOCA FUORI DAI CONFINI

    Franca Giansoldati per “il Messaggero”

     

    l'osservatore romano l'osservatore romano

    Per l' atmosfera tranquilla d' Oltretevere la decisione presa dal Prefetto della Segreteria della Comunicazioni con l' avallo di Papa Francesco è uno choc e rischia di provocare un terremoto, non tanto per l' oggetto del provvedimento in sè un banale trasloco di una struttura da una sede ad un' altra ma per la sua portata simbolica. Dopo 160 anni l' Osservatore Romano viene trasferito dalla palazzina ottocentesca situata a due passi dallo Ior e dalla Farmacia, all' esterno delle Mura Leonine.

     

    l'attuale sede dell'osservatore romano in via dei pellegrini l'attuale sede dell'osservatore romano in via dei pellegrini

    Oltre il confine di Stato. La nuova sede attiva a partire dall' anno prossimo si trova all' inizio di via della Conciliazione, al secondo piano palazzo della Radio Vaticana. Anche se si tratta di una sede extraterritoriale resta un passaggio molto emblematico. Tanto che qualche anziano cardinale ieri ricordava che quel piccolo giornale - proprio grazie alla sua collocazione dentro lo Stato pontificio - durante il fascismo potè esercitare una informazione totalmente libera, criticando le leggi antiebraiche, facendo scrivere a Guido Gonella i suoi famosi Acta Diurna con i quali forniva un panorama completo della situazione internazionale, cosa che ai giornali italiani non era concesso per colpa della censura. Più volte i gerarchi chiesero a Mussolini di sopprimere il quotidiano vaticano, il quale ordinava puntualmente di sequestrare le copie. Anche De Gasperi scrisse sotto pseudonimo.

    L'OSSERVATORE ROMANO 2 L'OSSERVATORE ROMANO 2

     

    RIFORMA

     Ma quelli erano altri tempi e al di là del malumore che la decisione ha seminato in curia, il trasloco verrà concretizzato a breve, previa ristrutturazione dell' attuale Palazzo Pio resa possibile grazie ad una generosa donazione. Ieri mattina il prefetto Paolo Ruffini ha informato delle novità in programma. Le redazioni linguistiche del quotidiano (tedesca, polacca, spagnola, francese) saranno messe vicino alle redazioni linguistiche della radio vaticana in modo da creare una sorta di hub. In quel palazzo si concentreranno tutti i media per creare sinergia. Si realizza così la riforma pensata quattro anni fa da monsignor Dario Edoardo Viganò anche se poi fu congelata perché in Segreteria di Stato c' era chi si era messo di traverso.

    PAOLO RUFFINI PAOLO RUFFINI

     

    Oggi, il progetto originario ha ripreso quota. Era nato per contenere i costi enormi dei media vaticani, soprattutto la Radio Vaticana che con oltre 460 dipendenti, 4 anni fa, gravava sui bilanci per 35 milioni di euro che oggi sono saliti a 37. Le tirature dell' Osservatore Romano si aggirano a 3 mila copie e ne servirebbero circa 20 mila per arrivare al pareggio. Attualmente conta circa 50 dipendenti, tra amministrativi e redattori.

     

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    L' altra novità resa nota dal Prefetto Ruffini è il futuro di Donne Chiesa Mondo, il mensile che per sette anni ha approfondito tematiche sulla questione femminile nel mondo religioso, arrivando a scoperchiare lo scandalo degli abusi sulle suore, un tema tabù ben noto in Vaticano ma tenuto sotto censura per anni. La ex direttrice Lucetta Scaraffia se ne è andata sbattendo la porta un mese fa, denunciando la mancanza di condizioni di lavoro che erano garantite prima, di totale libertà e senza condizionamenti di sorta. Dal mese prossimo il mensile tornerà ad essere pubblicato ma con una equipe tutta nuova e dove non appare in redazione nemmeno una suora. A coordinare il mensile sarà la giornalista Rita Pinci, proveniente da Tv2000 dove ha lavorato in tandem con Ruffini. In Vaticano qualche monsignore ridendo ricordava il motto dell' Osservatore, «non praevalebunt. Non prevarranno. Da oggi, invece, paevalerunt, hanno avuto la meglio».

     

    MONSIGNOR DARIO VIGANÒ MONSIGNOR DARIO VIGANÒ

    2 – IL MENSILE DEL PAPA A UN' EX FEMMINISTA "SORPRESA, MA METÀ DEI FEDELI È DONNA"

    Domenico Agasso Jr per “la Stampa”

     

    La ascolti due minuti e ne hai conferma: è un osso duro, Rita Pinci. Una donna, classe 1956, che non si tira indietro di fronte alle sfide, anche quelle apparentemente impossibili. Non esitava a scendere in piazze femministe, anni fa. Una delle sue battaglie era per il salario alle casalinghe. E la tenacia l' ha portata dove nessuna donna era arrivata prima di lei in Italia: a un ruolo di leadership in un grande giornale.

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    E se non avesse la forza - e l' entusiasmo - che dimostra, forse non avrebbe accettato la nuova avventura proposta da Andrea Monda, direttore dell' Osservatore Romano: il coordinamento di "Donne Chiesa Mondo", l' inserto mensile simbolo della presenza femminile nella Chiesa. Intanto perché femminismo e Chiesa sono un binomio che storicamente non naviga in acque tranquille. E poi perché il clima mediatico attorno alla rivista è tutt' altro che sereno, dopo le burrascose dimissioni, un mese fa, di parte della redazione, a cominciare da chi la dirigeva, Lucetta Scarafia: si sentivano «depotenziate» e «invisibili».

    ANDREA MONDA ANDREA MONDA

     

    Qualcuno presagiva la chiusura del supplemento, ma il rimbombo delle porte sbattute era ancora forte quando Monda assicurava che non sarebbe finito nulla. E ieri la notizia dalla Santa Sede: «"Donne Chiesa Mondo" uscirà regolarmente nel mese di maggio». Cambia solo leggermente l' impostazione del desk. È stato costituito un comitato di direzione: non c' è più un direttore, ma un coordinatore. Il nuovo staff ha carattere internazionale e interreligioso, con una presenza ebrea e musulmana.

     

    papa francesco papa francesco

    Rita Pinci, giornalista professioni sta, arriva da Tv2000, l' emittente della Conferenza episcopale italiana. Laureata in Sociologia, ha iniziato a Il Messaggero, dove ha lavorato per oltre 20 anni, ricoprendo anche i ruoli di caporedattore centrale e vicedirettore. In seguito è stata vicedirettore del portale web di Rcs-Hdp, ha diretto il magazine Specchio de La Stampa, è stata vicedirettore dei settimanali Panorama e Chi. Ha lavorato all' Huffington Post Italia e collaborato come autore alla trasmissione "In mezz' ora", su Rai 3.

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    Pinci dichiara immediatamente che il direttore ha assicurato a lei e al comitato di direzione «totale libertà». Non sono parole di circostanza: l' accusa di Scaraffia a Monda era proprio di averla negata, o perlomeno diminuita, la libertà editoriale.

     

    La neo coordinatrice è «felice» e «sorpresa» di questo incarico - «è l' offerta più sorprendente che mi sia capitata» - e sente di assumere la guida di «una voce importante, necessaria all' interno della Chiesa, anche perché le donne rappresentano più della metà dei fedeli». Il suo obiettivo è «informare con correttezza e onestà».

     

    LUCETTA SCARAFFIA LUCETTA SCARAFFIA

    E anche con «serenità», quella che forse manca in molte delle Sacre Stanze. Pinci non è «preoccupata», neanche di possibili «controlli ecclesiastico-maschili», che molti paventano: «Non mi rapporto con le persone, e con eventuali gerarchie, pensando a controlli né dall' alto né dal basso - afferma a La Stampa - Ho lavorato per anni con direttori uomini, ma solo perché direttori donne di un grande quotidiano non ce n' erano. Poi ho lavorato con un direttore donna, ed è stato bello e stimolante, arricchente».

    lucetta scaraffia in redazione lucetta scaraffia in redazione

     

    L' approccio Un suo pilastro culturale, oltre che da persona di fede, lo identifica in una recente espressione di papa Francesco: «Il genio femminile che si rispecchia nella Chiesa, che è donna». Nell' ambito ecclesiastico riconosce che «cambiare l' approccio e la visuale sarà fondamentale. "La Chiesa è donna, la Chiesa non è maschio, non è 'il' Chiesa. Noi chierici siamo maschi, ma noi non siamo la Chiesa": sono sempre parole di Francesco».

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    Non nasconde un grande limite da superare: quello dei ruoli. Sono sempre «poche le donne ai posti chiave». Ma la fa ben sperare l' atteggiamento di questo Pontefice, che è «attento, non si nasconde la realtà. Ammette che non si è fatta ancora "una profonda teologia della donna"».

    Ricorda i tempi dell' università, quando «mi sono avvicinata al movimento femminista: ne ho condiviso alcune tematiche e lotte e per un certo periodo ho aderito al Collettivo per il salario al lavoro domestico». Allora come oggi pensa che «nella Chiesa ci sono forse un po' di dispari opportunità». Ma non è una dichiarazione di guerra al mondo maschile: queste diseguaglianze «bisogna superarle tutti insieme, uomini e donne».

    LUCETTA SCARAFFIA LUCETTA SCARAFFIA

     

    L' Osservatore non cambia solo staff femminile: presto anche "scrivanie". Il prefetto della Comunicazione vaticana Paolo Ruffini spiega che si tratta di un tassello della riforma dei media che tocca anche la logistica: «Stiamo cercando di ottimizzare gli spazi», e così anche il quotidiano, nell' estate 2020, traslocherà a Palazzo Pio, storica struttura di Radio Vaticana (zona extraterritoriale della Santa Sede), di fronte a Castel Sant' Angelo, dove avrà sede «tutta la parte giornalistica» dei Sacri Palazzi (giornale, radio, Vatican News e Ctv ).

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