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    MASSIMILIANO PARENTE: “CARO DAGO, MA DAVVERO IL MIO AMICO FULVIO ABBATE NON HA TROVATO DI MEGLIO DA CRITICARE A MARIA ELENA BOSCHI CHE UNA CINTURA DI HERMES? INDOSSANDO LA QUALE NON SAREBBE DI SINISTRA? PERCHÉ SE SIAMO ANCORA LÌ SIAMO MESSI MALE, ANCORA LEGATI ALL’IDEA DI UNA SINISTRA STRACCIONA E POVERISTA. MAI HO VISTO ABBATE CHIEDERSI PERCHÉ GIAMPIERO MUGHINI, CHE SPESSO INTERVISTA, ABBIA SPESO TUTTI QUEI SOLDI PER UN VASO DI GAETANO PESCE O UN MAO DI ANDY WARHOL O UNA GIACCA DA 5000 EURO. DI QUANTO FULVIO FOSSE DEL TUTTO FUORI STRADA DAL PUNTO DI VISTA IDEOLOGICO LO CAPII QUANDO…”


     
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    Lettera di Massimiliano Parente a Dagospia

     

    MASSIMILIANO PARENTE MASSIMILIANO PARENTE

    Caro Dago, ma davvero il mio amico Fulvio Abbate non ha trovato di meglio da criticare a Maria Elena Boschi che una cintura di Hermes? Indossando la quale non sarebbe di sinistra? Perché se siamo ancora lì siamo messi male, ancora legati all’idea di una sinistra stracciona e poverista, ancora lontani dall’idea di una sinistra moderna e capitalista come in Italia fu solo di Bettino Craxi, non per altro lo volevano morto.

     

    Una cintura di Hermes, e allora? Conosco moltissimi ricchi che le cose griffate possono permettersi di comprarsele false, mentre i poveri se le comprano vere perché sono spesso meno furbi ma più intelligenti, e in ogni caso non vedo che male ci sia, non certo tanto male da attaccare un pistolotto da Bertolucci a Che Guevara alla guerra del Vietnam, meno male anzi la Boschi non è rimasta impantanata lì.

    MARIA ELENA BOSCHI MARIA ELENA BOSCHI

     

    Un altro mio amico intellettuale sicuramente di sinistra è Giampiero Mughini, che Fulvio ha spesso intervistato, ma mai gli ho visto chiedergli perché Mughini abbia speso tutti quei soldi per un vaso di Gaetano Pesce o un Mao di Andy Warhol o una giacca da 5000 euro comprata da Degli Effetti, anche perché gli avrebbe risposto che per comprarseli ha versato per anni metà del suo stipendio allo Stato, più di sinistra di così si muore. D’altra parte di quanto Fulvio fosse del tutto fuori strada dal punto di vista ideologico lo capii quando scambiò per una “dragster da pista di Indianapolis” la DeLorean di Ritorno al Futuro che Matteo Renzi scelse come simbolo della Leopolda, che culturalmente è come confondere Freddie Mercury con Massimo D’Alema.

     

    FULVIO ABBATE FULVIO ABBATE

    A proposito di Freddie Mercury lui sì che è un mio idolo, e da scrittore moderno sono venuto a rendergli omaggio a Montreaux, in Svizzera, dove Freddie compose le sue ultime canzoni prima di morire di AIDS. Attaccato l’anno scorso da quel nano no-vax di Red Ronnie perché i Queen suonarono a Sun City, quando casomai proprio il loro concerto segnò simbolicamente la fine dell’apartheid, insomma cosa c’è di più rivoluzionario che cantare travestito da donna I want to break free nel Sud Africa razzista. Ecco, secondo me la sinistra, e anche Fulvio Abbate, e volendo anche la destra liberale, devono ripartire proprio da lì, da Freddie Mercury.

    giampiero mughini giampiero mughini

    Baci, Massimiliano Parente

     

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