Gloria Satta per il Messaggero
mad factory napoletana
IL REPORTAGE
Napoli - Esterno giorno: il sole picchia implacabile sulla piazza del Gesù Nuovo, gioiello del barocco napoletano. Interno: su un intero piano del palazzo seicentesco in cui Vittorio De Sica, nel film L' oro di Napoli, giocava a carte con il figlio del portiere e la coppia Mastroianni-Loren litigava in Matrimonio all' Italiana, c' è la sede di Mad Entertainement, la factory che ha rivoluzionato l' animazione italiana e rastrellato premi in tutto il mondo grazie a due cartoon: L' arte della felicità (2013), originale mix di elucubrazioni filosofiche, jazz, immagini di Napoli inconsuete, e il recente Gatta Cenerentola, rivisitazione pulp dell' antica favola di Basile portata in teatro negli anni Settanta da Roberto De Simone.
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Mad, acronimo per Musica, Animazione e Documentari ma anche «matto» in inglese, è una realtà creativa e imprenditoriale nata a Napoli dieci anni fa, in quel sud che molti ottusamente si ostinano a considerare inerte, per iniziativa del produttore ed esercente illuminato Luciano Stella. La factory continua a coniugare la fantasia con la tecnologia più avanzata in nome di un modello lavorativo in cui la gerarchia e gli orari ferrei cedono il passo al dibattito democratico e al gioco di squadra.
l arte della felicita
NUOVO PROGETTO
Il brainstorming, il confronto dei cervelli, comincia infatti senza stress a metà mattinata con molte tazzine di caffé, sigarette confezionate a mano, battute di spirito. A un tavolo siedono i quattro registi di Gatta Cenerentola Alessandro Rak, 40 anni, Ivan Cappiello (42), Marino Guarnieri (43), Dario Sansone (37). «Stiamo ragionando sul nuovo progetto», dicono a una voce, «il nostro film è stato venduto in tutto il mondo, Cina e Australia comprese, e cerchiamo un' altra idea vincente. Discutiamo anche sull' opportunità di ambientare la prossima storia per la prima volta al di fuori da Napoli. Non escludiamo niente».
Arriva alla spicciolata il resto di Mad: una dozzina di animatori, quattro esperti di software, tre scenografi, cinque addetti alla produzione. Età media 30 anni, denominatore comune l' origine partenopea e l' adesione totale al progetto. Paola Tortora (produzione) lavora con il pancione di sette mesi. Michelle Porfido risolve problemi anche a notte fonda. Il programmatore Paolo Acampora insieme con Cappiello, Corrado Piscitelli e Lucio Rossi, non stacca gli occhi dal computer.
gatta cenerentola vince ai david mad entertainment
«Veniamo tutti dal mondo del fumetto, dai videoclip, dai cortometraggi, dall' animazione. Qui ci siamo inventati una tecnica e un metodo di lavoro», spiega Rak. Dal primo software sperimentale, concesso gratuitamente dall' azienda produttrice, al Blender utilizzato per Gatta Cenerentola (si implementa grazie all' attività degli utenti) Mad ha fatto passi avanti e rappresenta un esempio di imprenditorialità al di fuori degli schemi. «Abbiamo iniziato all' insegna del risparmio, siamo dei pionieri e continuiamo a sperimentare», dicono i ragazzi.
carolina terzi e piero maccarinelli
L' ufficio di rappresentanza è un enorme salone in cui, miracoli della contaminazione, Tarantino convive con il Dalai Lama, Sofia Loren con Godard, la statua di Totò sovrasta una parata di premi (David di Donatello, Efa, Pasinetti, Capri Hollywood...) e un mandolino è poggiato ai piedi di Belmondo ammiccante dal manifesto di Fino all' ultimo respiro. Sbuca il regista Antonio Capuano, 78, impegnato con i giovani di Mad nella post-produzione del film Achille Tarallo, protagonisti un cane e molti effetti speciali («avete presente la tigre computerizzata in Vita di Pi, il capolavoro di Ang Lee?»).
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RITORNO A CASA
Mad produce infatti anche film (ultimo uscito: La parrucchiera di Incerti), musica, spot, documentari. «Stiamo crescendo insieme», spiega Guarnieri. Sansone, musicista e frontman dei Foja, sottolinea: «Ci lega l' entusiasmo». Lanciato alla Mostra di Venezia, Gatta Cenerentola ha vinto una ventina di premi tra cui due David di Donatello: uno per gli effetti digitali, l' altro per i migliori produttori Luciano Stella e Maria Carolina Terzi.
«Quando cercavamo partner internazionali per L' arte della felicità, un progetto dal budget irrisorio, pochi ci prendevano sul serio», racconta Terzi. «Poi il film ha battuto agli Efa il costossimo Jack e la meccanica del cuore di Besson e tutti ci hanno guardati con altri occhi».
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E c' è perfino chi, in controtendenza rispetto alla fuga dei cervelli, torna a Napoli. Francesco Filippini, 24 anni, regista del corto Simposio suino in re minore, è di nuovo in Mad dopo aver vinto un importante premio degli illustratori americani e lavorato a New York con il mago dell' animazione Bill Plympton: «Qui si sta sperimentando qualcosa di nuovo», spiega, «e non ci sentiamo ingranaggi di una macchina per fare soldi». Conclude Rak: «Non siamo obbligati a rimanere, ma a Napoli troviamo l' ispirazione e riscontri immediati. Il nostro segreto? Sta nelle radici».
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