Ilario Lombardo per “la Stampa”
MATTEO SALVINI PORTA A PORTA
La battaglia dei telegiornali è cominciata. Ed è il Tg1 il bottino più pregiato, ragione di uno scontro sotterraneo e di tatticismi esasperati tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ognuno deciso a piazzare il proprio candidato: Gennaro Sangiuliano per la Lega, Peter Gomez per il M5S.
È uno scontro che si consuma sullo sfondo della più impellente partita sull' amministratore delegato e sul presidente.
GENNARO SANGIULIANO CON SALVINI E Giuseppe Malara
Ieri sera, in un vertice ristretto a quattro, tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell' Economia Giovanni Tria, e i due principali azionisti del governo, Salvini e Di Maio, era stato deciso di ufficializzare il nome di Fabrizio Salini.
Profilo in odore di renzismo che non piace troppo alla Lega ma che è sostenuto da Di Maio e da Tria, che ha il compito di indicare i due membri mancanti del consiglio di amministrazione della Rai, tra cui il l' ad.
fabrizio salini
Salini era rimasto in corsa con Andrea Castellari, amministratore delegato di Viacom, e Marcello Ciannamea, direttore dei palinsesti Rai, unico interno tra i candidati. Alla fine la fumata bianca non c' è stata, anche perché non è stata trovata un' intesa sulla presidenza.
Giovanna Bianchi Clerici, ex deputata leghista, è considerata una nomina troppo politica e scontenta la maggiora parte del M5S. «Ci spaccheremmo» ha spiegato a Salvini Di Maio, uno dei pochi che sarebbe anche disposto ad accettare il compromesso. Al posto della Bianchi Clerici i giallo-verdi sono intenzionati a puntare comunque su una donna.
Il fortino dell' informazione
GENNARO SANGIULIANO CON SALVINI E TAJANI
Nella nuova patria del sovranismo, dove tutto vorrebbe essere azzerato, la Rai è terra di conquista da ripopolare con nomi nuovi, frutto di un travaso tra giornali, testate e altre aziende.
E in questa patria , il cuore del controllo restano i tg. Lo sa bene Matteo Salvini,che da mesi si spende per far capire che è lì, nella macchina informativa, che vuole mettere le mani.
A partire dalla testata della prima rete, dove sarebbe pronto a indossare i gradi del direttore l' attuale vice Sangiuliano, uno dei primi a sposare il verbo populista e a sdoganare il leader leghista in sorridenti selfie scattati assieme.
PETER GOMEZ
Il piano di Salvini era di mettere Sangiuliano al Tg1 e ottenere la guida dei telegiornali regionali, importante cassaforte del consenso locale (e qui è sfida tra Paolo Corsini, che potrebbe finire anche al Gr, e l' attuale vicedirettore Nicola Rao).
Ma i grillini hanno in mente altro e sul Tg1 intendono far valere il maggiore peso parlamentare. Per i 5 Stelle, orfani di una classe dirigente e di uomini dalla chiara appartenenza pentastellata, la selezione passa da una ricerca di giornalisti in grado di cancellare la patina lottizzatrice che sta offuscando queste nomine, soprattutto dal lato leghista.
FEDERICA SCIARELLI
Il nome che Di Maio ha condiviso con Roberto Fico e gli altri colleghi, prima del confronto con Salvini, è quello di Gomez, direttore del fattoquotidiano.it , presenza fissa nel talk televisivi dove spesso non ha risparmiato critiche al M5S.
A tanti grillini non sarebbe dispiaciuta Milena Gabanelli, ex conduttrice di Report . Ma i vertici del Movimento sono pronti a disegnarle addosso un ruolo dirigenziale, convinti che preferisca portare avanti quel progetto del portale unico online delle news che è stata la causa della sua rottura con Viale Mazzini.
milena gabanelli dataroom rai 8
LE ALTRE DUE RETI
Nella bozza di accordo della spartizione grillo-leghista si è cercato di toccare poco i Tg. Ma si conoscono i desiderata dei due partiti. Per esempio al Tg3 il nome che avrebbe in mente il Movimento, deciso a pescare da ambienti considerati più a sinistra per controbilanciare la Lega, è quello di Federica Sciarelli, volto noto della terza rete e conduttrice della storica trasmissione Chi l' ha visto?
MARIO GIORDANO
Resta in corsa anche Alberto Matano, mezzobusto del Tg1 stimato dai vertici del M5S, ma la destinazione tra la prima e la seconda rete è ancora incerta.
Il destino del Tg2 dipende da chi conquisterà il fratello maggiore di Raiuno. Alla Lega piacerebbe Mario Giordano, nome gradito anche ai grillini.
Salvini sa essere riconoscente e non dimentica chi gli ha permesso di costruire la sua narrazione populista. E da Mediaset, potrebbe arrivare anche Paolo Del Debbio, vittima del nuovo vento anti-sovranista Cologno Monzese.