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    PIPPAROLI D'ITALIA, SVEGLIA! BECCATEVI L’INTERVISTA DI BARBARA COSTA A VALENTINA NAPPI - "SU PORNHUB CI SONO COPPIE AMATORIALI CHE GUADAGNANO PIÙ DEI PROFESSIONISTI.  MALENA E MARTINA SMERALDI? NON HO MAI GUARDATO UNA LORO SCENA, NON HO TEMPO - I PREGIUDIZI SU CHI FA PORNO? IL PROBLEMA STA IN QUELLE DONNE CHE VOGLIONO CONSERVARE CERTI PRIVILEGI CHE DERIVANO DALLA “VENDITA” A CARO PREZZO DELLA LORO SESSUALITÀ - SUL SET È SOPRATTUTTO QUESTIONE DI TECNICA, SEBBENE SI TRATTI DI..." - VIDEO + FOTO VIETATE AI MINORI


     
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    VALENTINA NAPPI - VIDEO:

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    https://bit.ly/2JJBHDC

     

    Barbara Costa per Dagospia

     

    valentina nappi pornostar valentina nappi pornostar

    Valentina, anche tu sei porno-ferma, in quarantena, e chissà quando si potrà tornare sui set. Ma negli Stati Uniti gli attori porno possono beneficiare dei soldi promessi da Trump, o il porno è settore discriminato e se la dovrà cavare da sé?

    Gli attori porno pagano le tasse come tutti gli altri e hanno diritto agli aiuti come tutti gli altri. Credo di poter escludere un trattamento per loro differente da parte del governo federale, anche se tra i criteri per ottenerli, questi aiuti, c’è una clausola che pare escludere ogni impresa che ricava denaro attraverso la vendita di prodotti o servizi, rappresentazione o esposizione “di natura sessuale pruriginosa”. Ed è  palesemente incostituzionale!

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    L’ho letta anch’io, e ci potrebbe rientrare anche chi vende sex-toys, e tutti i lavoratori legali del sesso del circuito di Las Vegas, ad esempio le spogliarelliste, ma pure tutte le prostitute e i prostituti regolari all’interno del Paese. Si farà ricorso…

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    Il porno ha validi avvocati che si stanno muovendo. Perché se quello che fai è legale, ci paghi le tasse, e sei in regola, nessuno ha il diritto di trattarti da lavoratore di serie B. E il governo non può fare discriminazioni sul contenuto di un prodotto che ha niente di pruriginoso, bensì propone un interesse verso il sesso. Per ogni discriminazione contro il mondo dell’hard e i suoi lavoratori si viola il Primo Emendamento.

     

    Se un attore porno lavora in America ma non è americano, se la prende in quel posto?

    Passo poco tempo negli Stati Uniti quindi non saprei dirti, ma credo che l’accesso al welfare dipenda da dove sei residente. E poi, guarda, in generale non è il governo federale che discrimina il porno, ma semmai i privati, i quali hanno troppe libertà e quindi a volte anche la libertà di discriminare.

     

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    Fammi un esempio

    Per la legge, non c’è nessun problema nel rappresentare realisticamente scene di stupro, ma i circuiti delle carte di credito, che sono in mano ai privati, se fai una scena di penetrazione in cui la persona penetrata ha le mani legate, ti bloccano i pagamenti. Abbiamo insomma dei privati che impongono regole che vanno ben al di là delle leggi, come nel caso dei social network o dei motori di ricerca.

     

    È ingiusto perché è una scena di massima violenza, ma è cinema, simulazione, e soprattutto recitata da persone adulte, consapevoli e consensuali. Secondo te, che bisognerebbe fare?

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    Bisognerebbe condurre una battaglia per vietare a chi detiene mezzi di comunicazione di massa, sistemi di pagamento etc., di imporre regole sui contenuti che vadano al di là delle leggi. Se sei grande e offri un servizio quasi indispensabile, non puoi dire “a casa mia si fa come dico io”, perché stai offrendo un servizio pubblico. Allo stesso modo anche ai ristoranti non dovrebbe essere consentito di imporre un dress code.

     

    Nel frattempo, molti attori e attrici si sono messi a pornare da casa, a esibirsi solisti, a fare le cam-girl. Gli accessi non mancano, ma ne vale economicamente la pena?

    Dipende dai casi, su Pornhub ci sono anche coppie amatoriali che guadagnano più dei professionisti.

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    Come Danika e Steve Mori, i due siciliani di Tenerife. Per loro il coronavirus ha cambiato niente, pornano a casa loro, tra di loro, in sicurezza, e il loro pubblico aumenta. E tu sei presente con nuovi video su Modelhub e su OnlyFans. Da ultimo la tua scena con quel figo di Johnny Sins. Mi dici perché dovremmo correre a vedervi?

    Johnny è un performer straordinario. Lì sc*piamo per un’ora e mezzo e mi viene dentro, dietro, mi riempie di sperma completamente. Il video è super amatoriale, girato da noi, senza cameraman, e montato da me.

     

    A proposito di attori, tu che lavori coi migliori, mi fai il nome di uno che sta per “esplodere” da tenere d’occhio, e perché?

    Difficile da dire, ci sono tanti ragazzi con grandi potenzialità che però finiscono per cambiare mestiere presto.

     

    valentina nappi instagram (2) valentina nappi instagram (2)

    Nel porno è così. Pochi durano. Tu segui il lavoro delle tue colleghe italiane, Malena, ad esempio, o la new-entry Martina Smeraldi?

    Onestamente non ho mai guardato una loro scena, purtroppo non ho più il tempo che avevo prima.

     

    Valentina, secondo te, in Italia riusciremo mai a far passare il concetto che chi fa porno non è una persona strana, diversa, disturbata, al contrario, è una persona normale (con tutte le accezioni che questo termine comporta), che fa una vita normale, che fuori dal set sc*pa normale (o fa le orge se gli va)?

    Ma a me non interessa la normalizzazione, io credo nell’importanza del conflitto.

     

    Non vorresti che chi sceglie di fare porno, venga visto come una persona e non additato e giudicato?

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    Per me il conflitto c’è e deve esserci. Io non sono un’atea pacifica, di quelli che “vivi e lascia vivere”.

     

    Cioè?

    Sono un’atea che vorrebbe l’ateismo di stato. Non propongo quindi la mia via come una delle tante opzioni possibili in un mondo postmoderno senza verità in senso forte, ma propongo piuttosto una verità forte che vuole farsi norma futura. Quindi per me non ha senso la normalizzazione, perché vorrebbe dire “non sono diversa dalla ragazza borghese che magari va a messa a natale e a pasqua”. Sarebbe una negazione del conflitto ideologico, e invece il conflitto c’è.

     

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    Il conflitto c’è, e però io voglio la fine del pregiudizio su chi vuole fare porno e pure su chi vuole godere una vita sessuale “altra”, magari non monogama, libera dalle regole stabilite, per me marce da secoli.  E come la mettiamo col fatto che se nasci donna e vuoi e fai il porno ti rompono le scatole il doppio di quanto le possano rompere a un uomo?

    Il problema sono le donne. Sta nelle donne. E di preciso in quelle donne che vogliono conservare certi privilegi che derivano dalla “vendita” a caro prezzo della loro sessualità e quindi non vedono di buon occhio quelle donne (anche ad esempio la “t*oia” che la dà a destra e a manca) che invece la sessualità femminile la inflazionano.

     

    Tante ragazze mi chiedono: cosa devo avere per fare l’attrice porno, seguire le orme di Valentina Nappi, e io rispondo: cervello acceso, ambizione, forza di carattere e…trovati un buon agente! E non rispondo mai un corpo splendido, che pure ci deve essere, ma senza canoni prestabiliti, canoni sovvertiti da corpi-star come quelli di Angela White, Karla Lane. Non esiste un corpo porno-tipo, nel porno non è mai esistito. Sei d’accordo?

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    Sì, nel porno c’è più varietà di corpi che in altri ambiti, è una cosa che dico sempre. Per emergere devi avere la capacità di toccare l’immaginario sessuale collettivo, e poi sul set è soprattutto questione di tecnica, sebbene si tratti di una tecnica poco codificata.

     

    Tempo fa avevi litigato con James Deen perché sul set, in una scena con te, lui aveva fatto quello che nel porno non si fa, un gesto non concordato, nello specifico ti aveva schiaffeggiato il clitoride. E tu in risposta gli hai dato un ceffone. Brava! Ma siete ancora in lite?

    VALENTINA NAPPI VALENTINA NAPPI

    No, abbiamo fatto pace.

     

    James fa un po’ il caz*one, ma è irresistibile. E con Rocco Siffredi, come va?

    No comment.

     

    Mi dici perché non lavori più con lui?

    Di Rocco non parlo.

     

    Tornate a pornare insieme!

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