Estratto dell’articolo di ANDREA OSSINO per la Repubblica - Roma
LUCA SACCHI E ANASTASIA KYLEMNIK
Il processo sulla morte di Luca Sacchi va avanti. Le intercettazioni depositate dalla procura di Roma sono regolari. Le obiezioni degli avvocati nulle. E le conversazioni in carcere del killer Valerio Del Grosso diventano prove. Si tratta di ore e ore di registrazioni che raccontano di come due complici sono diventati rivali: « è un infame fracico, me vorrebbe fa accollà tutto a me », si sfoga Del Grosso parlando di Paolo Pirino, l'amico che quel giorno di due anni fa, il 23 ottobre, ha trasformato un affare di droga in una rapina.
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«La cose se andava bene era trenta e trenta, mo non è che io me devo fa l'ergastolo e te voi prende e uscìre».
valerio del grosso
Tra sfoghi e farneticazioni quel giorno Del Grosso afferma anche che secondo lui « Anastasiya non è quella che ha preso la bastonata, centouno per cento, è la ragazza di Princi». Le prove diranno altro, ma il ragazzo è convinto che « il tuo ragazzo è morto, tu il giorno dopo non ce poi avè i capelli rossi».
Nei dialoghi emergono anche le leggi non scritte del carcere e le paure degli imputati: «Quello che abbiamo fatto noi sarebbe una mezza infamità, perché comunque sia è una sola », dice riferendosi alla compravendita di droga sfociata in rapina. Ha una sua teoria su come lui e il suo complice possono essere considerati dagli altri detenuti: « Paoletto ha preso a bastonate una donna, tra le leggi del carcere, hai capito come?».
valerio del grosso
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