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    QUANDO IL "PADRE DELLA PATRIA", ENZO BEARZOT, TIRO’ UN CEFFONE A UNA TIFOSA: IL RACCONTO - ALL’ANIENE DINO ZOFF SCATENATO SU ITALIA-BRASILE DEL 1982 E SUL MUNDIAL DEGLI AZZURRI: "A BEARZOT HANNO FATTO PASSARE L’INFERNO. UN LINCIAGGIO MORALE TERRIBILE. E’ STATO INCHIODATO DA TUTTI MA HA…” – E POI LE "ESASPERAZIONI MEDIATICHE" DEL CALCIO DI OGGI, SARRI-CR7, IL VAR, MANCINI E VETTEL-LECLERC- LIBRO+VIDEO


     
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    Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

    Francesco Persili per Dagospia

    dino zoff foto di bacco dino zoff foto di bacco

     

    “Scimmione bastardo”. E Bearzot rispose all’offesa di quella ragazza ventenne, che gli rimproverava la mancata convocazione di Beccalossi, con un ceffone. L’avventura Mundial nel 1982 iniziò così. Davanti all’Hotel Villa Pamphili di Roma tra insulti e schiaffi. “Paterni, educativi, le ho dato uno sganassone così come avrei fatto con mia figlia”, si giustificò il ct della Nazionale.

     

    “A Bearzot hanno fatto passare l’inferno. Scrissero che per soli 10 chilometri non era nato in Jugoslavia. E questa fu la più tenera... C’erano giornalisti che ironizzavano sulla sua faccia da pugile suonato, allenatori che dicevano di vergognarsi di essere suoi colleghi. È stato inchiodato da tutti ma ha vinto”. All’Aniene si parla del libro di Piero Trillini “La partita-il romanzo di Italia-Brasile” (Mondadori) e Dino Zoff ricostruisce l’atmosfera di quei giorni carichi di veleni, castronerie e elettricità.

     

    La stampa parlò di fughe al casinò, notti con majorette, si inventò una presunta love story tra Rossi e Cabrini. E poi la storia dei premi gonfiati e le accuse al 'Vecio' per l’insistenza su Paolo Rossi: “Solamente gli imbecilli potevano pensare che un calciatore fermo da due anni riguadagnasse in quattro e quattr’otto la possibilità di giocare”.

    libro presentato libro presentato

     

    “Un linciaggio morale terribile” al quale Bearzot rispose con “coraggio e un’onestà feroce”. Vietò di leggere i giornali italiani e si fece martoriare dalla stampa pur di proteggere i suoi ragazzi. Il resto è scritto nelle pagine della mitografia sportiva. “Pablito”, sempre difeso dal ct, prende a segnare a ripetizione, l’Italia diventa campione del mondo. Tutti salgono sul carro di quella che qualche settimana prima era stata definita con sprezzo “l’Armata BrancaBearzot”. “Quel risultato determinò il contrario di quello che dicevano tutti e la nullità di tantissime persone”, artiglia Zoff mentre scorrono le immagini della sua parata al novantesimo di quella torrida Italia-Brasile.

     

    giovanni malagò dino zoff foto di bacco giovanni malagò dino zoff foto di bacco

    “La sceneggiatura perfetta di un grande thriller”, rimarca Malagò che di quella partita ricorda Abraham Klein, l’arbitro scampato all’Olocausto, e Eder, il brasiliano dal sinistro maledetto, “bello come un dio”, protagonista di avventure erotiche che meriterebbero un romanzo a parte. Sull'indicazione di Gianni Petrucci (come mediatore) nella commissione mista Coni-Sport e Salute, il numero 1 dello sport italiano sottolinea: "E' la persona che meglio può dare un contributo al nostro mondo"

     

    AEREO MUNDIAL PERTINI BEARZOT AEREO MUNDIAL PERTINI BEARZOT

    Qualche metro più in là Guido De Angelis annuncia l’uscita di un libro su Zoff per 'Lazialità': “Non racconteremo il Dino nazionale ma quello che ha fatto la storia della Lazio. Tra i suoi meriti anche quello di essere stato l’unico a gestire Gascoigne. Erano due mondi opposti ma insieme erano fantastici. Zoff stava al gioco, si divertiva, sapeva che Gazza era un genio. Scherzi e scenette esilaranti. Ricordo ancora quando tirò giù i calzoncini a Sclosa…”

    copertina copertina

     

    Dalla Lazio di ieri a quella di oggi. “Con quei quattro (Correa, Milinkovic, Luis Alberto e Immobile) al massimo, la Lazio può centrare la qualificazione in Champions. Quando attacca sembra il Liverpool. Simone Inzaghi? Lo terrei sempre, è il nostro Ferguson, abbiamo bisogno di riferimenti, e lui lo è”.

     

    dino zoff con la moglie annamaria passerini foto di bacco dino zoff con la moglie annamaria passerini foto di bacco

    Solo la moglie prova a fermare Zoff che continua a snocciolare aneddoti su Italia-Brasile (“forse la più bella partita mai giocata in un campionato del mondo, Italia-Germania del ’70 è stata più emozionante”) e su Bearzot. “Il suo era calcio all’antica? Non fatemi ridere. Quello che chiamano “catenaccio”, era una strategia ispirata al jazz. ‘Lavoro d’insieme, grande affiatamento e poi l’uscita del solista’. Diceva: ‘Siamo italiani. Perché dobbiamo giocare come i tedeschi? Abbiamo estro, fantasia, furbizia. In quel mondiale l’Italia ha fatto tutti gol su azione, non come adesso che si segna su rigore e punizione…”

     

    dino zoff guido de angelis foto di bacco dino zoff guido de angelis foto di bacco

    Ma Zoff si diverte ancora a vedere le partite? “Il calcio è lo specchio del mondo moderno. Ci sono molte esasperazioni mediatiche che comportano discussioni a non finire. Il Var? Va adoperato con buon senso, la macchina non ha cuore”.  Le polemiche seguite alla sostituzione di CR7 vengono stemperate e riportate nell’alveo delle normali cose da campo: “Sarri ha fatto il suo ma anche Ronaldo ha capito e non ha fatto ulteriori dichiarazioni…”.

     

    Sulla Nazionale: “Mancini si è dimostrato bravo, non era scontato anche se io ero fiducioso. Sta venendo fuori una generazione di giovani molto interessante, a partire da Chiesa, Barella e Zaniolo”. Da grande appassionato di Formula 1, giudica anche la coesistenza Leclerc-Vettel: “Credo che la Ferrari possa puntare ancora su entrambi. Leclerc si è dimostrato un fenomeno, bisogna vedere se si conferma. L’importante è fare una macchina adeguata alla concorrenza…”

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