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    QUANTE INCONGRUENZE NEL RACCONTO DELLA RAGAZZA CHE ACCUSA DI STUPRO CIRO GRILLO E I SUOI AMICI, DURANTE IL PRIMO COLLOQUIO CON I CARABINIERI - LA RICOSTRUZIONE DEL RAPPORTO A TRE CON GRILLO JUNIOR, EDOARDO CAPITTA E VITTORIO LAURIA È LACUNOSA: LA RAGAZZA SOSTIENE DI ESSERE STATA BLOCCATA MA CI SONO ALMENO DUE VIDEO CHE RACCONTANO UN'ALTRA STORIA - E NON SI PARLA DI UN'ALTRA CIRCOSTANZA: VIENE RIMOSSO UN EPISODIO DI QUELLA MATTINATA, QUANDO LA GIOVANE, DOPO IL PRIMO PRESUNTO STUPRO SAREBBE ANDATA CON IL SUO STESSO AGUZZINO E ALTRI DUE IMPUTATI A COMPRARE LE SIGARETTE - E DI QUELLA CIRCOSTANZA ESISTEREBBE PIÙ DI UNA PROVA… - VIDEO: S. RACCONTA LO STUPRO


     
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    ciro grillo ciro grillo

    S. RACCONTA LO STUPRO - VIDEO DA "CONTROCORRENTE"

    http://mediasetplay.mediaset.it/video/controcorrente/ciro-grillo-s-racconto-lo-stupro_F311342101011C10

     

    Giacomo Amadori per "la Verità"

     

    La trasmissione Controcorrente di Rete 4, condotta da Veronica Gentili, ieri sera ha mandato in onda un documento inedito di grande impatto emotivo. Ha trasmesso il video realizzato nella stazione milanese dei carabinieri di Porta Garibaldi il 26 luglio 2019, tra le 18.35 e l'1.30 di notte. Immagini che immortalano la ragazza allora diciottenne  mentre denuncia davanti a due marescialli donna dell'Arma Ciro Grillo e tre suoi amici, oggi tutti rinviati a giudizio, per violenza sessuale di gruppo. Un filmato che, nella versione integrale, dura più di cinque ore, ma che ha il suo momento cruciale tra il diciannovesimo e il ventiseiesimo minuto, quando, tutto d'un fiato, la studentessa riferisce alle militari la sua verità.

     

     

    vittorio lauria scherza con la presunta vittima di stupro vittorio lauria scherza con la presunta vittima di stupro

    Per poi specificare particolari che non sempre hanno tenuto alla verifica dei fatti. Ma quei primi 6-7 minuti sono importanti per cercare di scoprire, nelle increspature della sua voce, nel suo sguardo, nelle pause e nel linguaggio del corpo, chi sia davvero questa ragazza. Se sia una vittima o una bugiarda. O solo una giovane donna che ha parzialmente rielaborato, magari involontariamente, il sesso di gruppo a cui ha partecipato all'alba del 17 luglio 2019.

     

    Un cedimento alle pulsioni altrui che non si può escludere sia stato favorito dall'alcol ingerito e che la studentessa, a posteriori, potrebbe aver giudicato inaccettabile per la sua reputazione.

     

    Un'analisi di quel video è stata fatta, come abbiamo raccontato ieri, dalla psicologa incaricata dalla Procura di Tempio Pausania di stilare un profilo della giovane. Al termine del suo lavoro Cinzia Piredda, responsabile per la Sardegna della Società italiana di psicologia clinica forense, ha scritto: «Dal colloquio e dalla descrizione dei fatti emerge la difficoltà da parte di S. a esprimere la propria volontà e rispondere con un diniego a richieste poste dagli altri».

    vittorio lauria ciro grillo vittorio lauria ciro grillo

     

    E per giustificare queste sue conclusioni riporta tre episodi: «Quando S. descrive il momento in cui, seduta sotto il gazebo con i ragazzi, beve la vodka poco prima del secondo rapporto sessuale, assecondando senza opposizione il gesto di uno dei ragazzi []; quando chiede a R. (l'amica che si trovava con lei nella casa, vittima di molestie, ndr) di andar via, dopo il primo rapporto sessuale, ma la sua richiesta non viene accolta dall'amica» e S. «non insiste con R., nonostante racconti il suo disagio e accetta di rimanere ancora nella casa».

     

     

    E infine «quando racconta di un precedente rapporto sessuale non consenziente con il suo migliore amico, avvenuto in Norvegia nel maggio del 2018. Anche in questa occasione, secondo quanto riportato, emerge la difficoltà di S. a negarsi a un rapporto sessuale non desiderato». Ma nel racconto della italo-norvegese, anche nella parte ascoltata ieri sera a Controcorrente, qualcosa non torna, sebbene per la psicologa, «i particolari mancanti rispetto all'intera serata, rientrano - secondo un parametro di normalità - nei processi di funzionamento della memoria».

     

    vittorio lauria vittorio lauria

    Per esempio la ricostruzione del rapporto a tre con Grillo junior, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria è clamorosamente lacunoso. S. sostiene di essere stata bloccata in una posizione a «quattro zampe» da Vittorio, che era sotto di lei, mentre gli altri due facevano i loro comodi alle sue spalle. L'investigatrice l'ha incalzata: «Perciò tu non sei riuscita a vedere ognuno di loro». E S. ha confermato: «Io vedevo le loro gambe. Cioè sentivo i loro nomi, li sentivo proprio che mi toccavano». Il maresciallo ha insistito: «Quindi non riuscivi a vederli in faccia?». S. ha annuito: «In faccia no».

    vittorio lauria vittorio lauria

     

    Però ci sono almeno due video, uno di 25 secondi e un altro di 11 (ma di quella stessa scena esistono versioni di durata più breve) che raccontano tutt' altra storia. La studentessa non appare trattenuta con brutalità: in uno è in posizione supina e in un altro sotto di lei c'è Ciro Grillo e non Vittorio. Ha dimenticato tutto o ha preferito riportare solo in parte un rapporto che successivamente appare consenziente?

     

     

    Nei diversi filmati colpiscono le espressioni goliardiche di Ciro Grillo che fa le faccette mentre guarda uno degli amici che lo riprende con il cellulare. Il giovanotto sembra più interessato a farsi inquadrare dall'improvvisato «regista» che alla propria performance erotica. Stesso copione quando Ciro si avvicina di soppiatto con «il pisello in mano», per dirla con Beppe Grillo, a R. che sta dormendo sul divano.

     

    Insomma «un coglione» fatto e finito, sempre per citare il fondatore del Movimento 5 stelle. O almeno così appare in quei secondi di filmato. Nella narrazione di S., come ha puntualizzato Controcorrente, viene completamente rimosso un episodio di quella mattinata, quando la giovane, dopo il primo presunto stupro sarebbe andata con il suo stesso aguzzino e altri due imputati a comprare le sigarette nella frazione di Arzachena, distante pochi chilometri dall'appartamento.

    francesco corsiglia francesco corsiglia

     

    Di quella circostanza esisterebbe più di una prova. Per esempio nel processo che partirà il prossimo 16 marzo le difese chiederanno di esaminare le celle telefoniche, anche perché ci risulta che il telefonino di Capitta, intorno alle 7 del mattino, orario del passaggio dal bar tabacchi, avesse agganciato un ripetitore diverso da quella che copre l'appartamento. S. è davvero andata in paese con i tre? Se sì, perché non ha segnalato agli inquirenti quello spostamento? Pensava potesse rendere meno credibile la versione del primo stupro? Non lo sappiamo.

     

    edoardo capitta edoardo capitta

    Di certo, al ritorno nella casa dove soggiornavano i ragazzi, S. ride e scherza con Vittorio. Gli picchietta il naso con il dito medio come testimonia un video agli atti. Nella sua denuncia la presunta vittima descrive una trasformazione del ragazzo degna di dottor Jekyl e mister Hyde. Infatti dopo quel filmato scherzoso, sarebbe diventato un orco: «Si e alzato e mi ha preso per i capelli e me l'ha fatta bere (la vodka, ndr). Cioè me l'ha fatta bere tutta in un sorso».

     

    C'è anche la questione dei segni sul corpo di S. a dividere accusa e difesa. i medici della clinica Mangiagalli, che per primi hanno visitato S., il 25 luglio 2019, hanno evidenziato cinque lividi su braccio e avambraccio destro, e su entrambe le gambe. Segni che, in quel momento, sembravano coerenti con il racconto della giovane, la quale sosteneva di essere stata «tenuta ferma» dai suoi stupratori, in modo da impedirle «ogni forma di resistenza».

     

     

    Ma gli avvocati degli imputati si chiedono se queste aree di «soffusione verdastra del tegumento» non potrebbero essere conseguenza del kitesurf praticato dalla ragazza, uno sport che può lasciare segni a causa dell'attrito violento con le onde e la tavola. L'amica R. quando, nel pomeriggio del 17 luglio, andò a cercare S., non rilevò, però, nulla di particolare: «Non ho notato alcun segno sul corpo di S. quando sono andata a svegliarla». In un audio inviato subito dopo i fatti all'amica norvegese Mia, S. si dà quasi la colpa per quelle ecchimosi: «[] tutti questi lividi, non è che mi prenda cura di me perché la metà di quello che ho sulle braccia, non la avrei se, per esempio, mi prendessi cura di me []».

     

     

    Le difese hanno anche contestato un altro passaggio della testimonianza di S., questa volta riguardante Francesco Corsiglia: «Gli ho detto di smetterla, che era un animale e che era un grande stronzo. Però lui non ha smesso [] continuava a tirarmi i capelli indietro e a baciarmi sul collo e ha lasciato tipo dei succhiotti».

     

     

    PANORAMA - LE CARTE SEGRETE DEL CASO GRILLO PANORAMA - LE CARTE SEGRETE DEL CASO GRILLO

    Ma di questi segni, nelle foto dei giorni immediatamente successivi i legali degli imputati e il loro consulente Marco Salvi, medico legale, non sembrano aver trovato traccia. Ci sono, infine, le versioni discordanti su come siano tornate a casa le due presunte vittime dopo la notte trascorsa con i coetanei genovesi. Il 26 luglio in caserma S. dice: «Abbiamo trovato un taxi» e i ragazzi «non sono venuti ad accompagnarci fuori [] sono stati in casa».

     

     

    La militare chiede: «Chi l'ha chiamato tu o R.?». S. risponde sicura: «R.». Ma R. ha dato un'altra versione. Opposta. «S. chiedeva a Corsiglia di riaccompagnarci a casa» ha detto. «Veniva con noi anche Ciro che si sedeva davanti al lato passeggero, mentre io e S. ci sedevamo dietro». I genovesi proponevano di far colazione insieme e S. «diceva che voleva tornare subito a casa».

     

     

    Risultato: le due amiche sono state scaricate ad Arzachena, dove «S. chiamava un taxi». Nel verbale del 26 luglio la ragazza italo-norvegese ha affidato ai due marescialli anche gli ultimi feroci pettegolezzi messi in giro dai suoi stessi amici. Per esempio, i gossip sulla vacanza che aveva deciso di trascorrere in Brasile per fare kitesurf con il fidanzato della migliore amica di sua sorella: «Hanno iniziato a dire: "Eh, tanto si sa che sc, si sa che farete questo"...».

     

    Per questo S. ha deciso di rinunciare al viaggio: «Anche dopo tutta questa cosa (il presunto stupro, ndr) non ho più voglia di partire» ha ammesso. Ma i pettegolezzi andavano avanti da tempo, anche per colpa delle amiche a cui aveva affidato le confidenze sui suoi primi rapporti sessuali: «Dal nulla io sono incinta o non so quanta gente ho in giro. Adesso a quanto pare in Norvegia ho rotto mille cuori, sc... con mezzo mondo. Cioè cose così».

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