Andrea Arzilli e Rinaldo Frignani per il Corriere della Sera – Roma
casal bruciato
Dopo Torre Maura, Casal Bruciato. Ancora una famiglia rom al centro della sommossa, stavolta per una casa popolare in via Cipriano Facchinetti. E ancora una retromarcia del Campidoglio che, dopo le proteste dei residenti, decide di recepire la richiesta degli stessi assegnatari (che hanno sporto denuncia ai carabinieri per minacce, per ora non razziste) e cercare una nuova collocazione in un alloggio popolare in un' altra zona della città.
A pochi metri dalle proteste di domenica, nella parallela via Diego Angeli, una famiglia composta da quattro persone - rom di Pomezia con alloggio Erp assegnato dal Comune - vive invece barricata da una settimana in casa, tapparelle abbassate e solo rientri notturni, per evitare problemi. Segnali di una bomba sociale innescata, come conferma quello che è accaduto ieri sera: l' arrivo di residenti di Torre Maura per gemellarsi con quelli di Casal Bruciato, e la sortita di un gruppo di rom di un campo vicino per reagire al presidio di CasaPound. Intervento della polizia e tensione rientrata.
La famiglia cacciata domenica - padre, madre e sei figli (anche se per i residenti erano tutti adulti, tranne una bambina) - arrivava dal campo della Barbuta, a Ciampino. Proprio come altri nuclei rom rientrati in graduatoria - oltre 12 mila famiglie in totale - dopo la scelta della «terza via» per il superamento degli insediamenti voluta dal Campidoglio.
Al momento sarebbero 45 le famiglie nomadi in procinto di prendere possesso di una casa popolare. Per 15 sarebbe addirittura questione di giorni. E si capisce che in questo clima ogni nuovo ingresso, che il Campidoglio assicura stavolta farà vigilare dalla forza pubblica, potrebbe rappresentare una nuova sommossa.
casal bruciato protesta anti-rom
«Intollerabile e vergognoso quanto avvenuto ai danni di legittimi assegnatari di un alloggio popolare», posta l' assessora alle Politiche abitative, Rosalba Castiglione. Mentre la sindaca Virginia Raggi e il vice premier Luigi Di Maio si scagliano contro il «clima d' odio» portato nelle periferie «da Casapound». Stoccata all' ultradestra che, in chiave elezioni europee, arriva fino al leader della Lega Matteo Salvini.
«Un inferno montato da facinorosi ed esponenti di estrema destra che istigano all' odio razziale e alla paura», ribadisce Castiglione prima di spiegare come funziona la procedura di assegnazione delle case popolari che concesse «esclusivamente sulla base della graduatoria, secondo la normativa regionale vigente e i bandi comunali», dice l' assessora. L' ultimo bando è datato 2012, allora il sindaco era Gianni Alemanno. Per la privacy dal Campidoglio non vengono forniti troppo dettagli: si sa che in quell' anno la famiglia rom di via Facchinetti aveva presentato domanda per un alloggio popolare. In sette anni ha scalato la graduatoria, forse perché proveniente da una situazione disagiata. Ora li attende comunque una casa, ma in un altro quartiere. Segreto.
casal bruciato protesta anti-rom
2. BASTANO OTTO ROM PER SCENDERE IN PIAZZA " NIENTE CASA POPOLARE"
Paolo G. Brera e Luca Monaco per la Repubblica
Tra i mutandoni bianchi stesi ad asciugare sul suo terrazzino in un grande palazzo popolare di Casal Bruciato, nella popolosa e disastrata periferia romana, un uomo ha appeso un cartello scritto a pennarello: « Casa solo ai terremotati, agli invalidi o agli italiani».
Ai rom no, non se ne parla nemmeno se ne hanno pieno diritto, neppure se sono in cima alla graduatoria, come Agan Omerovic, ferraiolo bosniaco di Vlaseniça, marito e papà di sei figli cacciati via domenica tra le minacce: « Se entrate vi ammazziamo, nel quartiere non vi vogliamo.
Vi bruciamo vivi » , ha messo nero su bianco sporgendo denuncia con l' aiuto di Opera nomadi.Riecco il modello Torre Maura: i residenti scendono in piazza a urlare che «prima vengono gli italiani» e fan barricate coi cassonetti, i neofascisti di CasaPound arrivano lesti con il megafono per incassare il dividendo politico, aizzando la rivolta. Al posto della famiglia rom, ufficialmente assegnataria da venerdì della casa appena liberatasi, ieri mattina si sono presentati la ventenne Noemi e Nicolò, il suo bimbo di sei mesi, italiani senza diritto per una ragione insindacabile: «Non hanno mai chiesto una casa », spiega il Campidoglio.
casal bruciato protesta anti-rom
« Possibile che le diano ai rom, che sappiamo come si mantengono, e non a una giovane italiana costretta a vivere dalla nonna con altre cinque persone?», domandano i vicini prendendone apertamente le parti. Arrivata di buon ora, Noemi aveva buttato giù la porta con l' aiuto del papà, cambiando la serratura: «Qui abbiamo sempre fatto così, se aspetti le graduatorie...», la assolvono i vicini mancati, ora che lei e il bimbo sono stati buttati fuori dalla polizia. « Una agente mi ha detto che se fossi rimasta mi avrebbero fatto 25mila euro di multa e mi avrebbero tolto il bambino » , racconta la mamma sul ballatoio.
Perché non ha fatto domanda per l' assegnazione di una casa, Noemi? «Mamma l' ha fatta 25 anni fa e non l' ha avuta. Io non ci ho neanche provato», dice; e anche questo è un bel guaio, in una città che ha cambiato giunte e colori ma l' emergenza abitativa l' ha solo scalfita.
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Domenica, quando la famiglia rom si è presentata coi documenti in regola e ha chiamato il fabbro, è stata respinta dalle proteste. Ieri, quando Noemi, che non ha mai rivendicato i suoi diritti, ha buttato giù la porta, son scesi tutti a darle man forte, «brava Noemi», «se serve qualcosa eccoci, poverina».
«Aspettiamo la revoca dell' assegnazione, siamo pronti a dormire qui » , urla il megafono di Casa-Pound. « Non ci fa paura - replica la sindaca Raggi - è paradossale che a impedire l' ingresso in un appartamento siano gli stessi che occupano abusivamente un intero stabile in centro».
«Sfrattano i romani per dare casa ai rom: a Simone di Torre Maura questo je sta bene?», recita il cartello del presidente del Comitato di quartiere, Fabrizio Montanini. La presidente del IV municipio, la cinquestelle Roberta Della Casa, ci mette la faccia spiegando che i diritti vanno rispettati: « Vivono in Italia dal '92, e hanno avuto accesso all' alloggio popolare in base al punteggio attribuito col bando del 2012 fatto dal sindaco Alemanno: le persone che vengono da situazioni di disagio come i campi rom ottengono ben 18 punti in graduatoria. La destra richiama i diritti per gli italiani contro il bando pubblicato da loro stessi».
virginia raggi
In effetti, sembra scritto per favorire l' assegnazione a famiglie numerose come gli Omerovic, che provengono dal campo La Barbuta. È in via di smantellamento coi fondi europei. Ci vivono 101 famiglie, 19 in regola coi titoli per la casa popolare grazie al bando di Alemanno. Dodici l' hanno avuta senza una protesta. Sei l' avranno se l' ultradestra non aizzerà altre guerriglie contro quelli che vogliono smantellare i campi. Cioè, soprattutto contro loro stessi
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