1 – RENZI SPAVENTA IL PD: FEDELE SOLO ALL' ITALIA NEL MIO FUTURO C' È ALTRO
Laura Cesaretti per “il Giornale”
matteo renzi in senato 2
«Dobbiamo lealtà non alla Ditta ma al Paese»: Matteo Renzi lascia cadere lì la frase, nel corso di una diretta fiume su Facebook nella quale dice la sua sul voto. Ed è una frase che fa subito drizzare le antenne a chi, nel Pd «derenzizzato», attende un segnale dell' ex premier per fare «qualcosa di nuovo».
A tutti coloro che scalpitano per le scelte del nuovo segretario, la virata verso la sinistra tradizionale, il ritorno degli scissionisti bersanian-dalemiani («Che non hanno portato neanche il voto dei loro parenti», fa notare un deputato dem), le proposte troppo simili a quelle dei Cinque Stelle. E l' eccessivo trionfalismo sul risultato delle urne: «Abbiamo perso 100mila voti rispetto alle Politiche», fa notare Carlo Calenda, recordman delle preferenze.
RENZI CALENDA
«Un buon pareggio - lo definisce Renzi - eravamo secondi nel 2018, siamo secondi oggi. Esagerava chi dava il Pd per morto un anno fa, esagera chi usa toni trionfalistici oggi». L' ex leader ci tiene però a sottolineare che una vittoria c' è stata, ed è quella dei «magnifici» sindaci dem, molti dei quali vengono dalle sue file: Nardella a Firenze, Gori a Bergamo (che ha vinto, sottolineano i renziani, grazie ad una sua lista civica che ha preso il 28%, superando di molto il Pd), De Caro a Bari, Ricci a Pesaro.
MATTEO RENZI E CARLO CALENDA COME AL BANO E ROMINA
«Non sono renziani, come è stato scritto, ma molti di loro vengono dalla Leopolda, che si conferma una grande scuola di formazione politica». Ed è proprio da questa ossatura, l' unica che secondo Renzi «ha il radicamento e la capacità di tenere insieme le realtà territoriali», che il «senatore semplice di Scandicci» pensa si debba partire per fare qualcosa di nuovo. E forse non è un caso se anche Zingaretti pensa ad un sindaco come futuro candidato premier: Beppe Sala, primo cittadino di quella Milano dove il Pd ha registrato un boom elettorale.
cristina parodi giorgio goripremio e' giornalismo 2018 11
La «squadra straordinaria» dei sindaci e la rete dei «comitati civici», lanciati all' ultima Leopolda, che ora - annuncia Renzi - verranno chiamati a raccolta a livello nazionale a Milano, il 12 luglio: «E ne vedremo delle belle», promette, invitando i suoi follower a «impegnarsi per farne nascere tanti, contro un governo che sta portando l' Italia al disastro».
Ad alcuni fedelissimi, che si sfogavano con lui contro il nuovo corso zingarettiano e lo sollecitavano a muoversi, qualche giorno prima del voto Renzi ha risposto: «Calma, adesso bisogna stare fermi.
matteo renzi (3)
Ma è chiaro che nel futuro sarà necessario costruire un nuovo progetto». Quando? Non è chiaro, anche perché per «rompere» con il Pd serve un motivo. Ma Renzi avverte: «È scritto che, di qui a qualche mese, anche il fenomeno Salvini scoppierà, come sono scoppiati i Cinque Stelle, anche grazie al nostro no ad un accordo con loro. Dobbiamo farci trovare pronti». Già in autunno, quando si dovrà metter mano alla manovra, Renzi vede il rischio di una implosione: e infatti annuncia una «edizione speciale della Leopolda» per il 18 ottobre.
renzi nardella
Alla necessità di un «progetto nuovo» crede anche Calenda, quando spiega che per costruire una coalizione vincente, alternativa alla destra salviniana, serve «un centro liberale e democratico forte», quel partito «alla Macron» tante volte evocato e che oggi, grazie alla crescita dei partiti che fanno riferimento all' Alde e al loro ruolo determinante in Ue, riprende vigore. Resta da vedere come si possa costruire un contenitore, fuori dal Pd ma al suo fianco, che metta d' accordo ingombranti primedonne come l' ex ministro e l' ex premier, sindaci abituati al comando nelle loro città e leader sindacali di prima linea come Marco Bentivogli, che con Calenda già lavora al progetto.
2 – RENZI CHIAMA A RACCOLTA I SUOI COMITATI E FRENA ZINGARETTI: "NULLA DA FESTEGGIARE"
Carlo Bertini per “la Stampa”
matteo renzi in senato 1
Matteo Renzi come tutti è appeso all' evoluzione del quadro politico, ma tanto per dare una dimostrazione di forza chiama a raccolta il 12 luglio a Milano i suoi Comitati civici, in una giornata contro «questo governo e le fake news». Perché «in questa vittoria di Salvini c' è una cosa positiva, cresce la voglia di lottare e di battersi. E noi siamo pronti a lottare con i Comitati civici e con i nostri amministratori e con chi è impegnato nel Pd per restituire all' Italia il gusto di sorridere».
Competition con Calenda
A questo primo appuntamento dei Comitati «ne vedremo delle belle», promette Renzi lanciando anche la decima edizione della Leopolda dal 18 al 20 ottobre come «un' edizione speciale per tantissimi motivi». Insomma, una chiamata alle armi, che in qualche modo lancia la suggestione di una sua forza politica autonoma (lui non ne fa cenno ma tant' è), che potrebbe essere creata in tandem o in concorrenza con quella che ha in animo di costruire Carlo Calenda come costola dei Dem.
marco bentivogli carlo calenda
Entrambi concorrono sulla stessa platea potenziale e quindi vincerà chi si muoverà per primo. Ed entrambi hanno il problema di non poter mollare a cuor leggero il Pd: il primo perché ne è stato segretario e il secondo perché appena eletto come europarlamentare. Ma tutto dipenderà da cosa succederà nel governo. «Salvini ha vinto le europee ma non ha preso il 41% che prendemmo nel 2014. Il Pd ha vinto le amministrative e Di Maio ha perso tutto, ma scommetto che resterà attaccato alla poltrona».
Stop alle sirene pro-grilline
matteo renzi in senato legge il suo libro
Renzi però sente montare un' aria minacciosa nei confronti di Di Maio, lo dimostrano uscite tipo quelle di un fedelissimo come Paragone. Che possono far presagire una resa dei conti. E quindi mette le mani avanti per stoppare qualsiasi ritorno di fiamma verso i grillini, attribuendosi in un certo senso il merito del loro flop.
«Oggi la tattica del pop-corn dona una nuova chance al Pd e mostra l' insussistenza del M5s.
NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI
Se si sta sgonfiando lo dobbiamo a tanti di noi che un anno fa hanno detto no all' accordo.
Non ci dicano grazie ma non ci provino più, perché vecchi e nuovi notabili lo rifarebbero».
I due scenari possibili
SALVINI RENZI
Ma il pallino lo ha in mano Matteo Salvini e dunque dalle parti dell' ex segretario si ragiona su due possibili scenari: se si votasse a settembre, i parlamentari a lui fedeli verrebbero falcidiati dalle liste e lui sarebbe uno dei pochi a salvarsi con il suo collegio blindato a Firenze. Discorso diverso se invece si votasse tra un anno: a quel punto ci sarebbe anche tempo per costruire una formazione di centro moderato da far alleare col Pd. Partito sul cui futuro Renzi si professa «straordinariamente ottimista», senza fargli però troppi complimenti.
L' ex leader manda un avviso al suo successore Zingaretti. Reo di aver liquidato l' argomento che il Pd ha preso meno consensi del 2018 «come le comiche finali di una stagione politica superata».
Il colpo ai vari Prodi e Bersani
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In diretta Facebook, Renzi sentenzia che «non c' è niente da festeggiare, siamo arrivati secondi come nel 2018 e abbiamo perso 120 mila voti. Poi certo il Pd ha guadagnato 4 punti percentuali, ma è normale, perché hanno votato Pd i D' Alema, i Bersani, Prodi che aveva votato nel 2018 un altro partito. È stato importante aver fatto tutti una campagna senza polemiche. Ma se avessimo avuto noi la stessa lealtà anche in passato avremmo ottenuto risultati migliori. Certo è un inizio, sarebbe assurdo dire che è una grande vittoria, ma è un piccolo passo avanti di cui siamo contenti».
calenda bentivogli
E dunque si preannuncia scoppiettante la Direzione convocata da Gentiloni domani pomeriggio, dove potrebbe riandare in scena lo scontro tra maggioranza e renziani. Con buona pace dei ballottaggi alle comunali e della prova unitaria data fino all' altro ieri limitando al massimo gli effetti del «fuoco amico».