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Massimiliano Peggio per www.lastampa.it
Nessun legame con la vittima, nessun movente apparente.
L' omicidio che ha sconvolto Torino per la sua brutalità, avvenuto lo scorso 23 febbraio, in una bella mattina di sole su un viale pedonale lungo il Po a ridosso del centro, sarebbe stato commesso da uno squilibrato.
Un folle. Poteva accadere a chiunque. Un italiano di origini marocchine si è costituito, ieri sera, dicendo di essere l' assassino di Stefano Leo, l' uomo di 33 anni, ucciso con una coltellata alla gola mentre andava al lavoro a piedi, commesso nel negozio K-way nella centralissima via Roma. Lo ha ucciso per caso.
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Ha 27 anni, piccoli precedenti con la giustizia. Ai carabinieri del comando provinciale di Torino ha fatto ritrovare l' arma del delitto. Un coltello da cucina, gettato in una zona periferica della città. «Ecco vi faccio vedere dove l' ho buttato, in una cassetta dell' elettricità» ha detto agli investigatori della sezione omicidi. La soluzione del giallo è arrivata nel giorno della passeggiata con palloncini rossi in memoria di Stefano, per chiedere alle autorità di non dimenticare e di continuare a cercare con forza la verità su questo delitto indecifrabile.
Una passeggiata organizzata dal papà, Maurizio Leo, e dagli amici. Un centinaio di persone, tra cui anche la sindaca, Chiara Appendino, che ha sfilato accanto al padre, facendo sentire la vicinanza della Città.
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Il giovane, interrogato dai pm Enzo Bucarelli e Ciro Santoriello, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto.
«Le numerose fonti di prova raccolte nonché il lavoro investigativo condotto in questo mese - dicono gli inquirenti - ci ha consentito di trovare i primi riscontri, tra cui l' arma del delitto, comprese le dichiarazioni confessorie rese dal fermato».
Il giovane si è presentato negli uffici della questura nel pomeriggio di ieri, poche ore dopo la marcia. Prima è andato in questura. La polizia lo ha subito accompagnato presso il comando dei carabinieri, per competenza, in quanto titolari dell' indagine. «Dopo i dovuti preliminari accertamenti sulla dinamica raccontata dal soggetto - aggiungono gli inquirenti - continuano le indagini per la raccolta di ulteriori riscontri al delitto ai fini di chiarirne anche il movente, per quanto sia incomprensibile».
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La svolta ha lasciato attonito il padre. «Mio Dio, è stato un folle. La via di mio figlio è stata stroncata da un folle» dice Maurizio Leo, in lacrime, poco minuti dopo aver saputo che l' assasino di suo figlio era in manette. «Sono qui a casa con i miei bimbi piccoli - dice al telefono - Me li lasci abbracciare un attimo. Non ci credo ancora. È una cosa che mi toglie il fiato. Speravo di avere risposte da settimane. E adesso sono sconvolto».
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