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    VALE SEMPRE! – ROSSI TORNA SUL PODIO DOPO UN ANNO E TRE MESI E PRENDE A SPORTELLATE LA YAMAHA: "SARO’ ANCHE VECCHIO MA FINCHE’ SONO IN PISTA DEVE CREDERE IN ME. HO COMBATTUTO 4 GIORNI PER IMPORRE LE MIE MODIFICHE ALLA MOTO…” – LA FRUSTRAZIONE DEGLI ULTIMI TEMPI: “ERO TROPPO LENTO, NEL BOX NON AVEVAMO PAROLE, INIZIAVO A CHIEDERMI SE NON FOSSE ARRIVATO IL MOMENTO DI RIMANERE A CASA. MA CON L’ETA’ E’ AUMENTATA ANCHE LA COCCIUTAGGINE…” - VIDEO


     
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    Matteo Aglio per la Stampa

     

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    Lasciata la moto al parco chiuso, ai piedi del podio, Quartararo si è avvicinato a Valentino. «Facciamo una foto insieme?» gli ha chiesto. Eccoli in posa, il futuro della Yamaha e quello che era stato bollato come il passato, ma che ieri ha dimostrato di essere ancora parte del presente. Insieme a loro Viñales, per una tripletta che ha fatto piangere di gioia anche gli impassibili giapponesi.

     

    Vero che mancava Marquez, e anche che la Ducati di Bagnaia si è fermata in una nuvola di fumo bianco a una manciata di giri dal traguardo quando il 2° posto è una formalità, ma per Iwata ieri è comunque stata festa grande a Jerez.

     

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    Fabio ha approfittato alla perfezione dell' assenza di Marquez per confermarsi in testa alla classifica a punteggio pieno, comandando la gara dalla prima all' ultima curva senza una sbavatura. Maverick è alle sue spalle, battuto ma contento, e poi la ciliegina del Dottore, che col 3° posto in gara è tornato a salire sul podio dopo un anno 3 mesi e 14 giorni dall' ultima volta. Per festeggiare si è sbracciato davanti alle tribune vuote, «Avrei voluto abbracciare tutti i tifosi».

     

    È sembrata una domenica dolcissima, ma Rossi ha voluto aggiungere un pizzico di peperoncino. Il suo podio numero 199, «Che questa volta vale una vittoria», è stata l' occasione per togliersi dalla scarpa qualche sassolino che lo infastidiva da mesi. Lo sentiva dopo ogni domenica in cui sembrava la controfigura di se stesso. «Mi dicevo: sarò vecchio ma non può essere vero.

     

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    Ero troppo lento, nel box non avevamo parole, iniziavo a chiedermi se non fosse arrivato il momento di rimanere a casa» ha confessato. La scorsa domenica aveva fatto la figura del debuttante, prima che il motore della sua Yamaha si ammutolisse (stessa cosa successa ieri a Morbidelli quando sentiva il profumo del podio) mettendo fine al suo calvario.

     

    Sembrava essere tornato ai tempi della Ducati, con la differenza che gli altri piloti con la M1 facevano faville. Era un pensiero che cercava di ricacciare indietro, del resto aveva già deciso di continuare anche il prossimo anno. «Però ero preoccupato» ha detto ed è stato come se si fosse liberato di un peso. Tutto andava contro di lui, Quartararo e Viñales che volavano con la stessa moto, con cui lui invece litigava ogni volta che ci saliva. «In Yamaha mi dicevano: hai 41 anni, impara a guidarla come fanno loro - ha ricordato -. E in un certo senso li capivo».

     

    Però Valentino non ha voluto arrendersi, e lunedì scorso ha iniziato la sua battaglia personale, in palio c' era il futuro.

     

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    «Ho combattuto per quattro giorni insieme alla squadra per imporre le mie scelte, provare quelle modifiche a cui pensavo per fare diventare la M1 di nuovo mia» la risposta. I problemi erano iniziati a fine 2018, quando gli ingegneri giapponesi avevano studiato un nuovo assetto per non consumare troppo la gomma posteriore. «Il problema non si era risolto e in più non riuscivo a guidare. Non mi divertivo».

     

    Contemporaneamente Rossi scopriva di avere perso il suo peso politico, le nuove generazioni avanzavano e la loro voce (e i loro risultati) valevano più della sua.

     

    Il Dottore si è appoggiato agli amici: «I piloti della mia Academy, Uccio e Albi, la mia fidanzata, la mia squadra, sono loro che mi hanno aiutato quando la frustrazione raggiungeva i livelli di guardia».

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    Ha vinto la sua partita e ieri ha fatto vedere di avere ragione.

     

    Forse con l' età è aumentata anche la cocciutaggine ed è stata un' alleata per uscire dal gorgo in cui si sentiva invischiato.

     

    «Sarò anche vecchio, ma finché sono in pista devono credere in me» il messaggio. Rossi non ha voglia di gettare la spugna, vuole sorprendere. «Sono ottimista, questa occasione era quella giusta per mettere un po' di pressione a Yamaha» si è congedato con un sorriso.

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    Fra due settimane sarà a Brno, una pista amica, come ora lo è la sua moto.

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