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    RULA DETTA LE REGOLE (E LICENZIA AMADEUS CHE L'HA INVITATA) - ''SARÀ VALSA LA PENA ANDARE LA FESTIVAL SE NEL 2021 SARÀ GUIDATO DALLE DONNE''. E RIVELA ANCHE CHI ERA LO STUPRATORE DELLA MADRE, CHE FINÌ PER SUICIDARSI. ''È STATO IL SECONDO MARITO DI MIA NONNA, FACEVA LO STESSO CON LE ALTRE FIGLIE. TRATTAVA LE DONNE COME SE FOSSERO SCHIAVE, PROPRIETÀ. 'SE HAI UN FRUTTO IN CASA, NON HAI IL DIRITTO DI ASSAGGIARLO?', DICEVA - MIO PADRE INVECE CI MISE IN UN ORFANOTROFIO PERCHÉ…''


     
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    1. RULA JEBREAL A MEZZ'ORA IN PIÙ: "CHI È LO STUPRATORE DI MIA MADRE", I DETTAGLI DEL DRAMMA

    RULA JEBREAL SI EMOZIONA SUL PALCO DI SANREMO RULA JEBREAL SI EMOZIONA SUL PALCO DI SANREMO

    Da www.liberoquotidiano.it

     

    Rula Jebreal dalla Annunziata rivela il dramma della madre: "Ecco chi l'ha stuprata"

    Rula Jebreal con il suo monologo al Festival di Sanremo, ha portato il tema della violenza sulle donne sul palco dell’Ariston, raccontando della madre Nadia, morta suicida quando lei aveva 5 anni dandosi fuoco, dopo essere stata brutalizzata e stuprata. In collegamento da Parigi, è intervenuta al programma Mezz’ora in più di Lucia Annunziata su Rai Tre, domenica 9 febbraio.

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    “È stato il secondo marito della madre a stuprarla, ha fatto lo stesso con le altre figlie. Lui trattava le donne come fossero schiave, proprietà. In un confronto con mia madre avvenuto prima della sua fuga da casa, le disse una frase che mi fa venire ancora adesso la pelle d’oca: ‘Se hai un frutto in casa, non hai il diritto di assaggiarlo?’. Questi criminali pensano che le donne siano una loro proprietà privata, da usare e abusare come credono”.

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    2. RULA JEBREAL: "SARÀ VALSA LA PENA ANDARE AL FESTIVAL SE IL PROSSIMO ANNO SANREMO SARÀ GUIDATO DALLE DONNE"

    Da www.huffingtonpost.it

     

    Rula Jebreal è uno dei personaggi della settimana. Con il suo straziante monologo ha fermato il Festival di Sanremo, portando il tema della violenza sulle donne sul palco dell’Ariston. Ha raccontato della madre Nadia, morta suicida quando lei aveva 5 anni: si è data fuoco, dopo essere stata brutalizzata e stuprata. In collegamento da Parigi, interviene al programma Mezz’ora in più di Lucia Annunziata.

     

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    “Mia madre non ha avuto le mie opportunità”, racconta su Rai 3 Jebreal, docente della Facoltà di Scienze Politiche all’Università di Miami, “Era una donna semplice. È stato il secondo marito della madre a stuprarla, ha fatto lo stesso con le altre figlie. Lui trattava le donne come fossero schiave, proprietà. In un confronto con mia madre avvenuto prima della sua fuga da casa, le disse una frase che mi fa venire ancora adesso la pelle d’oca: ‘Se hai un frutto in casa, non hai il diritto di assaggiarlo?’. Questi criminali pensano che le donne siano una loro proprietà privata, da usare e abusare come credono”. 

     

    RULA JEBREAL RULA JEBREAL

    Per lungo tempo ha deciso di non parlare di quanto accaduto a sua madre: “In orfanotrofio, noi bambine ci raccontavamo queste storie per esorcizzarle. Ho trascorso lì tutta l’adolescenza e l’infanzia. Quando ho sceso le scale dell’aereo che mi ha portato in Italia, un paese libero che mi ha accolto, ho voluto nascondere questa verità. Poi ho lavorato nel consiglio di Macron e ho conosciuto Nadia Murad, attivista yazida stuprata dall’Isis. Lei ha avuto il coraggio di parlare, di denunciare le migliaia di donne yazide vendute come schiave, come se non fossero essere umani. Lei mi ha dato il coraggio. L’unica mia richiesta per la partecipazione a Sanremo era poter parlare di questo tema di cui mi occupo”. 

     

    Rula Jebreal Rula Jebreal

    Per questo spera che il suo monologo sia servito a qualcosa: “Se è valsa la pena andare al Festival? Dipende se il prossimo anno le donne saranno protagoniste, guidando il Festival, occupando ruoli decisionali, magari come direttore artistico. Vorrei vedere dieci donne a Sanremo, ma vorrei vederle nei posti di potere vero. Sarà valsa la pena se la conversazione non è limitata a Sanremo ma continua nel paese, se le donne stuprate o molestate hanno la possibilità di parlare chiaramente. Ma soprattutto se iniziamo a cambiare il linguaggio, smettendo di dare la colpa alle donne”. 

     

    Rula Jebreal Afef Rula Jebreal Afef

    Le donne, ribadisce Rula, devono poter occupare “il tavolo delle trattative”: “Spero di vederle nei posti di potere. Femministe di destra e sinistra, alleatevi su questo tema. Se una di noi ha un minimo di libertà, deve aiutare le altre”, dice citando la poetessa afroamericana Maya Angelou.

     

    In questo percorso, gli uomini devono essere complici delle donne: “Mio padre era un guardiano della moschea. Devo moltissimo a lui. Ci ha messo in un orfanotrofio perché stava morendo, aveva un cancro. Credeva nell’istruzione delle donne, per lui era un biglietto verso la libertà. Ci sono stati momenti in cui ha dovuto scegliere se pagare i medicinali o la nostra istruzione. Sono qui per il suo sacrificio. Lui mi ha fatto credere che gli uomini possono essere nostri complici”. 

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