• Dagospia

    “SOLDI DELLA RUSSIA AI PARTITI? MAI CHIESTO SOLDI E MAI PRESO SOLDI. FUORI NOMI E COGNOMI. CHI HANNO PAGATO?” – SALVINI A “CARTABIANCA” VA AL CONTRATTACCO SUL DOCUMENTO BOMBA DELL'INTELLIGENCE USA, SECONDO CUI MOSCA AVREBBE FINANZIATO PARTITI DI ALTRI PAESI CON 300 MILIONI DI DOLLARI DAL 2014, E MINACCIA QUERELE – I SOSPETTI DI "ALCUNI OSSERVATORI" A PROPOSITO DELLA LEGA: “POTREBBE AVER RICEVUTO FONDI DAI SERVIZI SEGRETI DEL CREMLINO” – LE MOSSE DEL COPASIR, IL GIALLO DEL TWEET DI CROSETTO POI CANCELLATO E QUELLE PAROLE NEL RAPPORTO: “L’ITALIA? UN BERSAGLIO PER IL CREMLINO”


     
    Guarda la fotogallery

    REPORT BOMBA

     

    https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/americani-sono-puntuali-12-giorni-elezioni-arriva-report-324356.htm

     

     

     

    Da adnkronos.com

     

    MATTEO SALVINI E PUTIN MATTEO SALVINI E PUTIN

    "Dicano nomi e cognomi: chi hanno pagato?". Matteo Salvini, segretario della Lega, a Cartabianca risponde alle domande sulle notizie basate su informazioni dell'intelligence Usa, secondo cui la Russia avrebbe finanziato partiti di altri paesi con 300 milioni di dollari dal 2014.

     

     

     

    "Gli unici che hanno preso soldi dalla Russia in passato sono stati i comunisti e qualche quotidiano italiano. Liberi di farlo... Io non ho mai chiesto soldi e non ho mai preso soldi. La Lega querela? Ci credo... L'emergenza di chi è davanti al televisore sono le bollette... Dicano nomi e cognomi: chi hanno pagato? Se la Russia ha pagato il Pd, è giusto che si sappia", dice Salvini. "L'unico paese straniero che nella mia attività politica mi ha offerto un viaggio tutto pagato e spesato, che poi non feci, furono gli Stati Uniti. Io non ci andai, altri ci andarono pagati dal governo americano, liberi di farlo".

     

     

     

    IL DOCUMENTO

    Giuseppe Sarcina per corriere.it

     

     

    SALVINI PUTIN SALVINI PUTIN

    Il governo russo ha speso, o meglio, investito almeno 300 milioni di dollari dal 2014 in avanti per cercare di «influenzare» i politici di almeno 24 Paesi. È il messaggio inviato lunedì 12 settembre dal segretario di Stato Antony Blinken alle ambasciate e ai consolati Usa con sede soprattutto in Europa, ma anche in Africa e nel Sud-Est asiatico. Non ci sono i nomi, però, né dei Paesi interessati, né dei partiti o di singoli dirigenti politici che avrebbero beneficiato dei finanziamenti «coperti» distribuiti dal Cremlino.

     

    La notizia riapre la polemica sulle manovre pianificate da Mosca per condizionare le dinamiche politiche e sociali in altri Stati, specie quelli schierati con l’Alleanza atlantica. E chiaramente la mossa americana cade in un momento delicato per l’Italia, in piena campagna elettorale.

     

    WOJCIECH BAKUN CONSEGNA POLEMICAMENTE A SALVINI LA MAGLIETTA DI PUTIN WOJCIECH BAKUN CONSEGNA POLEMICAMENTE A SALVINI LA MAGLIETTA DI PUTIN

    Il documento firmato da Blinken è stato concepito come un atto interno alla diplomazia americana. Anche se il segretario di Stato invita gli ambasciatori a «sollevare il problema» con le autorità dei Paesi che li ospitano. Il governo guidato da Mario Draghi fa sapere di non essere stato contattato.

     

    Le informazioni provengono da un nuovo rapporto dei servizi segreti Usa e si inseriscono in un filone di indagine iniziato almeno 7-8 anni fa. In un primo tempo gli analisti americani hanno ricostruito le manovre del Cremlino per disturbare la campagna presidenziale del 2016 negli Stati Uniti. I democratici accusarono Donald Trump di aver cospirato con Putin per danneggiare Hillary Clinton.

     

    L’inchiesta venne affidata al super procuratore Robert Mueller che il 22 marzo 2019 consegnò un mastodontico rapporto, sostanzialmente con due conclusioni. Primo: il Cremlino aveva cercato di favorire Trump. Secondo: non c’erano prove di una collusione tra l’allora candidato repubblicano e il vertice russo.

     

    SALVINI PUTIN SALVINI PUTIN

    In parallelo si mosse anche la commissione Affari esteri del Senato americano. Era il 2017, i repubblicani, allora in maggioranza, si rifiutarono di partecipare alle indagini. I democratici, comunque, completarono un dossier, un «minority report», datato 10 gennaio 2018. Titolo: «L’assalto asimmetrico di Putin alla democrazia in Russia e in Europa, implicazioni per la sicurezza Usa».

     

    salvini putin salvini putin

    Il testo dedica largo spazio ai tentativi di destabilizzazione o di condizionamento nei Paesi baltici, in Ucraina, Georgia, Montenegro, Serbia, Bulgaria ed Ungheria. Ci sono anche tre pagine dedicate all’Italia. I parlamentari puntano l’attenzione sulle «posizioni anti-establishment» e favorevoli alla Russia del Movimento 5 Stelle. Ma osservano che «non ci sono prove di finanziamenti corrisposti al Movimento 5 Stelle da fonti legate al Cremlino».

     

    Viceversa si riportano «i sospetti» di «alcuni osservatori» a proposito della Lega: «Potrebbe aver ricevuto fondi dai servizi segreti del Cremlino». Come è noto il vertice leghista, a cominciare da Matteo Salvini, ha sempre negato qualsiasi legame economico con Putin.

     

    In ogni caso il rapporto firmato dai senatori democratici, oggi in maggioranza, si concludeva con queste parole: «L’Italia può essere un bersaglio per il Cremlino», favorendo quelle posizioni «che possono indebolire l’unità europea sulle sanzioni (quelle del 2014, ndr) contro la Russia»

    salvini con la maglietta di putin salvini con la maglietta di putin PUTIN E SALVINI BY ELLEKAPPA PUTIN E SALVINI BY ELLEKAPPA vladimir putin brinda con giuseppe conte e salvini con savoini sullo sfondo vladimir putin brinda con giuseppe conte e salvini con savoini sullo sfondo matteo salvini vladimir putin gianluca savoini matteo salvini vladimir putin gianluca savoini antony blinken in ucraina 1 antony blinken in ucraina 1 SALVINI PUTIN 22 SALVINI PUTIN 22

     

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport