1. ROMA, UN CONCERTO IN BASILICA RILANCIA LA BEATIFICAZIONE DEL COMMISSARIO CALABRESI
Franca Giansoldati per www.ilmessaggero.it
LUIGI CALABRESI
Un concerto nella basilica di Santa Maria degli Angeli, a Roma, per rilanciare l'iter della beatificazione per martirio - «in odium fidei», in odio della fede - del commissario Luigi Calabresi. A 45 anni dalla morte del vice capo dell'Ufficio politico della Questura di Milano, ucciso il 17 maggio 1972, vittima di un attentato i cui mandanti furono individuati (dopo molti anni) nelle persone di Ovidio Bompressi, Leonardo Marino, Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri, tutti esponenti di Lotta continua, riprende a parlare di una sua possibile beatificazione.
Giorgio Pietrostefani - Omicidio Luigi Calabresi
Il funzionario implicato nel «caso Pinelli» che aveva attivamente partecipato alle indagini sulla strage di piazza Fontana nel dicembre del 1969, è già considerato dalla Chiesa Servo di Dio, martire per la giustizia. Qualità cristiane che furono riconosciute a suo tempo da Paolo VI e Giovanni Paolo II (lo definì «Testimone del Vangelo ed eroico difensore del bene comune»). Nel 2007 il cardinale Camillo Ruini concesse il nulla osta per l'avvio della fase preliminare della causa di beatificazione.
L'autorizzazione riguardava la raccolta di documenti e testimonianze promossa da un sacerdote, don Ennio Innocenti, un sacerdote noto per le sue posizioni ultra conservatrici. Il materiale raccolto venne anche sottoposto al cardinale di Milano, Tettamanzi, la città dove Calabresi prestava servizio e dove subì una pesante campagna stampa con l'accusa di avere responsabilità nella morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli, ritrovato morto sull'asfalto del cortile della questura a seguito di un interrogatorio proprio nell'ufficio del commissario.
ADRIANO SOFRI
Subito dopo l’assassinio di Calabresi, don Ennio Innocenti, iniziò a battersi per il riconoscimento del martirio del commissario, avvenuto al culmine di una feroce campagna, in un clima di sospetto e di odio crescente. Nel 2015 il religioso scrisse anche un libro, «Il Santo, il Martire», in cui ha raccolto documenti e testimonianze. Don Innocenti di Calabresi fu padre spirituale e amico.
mario calabresi massimo giannini ballaro
Per ricordare l’anniversario della morte, il 17 maggio prossimo, don Ennio Innocenti assieme alla Sacra Fraternitas Aurigarum ha organizzato un concerto alla Basilica di Santa Maria degli Angeli.
2. CALABRESI BEATO, VIA LIBERA DI RUINI - IL CONFESSORE DEL COMMISSARIO HA RACCOLTO A MILANO DOCUMENTI E TESTIMONIANZE
Da http://www.lastampa.it/ del 24/02/2007
delitto luigi calabresi
Il cardinale Camillo Ruini, Vicario del Papa per la città di Roma, ha concesso il suo «nullaosta» per l’avvio della fase preliminare della causa di beatificazione del commissario Luigi Calabresi: l’autorizzazione riguarda la raccolta di documenti e testimonianze promossa dal sacerdote Ennio Innocenti. Ma non è Roma, la città dove il commissario di Polizia era nato, la diocesi in cui si svolgerà il processo diocesano, bensì Milano, dove risiedeva e dove è morto.
Il Vicariato ha voluto precisare bene questo punto, probabilmente per evitare incomprensioni con la diocesi lombarda. Ruini non si è pronunciato su un’eventuale causa di beatificazione del commissario Luigi Calabresi «perché non ha nessuna competenza» sulla questione per ragioni territoriali e non avendo «nessuna competenza non ha neppure nessuna contrarietà», ha precisato don Marco Fibbi, portavoce del Vicariato, spiegando che alcuni anni fa il porporato ha risposto a una lettera di don Ennio Innocenti, confessore di Calabresi, che lo interpellava sulla possibilità di avviare il processo canonico.
Il materiale sarà poi sottoposto al cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano. Quest’ultimo è competente in quanto Calabresi, pur essendo romano, è stato stato ucciso il 17 maggio 1972 a Milano, la città dove prestava servizio e dove aveva subito una pesante campagna stampa che lo accusava di avere una responsabilità diretta nella morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli.
IL CORPO DI LUIGI CALABRESI
Ma non è la morte drammatica di Calabresi, a mettere in moto il processo di beatificazione; bensì la sua esperienza precedente. Luigi Calabresi era profondamente credente; per due volte, nella sua esistenza, pensò di farsi sacerdote. E poi aveva optato per il servizio nella Polizia. Scriveva, in un documento inedito pubblicato ieri da «Avvenire»: «Ancora qualche settimana e sarò commissario di Pubblica Sicurezza. Lo dico perché sappiate in quale mondo sto per entrare con queste mie idee.
Ma è una strada che ho scelto per vocazione, perché mi piace, perché sono convinto...sono affascinato dall’esperienza che può fare in polizia uno come me, che vuol vivere una vita profondamente, integralmente cristiana».
LUIGI CALABRESI
Calabresi, da studente universitario, si impegnava nel movimento «Oasi», fondato da padre Virginio Rotondi; con lui, in almeno due occasioni esaminò la possibilità di prendere gli ordini sacri, e poi, sempre con il consiglio del suo direttore spirituale, optò per qualcosa che sembrava diverso, con l’obiettivo di compiere del bene in un ambiente certamente difficile. «Anche nella Polizia - disse una volta - c’è bisogno di una testimonianza cristiana».
E si racconta che si adoperasse per convincere i sacerdoti che frequentavano le prostitute a lasciar perdere. Don Innocenti, all’epoca giovane sacerdote impegnato come Calabresi nel Movimento Oasi, e ora «postulatore» della causa, riporta anche la testimonianza di Enzo Tortora, che da cronista aveva conosciuto bene Calabresi quando frequentava la Questura di Milano.
luigi calabresi in tribunale lap
«Non odio i miei nemici, provo angoscia per loro, non odio», gli aveva confidato il commissario nel momento per lui più difficile, quando era stato accusato e dichiarato colpevole senza processo e senza appello per la morte di Pinelli. Ma prima che don Ennio Innocenti desse avvio alla procedura che porterà la diocesi di Milano a esprimersi sul grado di eroicità delle «virtù cristiane» del commissario ucciso il 17 maggio del 1972, si era parlato in un’altra occasione del processo di beatificazione.
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Era accaduto nel 1996 da un gruppo di intellettuali che facevano riferimento ad associazioni cattoliche tradizionaliste, fra i quali un editorialista del «Secolo d’Italia». La loro tesi è che il commissario fosse stato ucciso «in odium fidei», cioè come martire. Adriano Sofri, condannato per l’omicidio Calabresi, definì le loro tesi «scemenze di intellettuali monarchico fascisti».
Gemma Capra (c), vedova del commissario Luigi Calabresi, durante i funerali nel 1972 a Milano Ovidio Bompressi - Omicidio Luigi Calabresi I FUNERALI DI LUIGI CALABRESI