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    L'AGENZIA MONDIALE ANTIDOPING CAMBIA TUTTO: SOLO 3 MESI DI SQUALIFICA AGLI ATLETI BECCATI CON LA DROGA (FINO AL 2020 LA PENA POTEVA ESSERE FINO A 4 ANNI) - PREVISTO UN MESE DI STOP IN CASO DI PENTIMENTO - CON LE SANZIONI MINIME PER LA COCAINA, DIEGO ARMANDO MARADONA AVREBBE PERSO 4 PARTITE AL MASSIMO...


     
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    Massimo Calandri per repubblica.it

     

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    Dal primo gennaio di quest' anno, un atleta sorpreso ad aver fatto uso di droga (cocaina, eroina, ecstasy, cannabis) dopo un controllo rischia una squalifica di soli 3 mesi, riducibili addirittura a 30 giorni se dà prova di essersi pentito e partecipa a un programma di recupero.

     

    Campione o meno, professionista o dilettante, può sniffare, bucarsi, inghiottire una pasticca o fumare fino alla mezzanotte prima della gara. Per la Wada, l' agenzia mondiale anti-doping, la cosa importante è che quella droga non abbia alterato in alcun modo il risultato della competizione. Calcio, tennis, basket, nuoto, motorsport: vale per tutte le discipline.

     

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    Fino a 2 settimane fa, in caso di positività alla cocaina lo stop poteva essere fino a 4 anni: pena ridotta a 2 anni se l' assunzione era accaduta lontano dal contesto sportivo.

    Per sballarsi, insomma, ma non per doparsi. Ma due anni sono comunque un blackout nella carriera di un atleta, una macchia, l' interruzione di un percorso. Tre mesi, anzi uno, diventano un buffetto.

     

    L' innovazione appena entrata in vigore nasce in realtà da lontano.

    L' impianto normativo è stato varato dalla Wada nel novembre 2019 ed è arrivato dopo due anni di discussioni e lavori, rese in parte noti nell' agosto scorso. Adesso sono in vigore, e lo sport deve farci i conti.

     

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    L' atleta positivo può dimostrare che l' assunzione è non è legata alla prestazione sportiva ed è avvenuta "fuori dalla competizione". Lo stop di tre mesi "può essere ridotto ad un mese, se l' atleta completa in modo soddisfacente un programma di trattamento approvato dall' agenzia antidoping". In un documento allegato, la Wada indica le cosiddette substances of abuse ("perché di esse si abusa frequentemente nella società al di fuori del contesto sportivo"): cocaina, diamorfina (eroina), metilenediossimetanfetamina (mdma/ ecstasy), tetraidrocannabinolo (Thc).

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    Ma cosa vuole dire "fuori dalla competizione"? L' intervallo di tempo va dalla mezzanotte del giorno di gara fino al termine della competizione stessa e al prelievo antidoping. In altre parole: dal primo gennaio 2021, se un calciatore di A sniffa cocaina quando manca un minuto alla mezzanotte del sabato, poi gioca domenica a mezzogiorno e al termine del match viene trovato positivo all' antidoping, può cavarsela con un mese, al massimo tre.

    «Alla Wada evidentemente interessa solo il risultato in gara: non la salute dell' atleta, e soprattutto l' esempio che quell' atleta può dare a tutti, in particolare ai giovani»: Antonio De Rensis, avvocato noto per aver difeso molti campioni italiani dall' accusa di doping, ammette di essere sbalordito. «La punizione è ridicola, il messaggio etico gravissimo: drogati pure di eroina, rischia la tua vita e quella degli altri; ma guai a te, se prendi steroidi o anabolizzanti. Ma come: i governi di tutto il mondo investono miliardi e strutture nel combattere la produzione e il consumo degli stupefacenti, e poi vengono veicolati questi messaggi?

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    Lo sport dovrebbe allontanare il pericolo della droga per i ragazzi: invece così il centravanti della mia squadra magari viene nella mia scuola, mi racconta che gli dispiace di aver preso della cocaina sabato scorso, e poi tra un mese torna in campo. Surreale».

    L' agenzia mondiale ha rivisto il codice a fine 2019 introducendo anche nuove norme per proteggere i 'pentiti' del doping e pene più severe per chi prova a falsificare le prove che lo accusano: nell' agosto scorso aveva reso noto le direttive in caso di assunzioni di "droghe ricreative", a settembre ha comunicato l' elenco delle substances of abuse , dal primo gennaio sono scattate le nuove regole.

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    Quasi trent' anni fa, Diego Armando Maradona, fu trovato positivo alla cocaina dopo un Napoli-Bari: era il 17 marzo del 1991. Giocò la sua ultima partita in maglia azzurra la settimana dopo, a Genova con la Sampdoria: arrivarono i risultati delle controanalisi e la lunga squalifica, l' addio all' Italia. Se fosse successo oggi, avrebbe perso 4 partite al massimo.

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