Danilo Taino per il “Corriere della Sera”
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Quando Wolfgang Schauble è convinto di un obiettivo, non va per il sottile con i mezzi per raggiungerlo. E spesso crea divisioni. Ora vuole che la Ue abbia i denari necessari per affrontare l' emergenza dei rifugiati, soprattutto il rafforzamento delle frontiere esterne dell'Unione. Per questo, propone l'introduzione a livello europeo di una tassa sulla benzina. La proposta ha sollevato critiche. Ma non solo perché aumentare le tasse è ritenuto da molti discutibile. Anche perché dietro c' è altro.
«Ora dobbiamo mettere in sicurezza i confini esterni di Schengen - ha detto il ministro delle Finanze tedesco alla Süddeutsche Zeitung - la soluzione di questi problemi non deve naufragare a causa di una limitazione di fondi». Molto sensato, naturalmente. E ha aggiunto: «Accordiamoci ad esempio per raccogliere un' imposta su ogni litro di benzina».
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In genere, l' idea di una nuova tassa è poco attraente per i governi. In più, un' imposta finalizzata a un impegno europeo rischia di rafforzare i sentimenti anti-Ue che già corrono per il continente. Ralf Stegner - vicepresidente dell' Spd, partito al governo con la Cdu di Schäuble e Angela Merkel - ha detto che «i socialdemocratici vogliono tenere la società unita invece di dividerla con un nuovo pedaggio».
Anche dalla Cdu si sono alzate critiche: nei prossimi mesi si terranno una serie di elezioni locali e un aumento delle tasse sarebbe un ulteriore handicap per il partito, già sotto pressione per la sua politica di apertura ai profughi. Dopo avere telefonato sia a Schauble sia a Merkel, la vice presidente del partito Julia Klockner ha detto che in Germania una tassa del genere non ci sarà. Tra l' altro il bilancio pubblico tedesco ha chiuso il 2015 in surplus, giustificare nuove tasse sarebbe complicato.
schaeuble dopo l attentato
L' idea di Schauble, però, ha anche una forte valenza europea non esplicitata fino in fondo: un sasso che potrebbe fare onde. Quando gli è stato chiesto se tutti i Paesi della Ue dovrebbero aumentare il loro contributo finanziario per l'emergenza rifugiati, ha risposto che «se qualcuno non ha la volontà di contribuire, io sono nondimeno disposto a farlo».
Per aggiungere una frase obliqua ma forte: «Poi costruiremo una coalizione dei volonterosi». Non è la prima volta che, in conversazioni private, il ministro tedesco usa la definizione Koalition der Willigen. La quale, in sostanza, significa che chi ci sta ci sta, gli altri pazienza: riferito alla politica sui rifugiati ma anche alla difesa e alla geografia di Schengen.
Una posizione che rischia di diventare parecchio divisiva nella Ue. E che tra l' altro non è quella portata avanti da Frau Merkel: anche lei irritata per la poca solidarietà europea sui profughi ma decisa a non introdurre spaccature in questa fase pericolose.
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