mario draghi sergio mattarella
Giuseppe Alberto Falci per il "Corriere della Sera"
L'Epifania porta via le feste e apre a tutti gli effetti la partita del Quirinale. E se è vero che nell'ultimo giorno di vacanza non erano previsti incontri ufficiali, è altrettanto vero che i postumi dell'ultimo Consiglio dei ministri agitano il match per l'elezione del successore di Sergio Mattarella. Il totonomi non decolla, semmai qualcuno nei pourparler del palazzo segnala un riavvicinamento del Carroccio ai 5 Stelle in virtù della comune battaglia contro l'obbligo vaccinale generalizzato.
DEBORA SERRACCHIANI
La scena, tuttavia, si complica per la recrudescenza dei contagi. Non a caso le capigruppo di Camera e Senato del Pd, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, scrivono una lettera ai presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama, Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati, affinché sia garantito il voto in sicurezza, che «è un'esigenza primaria per evitare che proprio nel cuore delle istituzioni possano venirsi a creare ulteriori focolai, finendo così con innalzare in modo surrettizio i quorum dalla nostra Costituzione, ponendo dubbi sulla regolarità del voto».
mario draghi e sergio mattarella all altare della patria
Una presa di posizione che fa il paio con chi in queste ore si pone questa domanda: «Se oggi ci sono una quarantina di parlamentari positivi, cosa succederà quando a fine gennaio si toccherà il picco?». Interrogativo che si trova sul tavolo dei piani alti di Montecitorio. Di certo, al momento un rinvio del voto è escluso.
«Il problema va attualizzato fra una ventina di giorni - osserva il questore della Camera Gregorio Fontana -. È difficile fare qualcosa di diverso rispetto a quello che c'è scritto nella Costituzione. Non si può certo cambiare il quorum con un tratto di penna. Detto questo, si può ad esempio nelle settimane che precedono il voto alleggerire l'ordine del giorno, riunendo l'Aula solo per le questioni fondamentali».
roberto fico biennale architettura venezia
Sono stati convocati intanto per la settimana prossima i consigli regionali chiamati a scegliere i rappresentanti che voteranno per il nuovo presidente della Repubblica. In questo contesto c'è chi come l'azzurro Elio Vito invoca la partecipazione dei leader non attualmente parlamentari, come grandi delegati delle Regioni: «Credo sarebbe giusto che alle votazioni per il Quirinale partecipassero».
CARLO CALENDA FUMA
Il riferimento è a Giuseppe Conte, Carlo Calenda e, in particolare, a Silvio Berlusconi. «Io sono un europarlamentare, sarebbe inutile» è stata la reazione del Cavaliere a chi un paio di settimane fa nel corso di un vertice gli aveva chiesto se fosse davvero intenzionato a farsi eleggere o in Lombardia o in Calabria. Insomma, non è mai stata una ipotesi presa in considerazione ad Arcore. Per di più, ironizza un azzurro, «pensate se uno come il presidente si fa prima eleggere grande elettore e poi è costretto a votare un altro candidato, sia esso Mattarella o Draghi».