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    IL GIRO LUNGO DEL COVID - SE PENSATE CHE IN ASIA L'EPIDEMIA SIA FINITA, VI SBAGLIATE. ORA L'OMS TEME I CONTAGI DI RITORNO - HONG KONG DI NUOVO IN QUARANTENA - NUOVI FOCOLAI E CASI IMPORTATI: CINA, TAIWAN, SINGAPORE CHIUDONO LE FRONTIERE - LA COREA DEL SUD OBBLIGA CHIUNQUE ARRIVI DALL' ESTERO A 14 GIORNI DI QUARANTENA. E POI C'È IL PROBLEMA DEGLI ASINTOMATICI…


     
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    Cecilia Attanasio Ghezzi per “la Stampa”

     

    «Permettetemi di parlare chiaramente: in Asia l' epidemia non è finita per niente».

    stazione wuhan 1 stazione wuhan 1

    Con queste parole il direttore dell' Oms per il Pacifico occidentale Takeshi Kasai, mette in guardia l' intero globo. Di fatto, le misure messe in campo dai singoli Stati per frenare il contagio sono servite solo a prender tempo, un tempo utile a «prepararsi a una trasmissione su larga scala nelle comunità».

     

    A destare timore sono soprattutto i nuovi focolai e i cosiddetti "casi importati". Cina, Taiwan, Hong Kong e Singapore hanno temporaneamente vietato l' ingresso a tutti gli stranieri, il Giappone alla maggior parte degli europei e la Corea del Sud obbliga chiunque arrivi dall' estero a 14 giorni di quarantena.

     

    E poi c' è il problema degli asintomatici, un problema che investe direttamente la Repubblica popolare, sui cui numeri è sempre bene nutrire qualche dubbio.

     

    arrivi alla stazione di wuhan 2 arrivi alla stazione di wuhan 2

    Pechino, infatti, fin' ora non ha conteggiato coloro che risultano positivi al tampone ma non hanno sintomi. Un problema non da poco considerato che, secondo documenti classificati visionati dal South China Morning Post, sarebbero stati 43 mila già a febbraio scorso. Ieri la Commissione nazionale per la sanità ha rivelato per la prima volta che in tutta la Cina continentale ci sarebbero 1541 casi asintomatici, e che da oggi verranno finalmente conteggiati pubblicamente.

     

    L' annuncio ha fatto seguito all' appello del premier Li Keqiang che, rivolgendosi ai governi locali, ha sottolineato il dovere di comunicare onestamente il numero dei casi «senza insabbiare i rapporti con l' intento di mantenere a zero il numero dei nuovi contagi».

     

    C' è anche da aggiungere che gli asintomatici dovrebbero rappresentare più o meno un terzo del totale dei casi e che alcuni dati raccolti a Wuhan dimostrerebbero che il 5-10 per cento dei "guariti" è tornato ad essere positivo.

    arrivi alla stazione di wuhan 3 arrivi alla stazione di wuhan 3

     

    A mettere in allarme gli osservatori ci sono poi il Giappone, dove il numero dei contagi è ricominciato a crescere esattamente il giorno successivo al rinvio delle Olimpiadi 2020, e la Corea del Nord, che continua "stranamente" a registrare zero casi. In Indonesia che per settimane è sembrata essere stata graziata dall' arrivo del nuovo coronavirus, il governatore della capitale Giacarta ha denunciato che le morti potrebbero essere quattro volte quelle ufficializzate, almeno nella sua città.

     

    E poi c' è la Corea del Sud.

     

    Nonostante la risposta del Paese sia stata tra le più veloci e riuscite dell' intero pianeta, piccoli cluster di infezioni continuano a svilupparsi intorno a chiese, ospedali e case di cura. Seul ha comunque deciso di programmare un graduale ritorno alla normalità, forse già dal mese prossimo. Così ha incaricato un gruppo formato da medici, funzionari pubblici e associazioni civiche di creare le linee guida per un nuovo vivere la socialità. Si parla di un ritorno in classe a banchi alternati o della riapertura dei ristoranti se dotati di divisori per gli avventori. Come a dire, il Covid 19 rimarrà ancora a lungo tra noi. Nessuno si senta immune.

    reparto di terapia intensiva all'ospedale di wuhan reparto di terapia intensiva all'ospedale di wuhan controlli sanitari al mercato di wuhan controlli sanitari al mercato di wuhan

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