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    “VOGLIAMO L’INFERMIERA. SIAMO IN OTTO E C’È UN FERITO DA CURARE” – LE INTERCETTAZIONI DEL CASO DELLE SQUILLO DI LUSSO NEI NIGHT CLUB DI VENEZIA: PAGAMENTI CON IL POS, RAGAZZE SEMPRE PRONTE E PROTEZIONE DEGLI “AMICI POLIZIOTTI” - I GESTORI DEI LOCALI FACEVANO ARRIVARE PROSTITUTE NUOVE E “DI QUALITÀ” DALL’AUSTRIA E DALL’EST EUROPA E…


     
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    Gianluca Amadori per www.leggo.it

     

    DISCOBAR ARABESQUE DISCOBAR ARABESQUE

    Squillo di lusso per i clienti delle aziende, ragazze sempre pronte, gestite in modo manageriale, pagamenti con il Pos. Quello che è emerso dalle indagini sui night club della provincia di Venezia Arabesque e Game Over fa rabbrividire. E oggi emergono anche due dettagli importanti: il fatto che i gestori potessero contare su "amici poliziotti" e i contenuti delle intercettazioni.

     

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    Potevano contare su contatti privilegiati nelle forze di polizia i gestori di Arabesque e Game Over, i due locali a luci rosse di San Donà e Quarto d’Altino, finiti sotto inchiesta per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Lo scrive il gip di Venezia, David Calabria, nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita venerdì dalla Squadra Mobile di Venezia, sostenendo che il tentativo di accedere ad informazioni riservate è la dimostrazione della «ferma determinazione criminosa» degli indagati.

     

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    Da alcuni colloqui telefonici intercettati dagli inquirenti è emerso che, dopo un’ispezione avvenuta all’Arabesque, nel febbraio del 2019, tra Matteo Vendramello e Ugo Bozza parlavano dei tentativi di conoscere i nomi degli agenti che si erano recati nel locale, fatti per tramite di un amico di Fossalta di Piave, loro cliente affezionato.

     

    MODALITÀ IMPRENDITORIALI

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    Il giudice parla di «modalità imprenditoriali di esercizio dell’attività delittuosa», dedicando 69 pagine ai numerosi episodi ricostruiti dagli investigatori, coordinati dal pm Federica Baccaglini. Il ruolo di “regista”, viene addebitato proprio a Matteo Vendramello, coadiuvato dal fratello Federico, entrambi finiti in carcere. Centrale anche il contributo di Mihaela Melania Hojla, presidente delle associazioni che gestivano i due locali, ai quali sono stati concessi i domiciliari, stessa misura applicata anche a Lorenzo Borga e Ugo Bozza, che in qualità di gestori di fatto, si occupavano principalmente della riscossione dei soldi.

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    Ieri mattina di fronte al giudice si sono svolti gli interrogatori di garanzia: Hojla (avvocato Giorgio Pietramala) si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Borga (avvocato Igor Zornetta) ha ammesso gli addebiti, riservandosi di parlare più ampiamente con il pm. Brevi dichiarazioni anche per Matteo e Federico Vendramello (avvocati Rodolfo Marigonda e Pietro Speranzoni).

     

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    Le indagini, proseguite per molti mesi, sono state effettuate con appostamenti e pedinamenti, ma anche attraverso intercettazioni telefoniche, grazie alle quali gli uomini della Mobile hanno registrato come avvenivano i contatti e gli accordi per le prestazioni sessuali consumate nei privé dei due locali, ma anche in albergo e a domicilio dei clienti: 150 euro ogni mezz’ora, di cui 100 per le ragazze e 50 per i gestori di Arabesque e Game Over.

     

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    I locali funzionano anche da nave scuola: un neo diciottenne viene accompagnato dallo zio e affidato alle cure giuste. I clienti affezionati sono abituati a chiedere lo sconto, e un’ulteriore riduzione è accordata a chi paga in contanti (era possibile saldare il conto anche con bancomat); alcuni sono pronti a spendere 500 euro e più: «Ma la ragazza non deve guardare il cronometro».

     

    L’INFERMIERA E LA BADANTE

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    Al telefono gli indagati parlano di tutto: gestiscono i turni di riposo e la sistemazione delle ragazze; descrivono le prestazioni offerte dalle prostitute, irridono il cliente ubriaco che ha preso sonno dopo essersi appartato o fanno commenti sulle lamentele per i servizi “scadenti” di alcune ragazze. Dalle intercettazioni emergono i contatti intrattenuti dai gestori dei locali con Austria e Paesi dell’Est Europa per far arrivare prostitute nuove e di qualità: «Riprova della professionalità, del livello imprenditoriale dell’attività», sottolinea il gip.

     

    LA BADANTE E IL SUO ASSISTITO LA BADANTE E IL SUO ASSISTITO

    Un cliente insiste per aver “un’infermiera”: «Siamo in otto qui e c’è un ferito da curare...», scherza al telefono. Mentre per un «vecchietto di 60-70 anni» viene proposto invio di una ragazza soprannominata “la badante”. Tra i frequentatori del giro di squillo risultano anche un celebre imprenditore del settore alimentare e un noto albergatore: Federico Vendramello è preoccupato, non può correre il rischio di scontentare clienti illustri, ma Borga lo rassicura: «Abbiamo le ragazze giuste».

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