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    SFRUTTAMENTO DEI MINORI, WHAT ELSE? – MA LO SAPEVA IL SUPER LIBERAL GEORGE CLOONEY, CHE HA GUADAGNATO 37 MILIONI DI EURO PER LE PUBBLICITÀ DELLE CAPSULE NESPRESSO, CHE NESTLÈ FA RACCOGLIERE I CHICCHI DI CAFFÈ AI BAMBINI GUATEMALTECHI? - LO SCOOP DELLA TV BRITANNICA “CHANNEL 4” E LA RISPOSTA DELL’ATTORE: “QUESTA SOCIETÀ HA ANCORA DEL LAVORO DA FARE. E SARÀ FATTO. IO HO LAVORATO IN UNA FATTORIA DI TABACCO QUANDO AVEVO 12 ANNI E…” – VIDEO


     
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    Raffaella Scuderi per www.repubblica.it

     

     

    george clooney testimonial nespresso george clooney testimonial nespresso

    IL sorriso da 37 milioni di euro, tanto George Clooney ha guadagnato come testimonial della Nespresso, si è trasformato in una nota di tristezza. Il perché l'attore americano, che dalla tv si è spostato al tavolo del Consiglio consultivo per la sostenibilità dell'azienda svizzera, lo spiega in una sua lunga dichiarazione.

    piantagioni di caffe' piantagioni di caffe'

     

    In Guatemala hanno scoperto che a raccogliere i chicchi nelle piantagioni sono dei bambini. La tv investigativa britannica Channel 4 lunedì alle 20, ora locale, andrà in onda con un documentario che, sostiene la rete, racconterà le origini "non sostenibili" di Nespresso e dell'americana Starbucks. Clooney sostiene che è rimasto "sorpreso e intristito" nel leggere l'inchiesta del giornalista Anthony Barnett di Dispatches. La troupe di Channel 4 è riuscita a rintracciare le aziende, da Nespresso mai rivelate pubblicamente, che producono il famoso caffè.

     

    macchinetta per caffe' nespresso macchinetta per caffe' nespresso

    "Essendo cresciuto e avendo lavorato in una fattoria di tabacco da quando avevo 12 anni - ha detto l'attore al sito online Usa Deadline.com - sono assolutamente consapevole delle complesse questioni relative all'agricoltura e al lavoro minorile. Ecco perché sono entrato a far parte del Comitato consultivo per la sostenibilità di Nespresso sette anni fa, insieme alla Rainforest Alliance, al Fair Trade International e alla Fair Labour Association, con l'obiettivo allora di migliorare la vita degli agricoltori”. Tre anni fa Clooney si ritirò dalla celebre pubblicità televisiva "Nespresso, what else?", per fare spazio ai sorrisi dei contadini.

     

    clooney testimonial nespresso clooney testimonial nespresso

    Una scelta inserita nel programma etico della azienda di Losanna, che da più di dieci anni sostiene di basarsi su sistemi di produzione ecologici e che ha promesso di utilizzare cialde completamente riciclabili entro il 2020.  E sembra esserci riuscita. I clienti che vanno nelle boutique del marchio di caffè, ad ogni acquisto ricevono una busta in cui sono invitati a mettere le cialde da riconsegnare per il riciclo.

    la vecchia caffettiera sparisce la vecchia caffettiera sparisce

     

    “Chiaramente questo Consiglio e questa società hanno ancora del lavoro da fare. E quel lavoro sarà fatto. Spero che questo giornalista continui a indagare e a riferire accuratamente sulla la situazione", ha aggiunto Clooney. L'amministratore delegato di Nespresso, Guillaume Le Cunff, ha rilasciato una dichiarazione relativa all'inchiesta di Barnett, in cui sostiene che l'azienda "ha zero tolleranza per il lavoro minorile", e che quindi "è inaccettabile". Ha proseguito dicendo: "Abbiamo dato il via a un'indagine accurata per venire a capo di questa situazione in quelle piantagioni. Non ci forniremo più da loro fino a indagine conclusa".

    george clooney george clooney

     

    le cialde nespresso non sono biodegradabili le cialde nespresso non sono biodegradabili

    Il Guatemala è il decimo produttore di caffè al mondo. Non è la prima volta che Nespresso e Starbucks vengono accusati di sfruttamento. Un'indagine della Reuters di dicembre ha scoperto un'ampia rete di lavoro forzato in Brasile, per la gran parte nell'industria del caffè che nel Paese dell'America Latina vale miliardi di dollari. Dati ottenuti in esclusiva, analisi di registri e decine di interviste, hanno rivelato che il caffè prodotto dal lavoro forzato recava la dicitura slave-free, no alla schiavitù, e veniva venduto a marchi importanti come Starbucks e Nespresso.

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