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OCCHIO, PUTIN CI SPIA! DUE IMPRENDITORI SONO INDAGATI PER AVER PASSATO INFORMAZIONI AI SERVIZI RUSSI
Estratto dell’articolo di Monica Serra per “la Stampa”
SPIONAGGIO RUSSO
«Abbiamo strutture, abbiamo tecnologie, sappiamo muoverci», sosteneva il 34enne italo-svizzero P.S. quando, nel marzo 2023, ha scritto a una mail istituzionale dell'Fsb per offrirsi di lavorare «a sostegno della pace in ogni modo». Con la moglie in Transnistria e le sue convinzioni filorusse, P.S. ha spiegato la contrarietà alle politiche occidentali e da lì a poco, su Telegram, è stato adescato «dal servizio russo o da una sua entità di copertura».
Ha coinvolto così anche il socio, il 62enne brianzolo I.F.C., con cui ora è indagato dal pm Alessandro Gobbis per corruzione del cittadino da parte dello straniero aggravato dalla «finalità di terrorismo e di eversione all'ordine democratico», in un'inchiesta che ora punta a ricostruire una presunta più ampia rete di spie russe in Italia.
L'8 aprile, è stato proprio il 34enne, forse per paura, ad autodenunciarsi ai carabinieri di Nova Milanese. Ma gli accertamenti del Ros erano già stati avviati, dopo il dossieraggio di un imprenditore romano nel settore delle tecnologie dual-use utilizzate a scopi civili e militari, che aveva lavorato per Mosca.
carabinieri del ros
A maggio, però, dopo un incontro in un bar milanese con un generale dell'esercito in pensione, i carabinieri sono entrati in azione e hanno perquisito i due imprenditori.
[…] su richiesta dell'intelligence russa, gli indagati avrebbero effettuato, fino a maggio, «attività di spionaggio in contrasto con gli interessi nazionali»: non solo il progetto di installare dashcam a Milano, Roma e in altre città, a bordo dei taxi «nella prospettiva di "affidare" il controllo di tali videocamere» ai russi.
Avrebbero accettato «la richiesta di reperire documenti classificati Nato e relativi al conflitto in Ucraina, foto di obiettivi militari sensibili (come la base di Aviano, ndr), la mappatura dei sistemi di videosorveglianza e delle "zone grigie" su Milano». Si sarebbero offerti anche di costituire «una rete di "case sicure", per ospitare cittadini russi in Italia, omettendone la registrazione e tutelandone la privacy».
SPIONAGGIO RUSSO
Attività […] svolte dietro il pagamento in criptovalute. Due le tranche versate: 500 euro il 25 gennaio e 1500 euro il 3 aprile. Proprio a partire dall'indirizzo del wallet bitcoin che ha effettuato i pagamenti, la procura potrebbe identificare altre spie italiane al soldo dei russi.
carabinieri del ros
VLADIMIR PUTIN SPIONAGGIO RUSSO