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Il più grande Museo del mondo dedicato allo spionaggio, alle storie degli 007 di ieri, di oggi e di domani, e soprattutto agli strumenti di cui si sono serviti e si servono, riaprirà a maggio a Washington, dopo una ristrutturazione costata 162 milioni di dollari, in una nuova sede che è il doppio della precedente e con un occhio all’intelligence del XXI secolo che ormai – si legge in un nota della struttura – plasma la vita delle nazioni e degli individui.
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Per gli amanti del genere, e non solo, The International Spy Museum, che si è spostato ne l’Enfant Plaza, promette meraviglie, intriganti giochi interattivi, per scoprire lo 007 che è in ciascuno di noi, ed esposizioni da non mancare.
Come quella sul lavoro di intelligence che ha portato alla cattura di Osama Bin Laden, il ruolo di internet per prevenire attacchi terroristi o, facendo un salto nel passato, una mostra sulle “Spie a Berlino”, crocevia di 007 di tutti i tipi in tempi di guerra fredda, con la ricostruzione di checkpoint e uffici della Stasi, i servizi segreti dell’allora Germania dell’Est.
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Il Museo afferma di possedere la più grande collezione del mondo di strumenti di spionaggio, roba da far impallidire persino i trucchi di James Bond. Tra i tanti oggetti del passato, un rossetto in stick, che era in realtà una pistola, una telecamera che si poteva nascondere in un bottone di una giacca, e che è stata abbondantemente usata sia dalla CIA che dal KGB negli anni ottanta, una lettera risalente al 1777, scritta dal presidente statunitense George Washington per istituire la prima rete di 007 a New York.
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Una sezione intitolata “Le spie tra noi” si concentrerà sui servizi segreti durante la Seconda Guerra Mondiale e i visitatori potranno entrare da protagonisti in alcuni episodi chiave di spionaggio e decriptazione di codici. Una sala sarà dedicata alla doppia vita di spie di celebrità dell’epoca, come la cantante Josephine Baker, il regista John Ford, l’attrice Marlene Dietrich.
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Il museo internazionale delle spie era stato fondato nel 2002. Ma ora le cose sono cambiate in maniera decisiva e la nuova struttura si è adeguata ai tempi e a un ruolo dello spionaggio, specie sulla rete, che determina “le nostre vite, il nostro paese e il mondo in cui viviamo”, spiega il direttore della struttura museale, Milton Matz, in una nota di presentazione.
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Il nuovo edificio, in acciaio e vetro, è stato progettato dalla stessa ditta di architetti del Centro Pompidou di Parigi e del Millenium Dome di Londra. Il piano più alto, da cui si domina una vista a 360 gradi sulla capitale americana è stato già aperto lo scorso settembre. Lo spazio museale vero e proprio sarà inaugurato l’11 maggio 2019.
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