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    BONACCINI SENTE PUZZA DI GRILLINI - IL GOVERNATORE EMILIANO, SPIAZZATO DAGLI ENDORSEMENT DI FRANCESCHINI E LETTA PER SCHLEIN, TEME INFILTRAZIONI ALLE PRIMARIE DEL 19 FEBBRAIO DI GRILLINI PRONTI A VOTARE ELLY E CONFIDA NELLA DISCESA IN CAMPO DI MATTEO RICCI CHE SPACCHEREBBE IL FRONTE DELLA SINISTRA DEM - ORLANDO TEMPOREGGIA, BETTINI APRE: “SCHLEIN DAL MIO PUNTO DI VISTA LA TROVO CONSONANTE” (E ANCHE UN PO’ VOCALE…)


     
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    Carlo Bertini per “la Stampa”

     

    SCHLEIN BONACCINI 5 SCHLEIN BONACCINI 5

    C'è un episodio sconosciuto ai più che risale alla fine di settembre, utile a capire lo stato d'animo di Stefano Bonaccini in queste ore: in quei giorni il governatore emiliano confidava ad un amico la sua segreta convinzione: «Vedrai, se mi candido io al congresso, metto una mano sul fuoco che Elly Schlein farà un passo indietro». Ecco, non solo questo non è successo, ma l'avvio con sprint della sua antagonista e gli endorsement in arrivo per lei, dalla sinistra che ha a cuore i temi sociali, del lavoro e della sanità, fanno tremare i polsi al governatore.

     

    Non solo per il pericolo di «infiltrazioni» ai gazebo il 19 febbraio di grillini pronti a votare Schlein. Ma anche per la prima fase congressuale, quella dei circoli, quando tutte le candidature saranno poste al voto dei 300 mila iscritti al Pd (tra vecchi e nuovi) dal 27 gennaio al 12 febbraio: fase da cui usciranno solo due candidati, in vista della sfida finale nei gazebo del 19 febbraio.

     

     

    schlein bonaccini schlein bonaccini

    Ora, questo corpaccione di iscritti dem, in grado di riempire tre volte lo stato Olimpico di Roma, è più orientato a sinistra (specie dopo la vittoria di Zingaretti nel 2019) e dominato da un sentimento anti-renziano: come ha potuto constatare Enrico Letta nelle settimane delle candidature e quando fu «costretto» ad alzare un muro contro un'alleanza politica con Renzi.

     

    Fino al giorno prima della discesa in campo di Schlein, per la sua solidità di uomo macchina, Bonaccini era sicuro di aver gioco facile tra gli iscritti, da cui incasserebbe un viatico cruciale per affrontare il duello finale. Ogni percentuale delle primarie per la segreteria ha sempre rispecchiato finora quella ottenuta nel voto tra gli iscritti. Ma oggi i suoi sostenitori non sono più sicuri che la prima fase sia più in discesa rispetto a quella successiva che si terrà nei gazebo, anzi.

    elly schlein bonaccini elly schlein bonaccini

     

    Tanto per capirsi, i tesserati voteranno (nei circoli e online) sulle «piattaforme» di Bonaccini, Schlein, De Micheli e di Matteo Ricci, se il sindaco di Pesaro si candiderà. Ma se la sinistra dem si dividesse tra Schlein e Ricci il fronte si indebolirebbe.

    Se a svelare il peso della sinistra dem nel campo di battaglia del congresso sono i colonnelli della destra, ovvero gli sponsor di Bonaccini, si può star più sicuri di non sbagliare: tra quelli che rientrano nella categoria «iscritti», ovvero assessori comunali, sindaci, militanti e dirigenti locali, un buon sessanta per cento del partito - così dicono quelli con le mani in pasta - fa parte delle correnti d Andrea Orlando, Peppe Provenzano, Nicola Zingaretti e infine, ma non ultimo, di Dario Franceschini.

     

    elly schlein abbraccia stefano bonaccini elly schlein abbraccia stefano bonaccini

    Ecco, per questo motivo, «se ci dividiamo in due tronconi, tra chi appoggia Schlein e chi sostiene Ricci, facciamo il gioco di Bonaccini», ragionano i «compagni», consci di poter giocare il ruolo di ago della bilancia. Non è un mistero che Goffredo Bettini stia portando in palmo di mano la candidatura del sindaco Ricci, considerata solida e affidabile, con una buona rete di amministratori alle spalle. «Orlando però - spiegano i compagni - è spiazzato dalla discesa in campo di Elly, è stata brava e molti dei suoi vogliono convergere su di lei». Provenzano lo ha già fatto, così come membri della segreteria collocati a sinistra, come Marco Furfaro, o Arturo Scotto di Articolo 1 di Speranza e Bersani. Franceschini va dicendo che «Schlein è il nuovo», sensibile al vento in favore di Elly che scatterà come avvenne per Renzi nel 2012.

     

    Quindi, se è vero che Orlando, Provenzano, Cuperlo e Zingaretti (insieme a Franceschini) controllano la maggioranza degli iscritti, si capisce perché stia girando la voce di un summit tra i capi della sinistra per decidere chi appoggiare, da tenersi prima del 16 dicembre, quando Ricci dovrà dire se si candiderà. «Chiaro che se non avrà un nostro via libera, non sarà in campo», è la previsione di molti. Bettini sa che il tempo stringe e che «i compagni vogliono sapere che fare», gli telefonano da più parti. Molti ritengono che Schlein «non convince del tutto per la sua capacità di tenuta» ed altri notano che «le truppe di Andrea (Orlando) però stanno andando lì». Ricci è un'alternativa che offre «più sostanza politica» ma il nodo va sciolto presto. Un segnale arriva: «Schlein dal mio punto di vista la trovo consonante», ammette Bettini. Orlando non si scopre. Ancora per poco, poi dovrà decidere.

    elly schlein sul palco con bonaccini elly schlein sul palco con bonaccini

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