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    TABULA RASA IN LEGA A - CON L’ARRIVO DI DAL PINO (SOSTENUTO DA LOTITO) E L’USCITA DI SCENA DI MICCICHE’, ANCHE L’AD DE SIERVO VA VERSO L'USCITA - IL SUO CONTRATTO È IRREGOLARE. L’ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI NON L’HA RATIFICATO. COME MAI? L’OMBRA DEL DUO MICCICHE’-GHIRELLI (ALL’EPOCA AD DELLA SERIE A E OGGI SEGRETARIO GENERALE DELLA FIGC)


     
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    Giuliano Balestreri per https://it.businessinsider.com/

     

    de siervo de siervo

    La Serie A fa tabula rasa. Dopo l’uscita di scena dell’ex presidente Gaetano Miccichè dimessosi in seguito alle irregolarità relative alla sua elezione, anche l’amministratore delegato Luigi De Siervo ha le ore contate. Il manager è finito nel mirino dell’assemblea dei presidenti per la sua debole gestione, dall’immobilismo nella causa con Img alla lotta al razzismo fino all’assoluta mancanza di progettualità verso l’internazionalizzazione e persino per la lentezza con cui ci si avvicina all’asta per la cessione dei diritti tv per il triennio 2021-2024.

     

    PAOLO DAL PINO PAOLO DAL PINO

    A farlo cadere, però, potrebbe essere un doppio, evidente, vizio di forma nel processo che ha portato alla sua nomina. Un contratto stipulato dallo stesso Miccichè in violazione dello Statuto con il risultato di mettere l’ad in una posizione di debolezza nei suoi confronti.

     

    Il primo riguarda il super contratto che il manager fiorentino è riuscito a strappare: 800mila euro l’anno, più 160mila euro di bonus, benefit (tra cui un appartamento uso foresteria a Milano) e premio per la vendita dei diritti tv.

     

    Al di là di qualunque valutazione sull’opportunità di riconoscere una remunerazione così alta a un ad che deve ancora dimostrare di essere in grado di traghettare la Serie A verso una dimensione simile a quella spagnola o inglese, c’è il diritto dell’assemblea a deliberare lo stipendio di De Siervo.

    de siervo de siervo

    L’articolo 9.4 dello Statuto spiega che all’assemblea spetta “l’elezione e revoca dei componenti del consiglio, ovvero presidente, amministratore delegato, e i rimanenti consiglieri, nonché dei componenti del collegio dei revisori, con indicazione del presidente, dei membri effettivi e dei membri supplenti, e dei liquidatori, con relativa determinazione dei compensi loro spettanti, quando spettanti”. Un diritto che le società non hanno mai esercito e quando ne hanno chiesto conto non hanno ricevuto risposta.

    Il secondo vizio è ancora più grave. Nell’incipit del contratto firmato da De Siervo con la Lega, si legge che il presidente Gaetano Miccichè è “munito dei necessari poteri a seguito di delibera del consiglio del 23 gennaio 2019”. Un passaggio formale, non fosse che nessuno dei presidenti delle squadre di Serie A  era stato informato. Gli azionisti che stavano affidando la loro “azienda” al manager erano stati tenuti all’oscuro di tutto.

     

    de siervo miccichè de siervo miccichè

    L’articolo 10.14 dello Statuto sottolinea che “le delibere adottate devono essere trasmesse via P.E.C. dalla Lega Serie A alle Società Associate entro il decimo giorno successivo alla scadenza del termine per il deposito dei verbali”. Il 12 febbraio 2019, le squadre ricevono effettivamente una Pec con le delibere approvate dal Consiglio, ma nel documento firmato da Marco Brunelli, all’epoca ad della Serie A e oggi segretario generale della Figc, misteriosamente sparisce l’ultimo punto messo a verbale: il contratto di De Siervo. Tradotto: le squadre non sapevano nulla della trattativa con l’ad.

    brunelli brunelli

    Come mai Brunelli non abbia trascritto la parte più importante del verbale è un mistero. Difficile si sia trattato di una semplice, ma grave, svista per un manager esperto come lui che per 10 anni è stato direttore generale della Lega e che oggi tieni in mano le chiavi della Figc (e probabilmente il presidente Gabriele Gravina dovrebbe riflettere se Brunelli sia davvero l’uomo giusto per il ruolo che ricopre).

     

    gravina miccichè gravina miccichè

    Di certo un contratto che poteva essere impugnato in qualunque momento – e secondo alcuni esperti dichiarato nullo – teneva De Siervo constantemente sotto scacco e contemporaneamente lasciava più margine di manovra all’ex presidente Miccichè. Uno stallo che non ha fatto il bene della Serie A e che mostra una Lega lacerata da profonde divisioni che vanno ricomposte rapidamente.

    Un compito che spetta al nuovo numero uno, Paolo Dal Pino.

     

    luigi de siervo luigi de siervo PAOLO DAL PINO PAOLO DAL PINO

     

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