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    TARDELLI D’ITALIA: "E’ UNA RIPRESA PIENA DI DUBBI. C' È UN SISTEMA CHE CONSIDERA I CALCIATORI COME RICCHI E VIZIATI E IN QUESTA EMERGENZA SONO STATI LASCIATI UN PO' SOLI. IN CAMPO CI VANNO LORO, SONO LORO QUELLI CHE RISCHIANO". L'EX AZZURRO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELL'ASSOCALCIATORI: “SBAGLIATA LA POLEMICA SUGLI ORARI. USA '94 ALLORA NON SI DOVEVA PROPRIO GIOCARE. L'ALGORITMO? NON MI CONVINCE”


     
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    Andrea Elefante per la Gazzetta dello Sport

     

    tardelli tardelli

    Marco Tardelli, dunque il calcio ripartirà: era favorevole o contrario?

    «Chi ama il calcio è contento, ma è una ripresa piena di dubbi: dall' applicazione del protocollo, al destino della Serie B e della C, di cui quasi non si parla. Riusciranno ad applicarlo? Sarà sicuro per loro come per i giocatori di A? Siamo sotto lo stellone della fortuna: speriamo ci protegga».

     

    Non è troppo poco affidarsi alla fortuna?

    «Non solo a quella, ovviamente: qualcosa si è fatto per la sicurezza e la salute dei calciatori, ma non basta per avere certezze».

     

    Vuol dire che si poteva fare di più?

    «Per fare di più servirebbe il vaccino. Diciamo che si sta facendo tutto il possibile perché i giocatori siano costantemente controllati, protetti, in sicurezza».

     

    Si fa più per i calciatori che per la gente comune: demagogia?

    «Ci sono distonie, ma questa non è colpa dei calciatori: per ricominciare a giocare bisogna fare il più possibile. Purtroppo da quarant' anni c' è un sistema che considera i calciatori come ricchi e viziati e in tutta questa emergenza mi sembra siano stati lasciati un po' soli. Sono state fatte delle lotte, ma non quelle giuste: in campo ci vanno loro, sono loro quelli che rischiano. E vogliamo parlare di chi ha il contratto in scadenza a giugno e ora deve rincorrere accordi individuali per giocare? Si è parlato molto meno di questo che degli orari delle partite».

     

    Si è litigato troppo per riprendere il prima (e il meglio) possibile?

    franco melli nicola pietrangeli guido de angelis marco tardelli alessandro vocalelli foto di bacco franco melli nicola pietrangeli guido de angelis marco tardelli alessandro vocalelli foto di bacco

    «Sì, molto. Ed è passato molto tempo: sembrava che il traguardo fosse sempre dietro l' angolo e invece non si arrivava mai. Ognuno ha cercato di coltivare il proprio orticello e alla gente questo ha dato molto fastidio: tanti tifosi non avrebbero voluto ricominciare».

     

    Quindi non l' ha meravigliata sentire il presidente della Figc Gravina parlare di mecenati e cialtroni?

    «Parole molto dure. A chi si riferiva esattamente bisogna chiederlo a lui, di sicuro sull' argomento ripresa il calcio non ha dato dimostrazione di compattezza».

     

    Ma i calciatori volevano riprendere?

    «Alcuni sì e altri no, anche fra loro poca armonia e un po' di confusione. Quelli di Serie A sono andati per conto loro, alcuni capitani spingevano per non giocare, altri invece non volevano farsi toccare lo stipendio. Sui tagli non c' è stato un accordo collettivo, si è lasciato che ogni club decidesse per i suoi tesserati: credo che l' Aic dovesse puntare a un' intesa che stabilisse tutele uguali per tutti».

    marco tardelli luca marchegiani foto di bacco marco tardelli luca marchegiani foto di bacco

     

    Glielo chiediamo da prossimo candidato alla carica di presidente dell' Aic: è quello che avrebbe fatto, se avesse avuto quel ruolo?

    «Non ce l' ho, quindi parliamo soltanto di ipotesi: avrei cercato di aiutare tutti, soprattutto la base, cercando risorse interne al mondo del calcio. Non ricorrendo alla cassa integrazione che forse arriverà a luglio.

    Forse».

     

    Cosa intende per risorse interne al mondo del calcio?

    «Ad esempio destinare parte degli stipendi "sospesi" ai giocatori della Lega Dilettanti o a chi ne aveva bisogno in Serie C. Ma questo mondo non è pronto a stare in piedi da solo, ha bisogno di diventare sostenibile: la vera eredità dell' emergenza coronavirus dovrà essere una riforma di tutto il sistema calcio, che garantisca finalmente tutele vere e importanti a tutti, dalla Serie A ai Dilettanti».

     

    buffa tardelli buffa tardelli

    Torniamo al presente: che partite sta vedendo in Bundesliga?

    «Calcio un po' playstation, sicuramente non quello di prima: attenzioni diverse, meno durezza, meno aggressività, meno tensione».

     

    In Italia sarà lo stesso?

    «All' inizio può darsi, magari piano piano certe remore spariranno. Ma non dimentichiamo - non a caso il ministro Spadafora l' ha detto più volte - che non tutti i giocatori volevano riprendere».

     

    Gli arbitri saranno davvero più rispettati?

    «Me lo auguro, e magari visti tutti i vincoli sul distanziamento si vedranno meno barriere a un metro... Scherzi a parte: può essere una buona occasione per un avvicinamento reciproco fra due categorie spesso in conflitto. Anche se spesso è più aggressivo chi parla o chi scrive fuori dal campo».

     

    Giocare 12 o 13 partite in 40 giorni è troppo?

    marco tardelli myrta merlino marco tardelli myrta merlino

    «Siamo in emergenza, si deve fare un sacrificio».

    Si giocheranno di pomeriggio 10 partite su 124: l' Aic ha protestato, lei ha già ha detto che non sarà un dramma.

    «Direi proprio di no: a che ora si va in campo negli altri campionati? E solitamente ai Mondiali o agli Europei? Usa '94 allora non si doveva proprio giocare?».

     

    Giusta la novità delle cinque sostituzioni?

    «In assoluto troppe, ma sono giuste adesso: va dato atto che i giocatori possono trovarsi in difficoltà fisica. Leggiamola così: possono sottolineare la valenza degli allenatori».

     

    E se il campionato non dovesse finire?

    «La soluzione più naturale mi sembra considerare una classifica in base alle partite giocate sul campo: è lui che decide».

     

    Quindi niente algoritmo?

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    «E' l' ipotesi che mi ha divertito di più, ma mi è sembrato più che altro un annuncio ad effetto, un po' la ricerca di un colpo a sorpresa. Non mi convince, come i play off e i play out, ma alla fine se ne può anche discutere».

    La facciamo immalinconire un po': un luogo sacro come lo spogliatoio sarà solo un ambito di passaggio.

    «Lo richiede il momento. ma è difficile cambiare le abitudini di sempre: secondo me un po' si trasgredirà».

     

    Si vedranno più urli come il suo a Madrid, visto che non ci si può abbracciare?

    «Abbracciarsi dopo un gol è la cosa più bella, toccarsi con i gomiti sudati molto meno...

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    Ma passerà».

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