Marco Ludovico per il “Sole 24 Ore”
MINNITI
La Stabilità in Libia e controlli sulle Ong. Priorità di governo, non è escluso che i due temi siano affrontati nel Consiglio dei ministri di domani, presieduto dal premier Paolo Gentiloni. Oggi riparte da Tripoli il pattugliatore Borsini della Marina militare e tra qualche giorno arriverà nel porto libico un' unità italiana più piccola, di classe Mtc (moto trasporto costiero).
Ieri il portavoce della Marina militare libica, generale Ayoub Qassem, ha reso note due operazioni di recupero e salvataggio di 800 immigrati di nazionalità libica, marocchina, tunisina, algerina, sudanese, siriana e di Paesi subsahariani. In un' intervista televisiva Qassem, in risposta alle polemiche sulla presenza italiana, ha detto che «la Marina libica desidera aumentare le proprie capacità tecniche per poter contare sulle proprie forze».
GENTILONI MINNITI
E ha invitato chi protesta a «inviare osservatori a bordo delle nostre unità per verificare di persona» il ruolo delle navi italiane «nelle nostre acque territoriali». A Roma però c' è una questione meno fragorosa ma altrettanto delicata da risolvere. Riguarda azioni e controlli da mettere in campo contro le Ong (organizzazioni non governative) non firmatarie del codice di condotta.
Un pacchetto di misure sintetizzato al ministero dell' Interno così: le Ong non firmatarie sono «fuori dal sistema di soccorso». Non solo in navigazione, ma anche in porto. Tanto che a Catania, dove c' è stato l' ultimo sbarco qualche giorno fa, in banchina erano assenti i volontari di Medici senza frontiere (Ong non firmataria) di solito sempre presenti per fare prima assistenza ai migranti.
delrio e gentiloni ad afragola
Ieri non a caso in un' intervista al Fatto il ministro dell' Interno, Marco Minniti, ha detto: «Non intendo rinunciare al principio di salvataggio dei naufraghi e neppure a quello della sicurezza dei miei concittadini». Gli interventi pianificati al Viminale e destinati alle Ong non firmatarie intendono escluderle, dunque, dal sistema di soccorso: dall' avvistamento fino all' arrivo in porto e lo sbarco.
A terra le attività anti-Ong sono a carico di Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Arma dei carabinieri. In mare, invece, spetterebbero alla Guardia costiera, peraltro titolare del Mrcc, il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo. E qui è scoppiato il caso tuttora irrisolto.
nave ong CATAMBRONE
Non da poco. Guardia Costiera, infatti, dipende dal ministero Difesa - è un corpo militare - ma per le sue funzioni è alle dirette dipendenze del Mit-ministero Infrastrutture e Trasporti, guidato da Graziano Delrio. Né la Guardia costiera né il ministro Delrio ritengono che leggi e convenzioni internazionali sul soccorso in mare possano essere derogate dal codice. Non fanno alcuna obiezione sulla necessità di fare maggiori controlli, come vuole il Viminale che assicura: non cederemo di un passo.
navi ong
Ma soprattutto i tecnici del Mit rilevano i problemi di una modifica di prassi di soccorso ormai collaudate nell' emergenza continua. Dire di no al soccorso di una nave Ong non firmataria che ha avvistato un barcone - serve trovare subito un' alternativa efficace - può essere rischioso. L' Interno ha già detto che non darà il Pos (place of safety), il porto insomma, se richiesto in un caso del genere. La tensione è molto alta, domani si attende una sintesi a palazzo Chigi. E non va dimenticato che il 19 luglio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita al comando generale della Guardia Costiera, disse: «Vi meritate la riconoscenza del Paese».