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    “TOGLIETE LE NOTIZIE SUI CONTAGI, SE RIUSCITE” - FINISCE NEI GUAI IL DIRETTORE DELL'AGENZIA DI TUTELA DELLA SALUTE DI BERGAMO, CARLO ALBERTO TERSALVI: SI È DIMESSO DOPO CHE SONO EMERSE LE CHAT, IN MANO ALLA PROCURA, IN CUI CHIEDEVA DI RIMUOVERE LE NEWS SU ALZANO CHE STAVANO CIRCOLANDO TRA I DIRIGENTI DEGLI OSPEDALI LOMBARDI - L’IPOTESI È QUELLA DI INSABBIAMENTO E SI PARLA ANCHE SI ALCUNI SANITARI CON SINTOMI LASCIATI SENZA TAMPONE...


     
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    Felice Manti per “il Giornale

     

    Carlo Alberto Tersalvi Carlo Alberto Tersalvi

    Nascondere alcune notizie per non creare panico ha scatenato l'epidemia nella Bergamasca? La domande rimbalza dall'altra sera, dopo lo speciale Tv7 su Raiuno che ha rivelato una chat, in mano alla Procura di Bergamo che indaga per epidemia colposa, che chiama pesantemente in causa Carlo Alberto Tersalvi, 58 anni, direttore sanitario dell'Agenzia di tutela della salute di Bergamo.

     

    ALZANO LOMBARDO ALZANO LOMBARDO

    Il 23 febbraio 2020 avrebbe infatti chiesto di «togliere, se riuscite» la notizia dei primi casi di contagio nell'ospedale di Alzano che stava circolando tra i dirigenti degli ospedali lombardi. Il manager si è dimesso appena prima della messa in onda del servizio.

     

    Carlo Alberto Tersalvi ATS BERGAMO Carlo Alberto Tersalvi ATS BERGAMO

    Secondo i documenti esclusivi di fatto il primo positivo venne certificato già il 22 febbraio 2020 al Papa Giovanni di Bergamo, ma a lui e ai familiari venne detto di non dire niente. Nessuno comunicò il rischio alla cittadinanza, aggravando così il contagio. Alcuni sanitari con sintomi sarebbero stati lasciati senza tampone, come scrive disperato in una mail il medico del Lavoro dell'ospedale, Marino Signori, morto un mese dopo.

     

    IL DIRIGENTE Carlo Alberto Tersalvi IL DIRIGENTE Carlo Alberto Tersalvi

    «Se fosse provato che Ats Bergamo abbia omesso di comunicare la positività del primo paziente Covid sarebbe un atto consapevole gravissimo - dice al Giornale l'avvocato Consuelo Locati, che difende i familiari di 500 vittime della Bergamasca -. Siamo purtroppo abituati ad assistere a silenzi e negazione di responsabilità da parte delle istituzioni lombarde ma questo fatto, se confermato, rappresenterebbe anche forse un tentativo di insabbiamento ancor più grave».

     

    ospedale pesenti fenaroli alzano lombardo ospedale pesenti fenaroli alzano lombardo

    Le ripercussioni penali a carico di Tersalvi, già al centro di un caso dopo il decesso per Covid dell'ex responsabile dell'ufficio Igiene e Sanità Pubblica, Vincenza Amato, sono affare dei pm, che potrebbero anche sentire i familiari del paziente positivo mai tracciato.

     

    ospedale pesenti fenaroli alzano lombardo 1 ospedale pesenti fenaroli alzano lombardo 1

    Ma intanto si apre uno squarcio ancora più inquietante sui quei giorni decisivi per la diffusione del virus. Si sa che il 27 febbraio l'allora assessore alla Sanità Giulio Gallera e i suoi chiesero tramite la Prefettura al Cts di chiudere Alzano e Nembro, inutilmente.

     

    ospedale pesenti fenaroli di alzano lombardo ospedale pesenti fenaroli di alzano lombardo

    Le indagini devono stabilire di chi fu la colpa della mancata chiusura della zona rosa tra Alzano e Nembro (gli indagati sono già cinque) alla notizia delle prime positività e chi decise di riaprire l'ospedale di Alzano, innescando di fatto il cluster nella Bergamasca.

     

    alzano lombardo alzano lombardo

    Non certo l'ex direttore dell'ospedale Giuseppe Marzulli, «Mi opposi soprattutto per tutelare la gente della Valseriana - dice al Giornale -. Pensai tra me e me, o chiudi qui la carriera o rischi l'incriminazione per epidemia colposa».

     

    alzano lombardo nembro alzano lombardo nembro

    E lui disse no, coraggiosamente. «Da pensionato - aggiunge - mi sono letto tutta la documentazione ufficiale, verbali del Cts eccetera e ho capito che le colpe di questo caos sono anche del ministero, che ha le stesse responsabilità del Pirellone, se non addirittura maggiori».

     

    Nei guai c'è anche Ranieri Guerra, funzionario Oms, indagato per false dichiarazioni ai magistrati sul report sparito che inguaiava il ministro della Salute Roberto Speranza.

     

    Sul tavolo infatti c'è sempre la questione del piano pandemico, il cui mancato aggiornamento potrebbe costare un avviso di garanzia per Speranza ma anche per i suoi predecessori Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin, per i dirigenti del ministero dal 2014 a oggi e per alcuni esponenti politici di primissimo piano, da Gallera al sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

     

    Alzano Lombardo Alzano Lombardo

    «Quando ho visto Speranza vantarsi di aver fatto un piano pandemico con 100mila morti ho provato molta rabbia», sottolinea Marzulli, che ripete: «Siamo stati mandati a morire...».

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