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    SOTTO LA MASCHERINA, C'E' “BAFFINO” - D'ALEMA VERRÀ SENTITO DAI PM COME PERSONA INFORMATA SUI FATTI PER L'INCHIESTA SULLA VENDITA A LAZIO E SICILIA, PER 22 MILIONI DI EURO, DI 5 MILIONI DI MASCHERINE E MEZZO MILIONE DI CAMICI CINESI NON CONFORMI, OLTRE A CERCARE ABBOCCAMENTI CON ARCURI PER PROVARE A PIAZZARE ALTRE PARTITE DI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE – E SUI VENTILATORI RIVENDICA DI “AVER DATO UNA MANO A RECUPERARLI”, ANTICIPANDO I SOLDI PER LO STATO CON L'ASSOCIAZIONE DI CUI FA PARTE – IL RUOLO DEL LÌDER MAXIMO NEL CONTE BIS…


     
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    Massimo Malpica per "Il Giornale"

     

    d'alema speranza d'alema speranza

    Sotto la mascherina, tutti. I pasticci sulle protezioni individuali portano i nodi al pettine delle inchieste giudiziarie, e dopo il coinvolgimento dell'ex commissario straordinario Domenico Arcuri a finire coinvolto, pur se non indagato, è l'ex premier Massimo D'Alema. «Baffino» verrà sentito dalla pm romana Rosalia Affinito come persona informata sui fatti per l'inchiesta legata alla vendita a Lazio e Sicilia, per 22 milioni di euro, di 5 milioni di mascherine e quasi mezzo milione di camici cinesi non conformi, oltre a cercare abboccamenti con Arcuri per provare a piazzare altre partite di dispositivi di protezione destinate a scuole e studenti. E con D'Alema potrebbe essere sentita dai magistrati romani anche Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria all'economia.

    FRANCESCO SAVERIO ROMANO FRANCESCO SAVERIO ROMANO

     

    A tirare in ballo il lìder Massimo in questa storiaccia sono le intercettazioni e i pedinamenti ai protagonisti dell'inchiesta capitolina arrestati a inizio marzo scorso, Andelko Aleksic, il rappresentante della società «fornitrice» dei dpi, la European Network, e l'ex «re degli stampatori» Vittorio Farina, suo delegato, oltre all'imprenditore 51enne Domenico Romeo che avrebbe procurato i falsi certificati di conformità.

    massimo d'alema massimo d'alema

     

    In particolare sarebbe proprio Farina, anche tramite l'imprenditore pugliese Roberto De Santis, vicinissimo a D'Alema e con lui ex comproprietario dell'Ikarus II (e indagato in questa inchiesta), a essere intercettato parlando dell'ex premier o in sua compagnia.

     

    Succede a metà agosto dello scorso anno, quando Farina chiacchiera con il suo ex socio Luigi Bisignani (non indagato) e lo informa che pranzerà con De Santis e D'Alema, per poi essere intercettato nuovamente l'indomani al telefono con una giornalista, Laura Tecce, alla quale passa al telefono proprio D'Alema che evidentemente è in sua compagnia perché i due concordino «direttamente la data di un'intervista».

     

    roberto speranza domenico arcuri roberto speranza domenico arcuri

    Farina, secondo gli inquirenti, tramite i rapporti con De Santis e D'Alema ma era in contatto anche con l'ex ministro all'agricoltura del governo Berlusconi IV, Francesco Saverio Romano - puntava al commissario Arcuri, per spingere nuove partite di dpi che lui e gli altri indagati speravano di piazzare.

     

    Anche la fondazione Italianieuropei di cui D'Alema è fondatore e presidente è finita nelle intercettazioni e nei pedinamenti, e proprio a quella fondazione è legato il desiderio dei pm di ascoltare la Guerra (nemmeno lei indagata, verrà sentita come persona informata sui fatti), che è nel comitato di redazione della rivista di Italianieuropei, poiché di lei parla Aleksic, intercettato a proposito di tamponi che sarebbero «al vaglio» della sottosegretaria.

    roberto de santis roberto de santis Angelo Aleksic Angelo Aleksic

     

     

    Lo stesso Farina viene visto entrare nella Fondazione a novembre scorso (e in un'altra occasione viene pedinato fino all'ingresso del ministero della Salute), e il broker che è in sua compagnia nelle due occasioni, intercettato con lo stesso Farina giorni dopo, chiede all'indagato se «Max non interviene». Una noia per l'ex premier, già coinvolto nella vendita all'Italia di 140 ventilatori non a norma, passati per una società cinese controllata dalla Silk Road Cities Alliance di Pechino, della quale D'Alema è presidente onorario. Sul punto, lui in un'intervista al Corriere della Sera, però, rivendica il suo ruolo, sostenendo di «aver dato una mano a recuperare dei ventilatori», di fatto anticipando i soldi per lo Stato con l'associazione di cui fa parte e negando che fossero difettosi o non conformi.

     

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    Alessandro Da Rold per “La Verità”

     

    Massimo D'Alema conferma di essersi interessato con la Cina per l'acquisto dei ventilatori Aeonmed Vg70, ora ritirati dagli ospedali laziali. Lo fa attraverso un'intervista al Corriere della Sera, dove parla dell'associazione internazionale di cui fa parte, anche senza nominarla. È la Silk road global information limited, che, stando alle parole dell'ex presidente del Consiglio, avrebbe anticipato i soldi al governo italiano in quei mesi in difficoltà nel reperire materiale sanitario per contrastare la pandemia. Allo stesso tempo, però, D'Alema non spiega se quei soldi siano tornati indietro.

    d'alema conte d'alema conte

     

     Poi racconta anche la sua esperienza con il Covid, spiegando di aver utilizzato antinfiammatori per curarsi, cioè quelli previsti dal protocollo Remuzzi, smentendo quelli del ministero della Salute, cioè tachipirina e vigile attesa. Sta di fatto che D'Alema al quotidiano di via Solferino riconosce di aver avuto un ruolo centrale durante il secondo governo di Giuseppe Conte. Aspetto, quest' ultimo, che è stato confermato ieri anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza, durante la conferenza stampa con il presidente del Consiglio Mario Draghi. «È chiaro che tutte le personalità che potessero avere relazioni pregresse con il principale venditore di questi beni, che in quel momento soprattutto per le mascherine era la Cina sono state attivate dalla struttura commissariale», ha detto Speranza, confermando quindi l'asse tra l'ex commissario Domenico Arcuri e D'Alema. E scaricando su di loro le scelte.

     

    massimo d'alema con roberto gualtieri massimo d'alema con roberto gualtieri

    Che l'ex premier e ministro degli Esteri abbia avuto un ruolo centrale nel secondo governo Conte, era già noto soprattutto tra i corridoi di via XX Settembre, sede del ministero dell'Economia. Attraverso l'ex ministro Roberto Gualtieri, D'Alema è stato uno dei grandi protagonisti dei rinnovi delle partecipate statali nel 2020. Insieme con l'ex commissario Arcuri, ancora in Invitalia, la coppia Gualtieri-D'Alema è stata decisiva fino agli ultimi giorni del Conte bis. Basta guardare le ultime nomine nelle controllate del Gse (Gestore servizi elettrici), dove a fine dicembre 2020 sono stati nominati Filippo Bubbico e Andrea Peruzy, il secondo nel Gme (Gestore dei mercati energetici), il primo in Acquirente unico. Bubbico e Peruzy arrivano entrambi dal mondo dei Ds, con esperienze nei passati governi di centrosinistra e nella fondazione Italianieuropei, voluta proprio da D'Alema nel 1998.

     

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    Nel comitato di indirizzo della Fondazione siede anche Claudio De Vincenti, ex sottosegretario e ministro dei governi Renzi e Letta, da poco nominato presidente di Aeroporti di Roma. Dopo l'arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi, però, il potere dell'ex premier ha iniziato a vacillare. La prima testa a saltare è stata quella di Arcuri come commissario straordinario, messo alla porta dall'ex numero uno della Bce senza troppi giri di parole. Ora vacilla Speranza (anche lui in Italianieuropei) al ministero della Salute. In sostanza il potere contrattuale di D'Alema sembra essersi ridotto, anche perché da un lato salgono le quotazioni del nuovo segretario del Pd Enrico Letta come aumenta la pressione delle inchieste su ventilatori e mascherine cinesi.

     

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    Anche se chi conosce i dalemiani fa notare che la vera partita su cui punterà «Max» è quella attorno a Cdp.In via Goito Fabrizio Palermo è in scadenza. I rapporti tra D'Alema e l'attuale amministratore delegato sono considerati buoni, senza contare il ruolo strategico di Giacomo D'Amico, ex capo di gabinetto della Regione Lazio di Nicola Zingaretti, prima in Sia e ora in Terna.

     

    Al pari di D'Amico, un altro uomo della galassia ex ds è Mario Vitale, direttore generale della neo Fondazione dell'istituzione che gestisce il risparmio postale degli italiani nata in tempi di pandemia e presieduta da Pasquale Salzano. Settimana scorsa è stato confermato Donato Iacovone come presidente di Webuild (ex Salini), dove Cdp equity vanta il 18, 68%. Iacovone è sempre stato uno degli esponenti di punta di Ernst & Young, altro avamposto dalemiano, dove D'Alema è presidente dell'advisory board della società di consulenza internazionale.

     

     

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    Nella galassia Cdp c'è da segnalare anche Rodolfo Errore, nominato nel 2019 presidente di Sace, dato secondo indiscrezioni in uscita ma poi smentite: la scadenza naturale è nel 2022. Ma la vera scommessa è il posto nel consiglio di amministrazione di Carlo Cerami, l'avvocato milanese che piace a destra e sinistra, da sempre considerato vicino a D'Alema. Cerami entrò nell'estate del 2020, al posto di Valentino Grant, quota Lega, che era stato eletto al Parlamento europeo. Infine è da sbrigliare la matassa intorno a Domenico Arcuri.

    giuseppe conte roberto speranza giuseppe conte roberto speranza

     

    L'ex commissario al momento resta in Invitalia, dove ormai alberga da 10 anni. Ma il suo nome, in passato, era stato associato anche a grandi aziende statali. Potrebbe essere il jolly in questa tornata di nomine. Anche se c'è chi scommette che dopo l'esperienza commissariale non si apriranno nuovi spazi.

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