Estratto dell’articolo di Arianna Finos per www.repubblica.it
il camorrista - serie tv di giuseppe tornatore
“Non si può dire che il film o la serie siano un insulto alle vittime della camorra. Non lo riconosco e non lo posso accettare”. Giuseppe Tornatore porta alla Festa di Roma la serie Il camorrista, girata nel 1985, contestualmente al lungometraggio omonimo, e mai trasmessa (l'attuale rielaborazione è stata prodotta da Titanus Production e Rti - Mediaset e verrà distribuita da Minerva Pictures).
E replica alle dichiarazioni fatte a Repubblica da Claudio Salvia, figlio del vicedirettore del carcere di Poggioreale che nel 1981 fu ucciso da un agguato della Nco cutoliana in cui si era detto “Indignato. Sbigottito. Annichilito da una notizia che riapre ferite mai chiuse e quel dolore che cerco di lenire quotidianamente portando avanti una missione sociale di legalità”.
giuseppe tornatore - festa del cinema di roma
Tornatore, quando uscì il film ci furono reazioni dai parenti delle vittime? E cosa pensa delle dichiarazioni di Salvia?
“All’epoca non ci fu nessuno che ebbe da dire, perché il film fu colto per quel che voleva essere, un atto di denuncia, opportunità di maggiore conoscenza del fenomeno per renderne più forte la lotta. Questa dichiarazione di Salvia ovviamente è stata un dispiacere per me. Condivido il sentimento che emerge nelle sue dichiarazioni, mi sento in linea con il suo dolore, gli sono solidale come con tutte le vittime della criminalità.
Ma sospetto che la sua reazione possa essere viziata dall’equivoco e cioè che la serie sia stata girata oggi ispirandosi al film di quarant’anni fa. Cosa che non è. Quando ho fatto il film l’ho fatto da questa prospettiva, la rivendico e la riconosco. Poi il pubblico può dire del film che è brutto, fotografato, montato male, ma non si può dire che sia un insulto alle vittime della camorra”.
il camorrista - serie tv di giuseppe tornatore
All’epoca vi siete posti il problema se il film potesse dare carisma alla figura di Cutolo?
“Al tempo, pur essendo sintonizzati su questa idea di fare un film che raccontasse la nascita e l'evoluzione di un'organizzazione criminale dal suo interno - cosa accaduta molto raramente al cinema e perciò secondo noi originale - ci ponemmo a lungo il problema con lo sceneggiatore Massimo De Vita. E così facciamo una cosa che ancora oggi trovo straordinaria e che ha funzionato: abbiamo creato nella storia un sorpasso di quello che è il meccanismo, “di simpatia”, che può portare lo spettatore a simpatizzare per il criminale, per il cattivo. Abbiamo creato un camorrista più camorrista di lui, che è Alfredo Canale, che lui fa uccidere. Abbiamo spostato quel meccanismo naturale che porta a volte il pubblico a empatizzare non sul protagonista ma su un altro.
[…]
giuseppe tornatore - festa del cinema di roma
Quanto al carisma di Cutolo, nel film non lo trovo. Del resto Coppola si deve sentire colpevole perché Matteo Messina Denaro aveva il ritratto di Don Vito Corleone nel suo covo? No, perché il cinema è cinema” […]
Il suo film uscì dalla sale dopo poche settimane. Lei ricevette diverse querele, tra cui quella dello stesso Cutolo. Nove anni di udienze da cui è uscito assolto. Svelandone molto anche dei riti della camorra, oltre agli intrecci con politica, ha mai avuto qualche tipo di reazione dalla criminalità organizzata?
“Una volta Cutolo, quando i giornalisti lo intervistavano attraverso le sbarre, quando gli chiesero cosa pensava del film disse: “Mi dispiace che questo film lo abbia fatto un siciliano”. Fu una cosa minacciosa. Il produttore mi disse: attento a chi incontri. Gli aveva dato fastidio che fosse stato un siciliano a girare il film”.
giuseppe tornatore foto di bacco (3) raffaele cutolo 1 raffaele cutolo 2 il camorrista la serie 2 il camorrista - serie tv di giuseppe tornatore