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    TOTTI BOOM: LASCIA LA ROMA? – PALLOTTA GLI OFFRE LA CARICA DI DIRETTORE TECNICO, IL "CAPITANO" VUOLE CHE LA QUALIFICA SIA REALMENTE OPERATIVA: ALTRIMENTI E’ PRONTO A DIRE ADDIO – SIA NELLA SCELTA DEL DS (PETRACHI) CHE IN QUELLA DEL TECNICO (FONSECA) TOTTI RITIENE DI NON ESSERE STATO COINVOLTO – LA DIFFICILE COABITAZIONE CON FRANCO BALDINI, EMINENZA GRIGIA (O NERA) DELLA ROMA...


     
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    Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia

    Massimo Cecchini per la Gazzetta dello Sport

     

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    I Galli, i Goti, i Vandali e poi i Lanzichenecchi, e via ancora più avanti, fino alla cattiva politica di tutti i tempi. Non amiamo la retorica, ma tenendo conto del peso specifico che il calcio vanta a Roma, se davvero Francesco Totti lasciasse il club giallorosso sarebbe un altro saccheggio - stavolta emotivo - per una Capitale già immalinconita dall' addio di De Rossi. Una cosa è certa: mai dal periodo in cui subiva le lusinghe del Real Madrid l' ex capitano è stato così vicino a lasciare la Roma, rischiando d' interrompere una storia lunga 30 anni.

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    Ed è per questo che la proprietà da parte sua - che gli ha offerto il ruolo di direttore tecnico - sta facendo il possibile perché tutto questo non si realizzi, anche se ieri si è trovata spiazzata dal messaggio inquietante che Totti ha lanciato via social: «In questo momento vengono dette e scritte tante parole, cercando di ipotizzare i miei pensieri e le mie scelte. A breve il mio punto di vista nella giusta sede...». Brividi per tutti, coi dubbi che crescono per un feeling con la proprietà che pare non essere mai riuscito a decollare davvero, nonostante le recenti parole di Pallotta: «Sono stato testimone di quanto stia proseguendo la maturazione di Francesco come dirigente.

     

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    La sua maturità, le sue intuizioni e la sua competenza riguardo un candidato alla panchina, sono state più utili dei consigli di chiunque altro». Ma ora c' è bisogno di un finale, prima della data del ritiro, il 29 giugno. L' offerta da parte del ceo Guido Fienga del ruolo di d.t. sembrava l'«happy end», invece le cose per il momento sono andate in maniera diversa. Totti vuole che la qualifica sia «riempita» di reale operatività, quella che - a suo dire - è ancora mancata negli ultimi tempi.

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    Due esempi su tutti. Pur stimando professionalmente sia il nuovo allenatore Paulo Fonseca che il nuovo d.s. «in pectore» Gianluca Petrachi, Totti ritiene di non essere stato veramente coinvolto nelle scelte. Per questo, non solo aveva disertato il blitz dirigenziale di Madrid per conoscere il portoghese, ma ha detto di no anche al presidente Pallotta, che lo aveva invitato nei giorni scorsi a Londra per partecipare agli incontri che ci sono stati, tra cui quello con Fonseca. Il senso del malumore di Totti è chiaro: se mi volete, almeno sul mercato il mio parere deve contare. Detto che ieri non è mancato un colloquio telefonico con lo stesso Fienga, l' ex capitano sente il bisogno di sedersi intorno a un tavolo.

     

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    Ovvio che, dopo il divorzio traumatico da De Rossi - con cui Totti è sempre in contatto - la proprietà ha bisogno di ribadire l' importanza della romanità nel club, ma da loro punto di vista non andare a parlare né con Fonseca a Madrid né a Londra con Pallotta non è il modo più corretto per entrare davvero nella stanza dei bottoni. Petrachi tra l' altro ha telefonato all' ex capitano per manifestargli il suo desiderio di lavorare con lui, ma adesso è da capire se lo stesso Totti si sente in grado di ricoprire un ruolo pesante che, davanti a scelte magari sbagliate - come può capitare a tutti - gli facciano magari perdere l' universale consenso che ricopre agli occhi del tifo. Insomma, compiere questo rito di passaggio può essere anche rischioso, e non detto che lo stipendio da 600 mila euro valga lo sforzo di collaborazione con persone con cui una sintonia non è scattata.

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    Ovvio che tutte le riflessioni per Totti passino anche dalle alternative. È noto come in Figc potrebbe trovare un ruolo, così come in passato si siano fatte vive con lui anche la Fifa e la Uefa, nonostante il modesto inglese sia un handicap. Non basta. Al netto delle munifiche esibizioni che Totti può fare all' estero, non è un mistero che il Qatar potrebbe offrirgli un ruolo da testimonial per il Mondiale del 2022, magari in attesa che in un futuro indefinito ci sia un cambio di proprietà che lo riporti in giallorosso, com' è successo a Maldini col Milan e in questi giorni a Batistuta nella Fiorentina. Ma la domanda di tutti è solo una: riuscirà a stare Totti senza la Roma? E la Roma senza Totti?

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