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    TU CHIAMALE SE VUOI COSPIRAZIONI - ARRESTATO UN 42ENNE AMERICANO D’ORIGINE LIBANESE: NEL TELEFONINO LE FOTO DEI POSSIBILI BERSAGLI PER ATTENTATI A NEW YORK, BOSTON E WASHINGTON - È UNA TATTICA CONSUETA USATA DALL’HEZBOLLAH E DAI SERVIZI IRANIANI FIN DAGLI ANNI ’80…


     
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    Guido Olimpio per il Corriere della Sera

     

    saab saab

    Un agente in sonno. Un militante dell’Hezbollah libanese inviato negli Usa per cercare bersagli da colpire in caso di conflitto.È questa l’accusa della procura statunitense contro Alexei Saab, 42 anni, cittadino americano d’origine libanese arrestato in luglio a New York.

     

    L’addestramento

    Cresciuto in Libano, Saab sarebbe stato reclutato dalla fazione filo-iraniana all’epoca del liceo, nel 1996. I guerriglieri lo avrebbero addestrato all’uso di armi ed esplosivi, alle tattiche di ricognizione ed altre attività militari. Lo impiegano, inizialmente, per missioni di osservazione nella zona sud del paese, quindi intensificano il training. Nel 2000 si trasferisce negli Stati Uniti, otto anni dopo riesce a diventare cittadino, ha un lavoro nel New Jersey, una vita normale. Secondo la polizia federale, invece, è parte della componente clandestina del partito di Dio.

     

    Una lista di siti

    Per un lungo periodo Saab inizia a raccogliere informazioni su possibili target. Ponti, luoghi simbolici, stadi, stazioni, la Statua della Libertà, la Borsa di New York, Rockfeller Center. Scatta foto, redige rapporti, costruisce un archivio da mettere a disposizione del gruppo.

     

    Se dovesse esserci una guerra in Medio Oriente che coinvolge l’Iran e gli Usa, questi “siti” potrebbero diventare bersaglio di una campagna di attacchi. Le immagini, peraltro, sono in apparenza innocenti, se dovesse esserci una perquisizione potrebbero sembrare quelle di un qualsiasi turista. Invece, in base a quanto affermano gli inquirenti nell’atto di incriminazione, l’accusato era consapevole che potevano avere un fine diverso: i suoi superiori erano nelle condizioni di usarli per studiare quale ordigno impiegare, verificare le misure di sicurezza, individuare punti deboli.

     

    saab saab

    Tattica consueta

    È una tattica consueta usata dall’Hezbollah e dai servizi iraniani fin dagli anni ’80. La Francia ne sa qualcosa, colpita ripetutamente da terroristi mascherati dietro misteriose sigle, in realtà il lungo braccio dell’estremismo sciita. Nel tempo, dall’Europa all’Asia, sono stati arrestati elementi ai quali il comando aveva assegnato il compito di esploratori e in alcuni casi sono stati coinvolti in attentati. Bulgaria, Cipro, Malaysia, India, Thailandia sono alcuni dei paesi dove è emersa la rete, animata, proprio come Saab, da persone con il doppio passaporto: così potevano spostarsi più facilmente e dare meno sospetti.

     

    Lunga pena

    L’Fbi ha messo fine alla «carriera» dell’estremista in seguito ad un’inchiesta paziente. Una volta in mano alla Legge il libanese ha ricostruito il suo percorso mentre un testimone importante – un altro affiliato all’Hezbollah fermato nel 2017 – ha aggiunto riscontri decisivi. Saab, se riconosciuto colpevole, rischia una condanna a 25 anni di galera. Una storia minore che si innesta, indirettamente, nell’attuale tensione per la crisi nel Golfo dopo il bombardamento degli impianti sauditi.

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