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    MELONI SI BECCA UNA RAFFICA DI EUROSCHIAFFONI – IL CONSIGLIO D’EUROPA BOCCIA SENZA APPELLO LA POLITICA DEL GOVERNO ITALIANO SUI MIGRANTI, CHIEDE DI ABROGARE IL DECRETO FLUSSI E CRITICA L'ACCORDO CON L'ALBANIA. E DENUNCIA “LA DISUGUAGLIANZA DI GENERE PERVASIVA NELLA SOCIETÀ” (DA PALAZZO CHIGI REPLICANO: “SONO DONNE I PRESIDENTI DEL CONSIGLIO, DELLA CORTE COSTITUZIONALE, DELLA CASSAZIONE”) –LA DUCETTA RISCHIA DI USCIRE DAL CONSIGLIO EUROPEO CON UNA SCONFITTA SU TUTTA LA LINEA…


     
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    1 – CONSIGLIO D'EUROPA, ITALIA GARANTISCA SALVATAGGIO MIGRANTI

    giorgia meloni a bruxelles giorgia meloni a bruxelles

    (ANSA) - "Le autorità italiane sono esortate a garantire una capacità di ricerca e salvataggio sufficiente e adeguata a fornire un'assistenza tempestiva ed efficace alle persone in difficoltà in mare, compresi i rifugiati, i richiedenti asilo e i migranti". Lo scrive Dunja Mijatovic, commissaria per i Diritti umani del Consiglio d'Europa, nel rapporto sulla visita che ha condotto in Italia a giugno, che contiene anche la richiesta di mettere fine alla "criminalizzazione" delle Ong che salvano vite in mare. (

     

    2 – STRASBURGO, 'DISUGUAGLIANZA DONNE RADICATA IN ITALIA' MA ROMA REPLICA: 'NON VERO, SI GUARDI A CARICHE PIÙ ALTE STATO'

    edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 3 edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 3

    (ANSA) - "La disuguaglianza di genere è profondamente radicata nella società italiana e rimane pervasiva nella vita quotidiana". Lo scrive Dunja Mijatovic, Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, nel rapporto sulla visita che ha condotto in Italia a giugno.

     

    Un'affermazione, quella di Mijatovic, contestata da Roma che ha espresso "la propria protesta contro questa affermazione", si legge nei commenti al rapporto inviati a Strasburgo. "L'affermazione è in netto contrasto con i dati macroscopici", si precisa. "Basta osservare, a titolo di esempio, che le donne occupano le posizioni più alte nella gerarchia dello Stato: presidente del Consiglio dei Ministri, presidente della Corte Costituzionale (fino a pochi giorni fa), Presidente della Corte di Cassazione, presidenti di numerosi enti pubblici", si legge nei commenti delle autorità italiane al rapporto.

     

    Dunja Mijatovic Dunja Mijatovic

    "C'è una maggioranza di donne tra i nostri magistrati, oltre la metà, tra i medici e tra l'élite del Paese", viene evidenziato. "Ci opponiamo quindi fermamente all'assunto di partenza del rapporto e alle conseguenze che se ne fanno derivare", dice Roma.

     

    Nel rapporto la commissaria raccomanda alle autorità una serie di interventi più incisivi per combattere la discriminazione e la violenza di cui donne e ragazze sono vittime, assicurare i loro diritti alla salute, rimuovere le barriere al loro accesso al mercato del lavoro e invertire il crescente divario retributivo tra i sessi. Nei suoi commenti il governo italiano sottolinea di aver già preso numerose misure e contesta alcuni dati indicati dalla commissaria, come quello relativo alla riduzione dei finanziamenti per i servizi di supporto alle donne vittime di violenza.

     

    3 – BRUXELLES RESPINGE LE RICHIESTE DI ROMA SU MIGRANTI, BALCANI E PARAMETRI UE

    Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

     

    GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES

    Migranti, riforma del Patto di stabilità, bilancio dell’Unione europea e Balcani occidentali.

    Sono le quattro spine che stanno pungendo dolorosamente il governo Meloni. E che rischiano di trasformare il Consiglio europeo che prende il via oggi in un pesante altolà nei confronti della premier italiana. Perché al di là delle parole formali pronunciate a Bruxelles e dei toni accesi che la leader di Fratelli d’Italia ha usato in Parlamento, la sostanza dei fatti sta andando nella direzione opposta. E il sacco “meloniano” appare desolantemente vuoto.

     

    viktor orban giorgia meloni ursula von der leyen viktor orban giorgia meloni ursula von der leyen

    Il primo punto all’ordine del giorno del summit, infatti, è l’Ucraina. [...] L’Italia è senza dubbio a favore della proposta della Commissione europea di iniziare subito il percorso di ingresso nell’Ue e di trasferire rapidamente gli aiuti economici.

     

    Ma chiede contestualmente di seguire una linea di analoga accondiscendenza nei confronti dei Balcani occidentali. Paesi geograficamente molto vicini a Roma: una loro definitiva stabilizzazione costituisce un elemento di tranquillità per il nostro Paese. In particolare la preoccupazione di Roma si concentra sulla Bosnia.

     

    Su questo punto è stata però già esplicitata la netta contrarietà di alcuni partner, a cominciare dall’Olanda e dall’Austria. [...]

     

    In questo quadro i leader oggi dovranno discutere del nuovo Bilancio dell’Ue. Inizialmente la Commissione aveva chiesto risorse “fresche” per 66 miliardi. La proposta avanzata nelle ultime ore dal presidente del Consiglio europeo, il belga Charles Michel, le ha ridotte a 22,5.

     

    GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES GIORGIA MELONI OLAF SCHOLZ E EMMANUEL MACRON ALL'HOTEL AMIGO DI BRUXELLES

    Ma di questi ben 17 sono destinati al pacchetto ucraino. Sostanzialmente ne rimangono, se va bene, 5,5 in quattro anni per aumentare tutti gli altri capitoli di spesa. In questo contesto vanno anche rifinanziati gli effetti del Recovery Fund. Il debito comune emesso per la prima volta dall’Ue, a causa dei rialzi dei tassi sta costando molto di più: si tratta di circa 5 miliardi da recuperare in qualche modo. Tedeschi e cosiddetti Paesi “frugali” del nord Europa stanno già alzando le barricate. Sostengono che persino i 22,5 miliardi proposti da Michel siano troppi: «Bastano i 17 solo per l’Ucraina».

     

    [...]

     

     

    giorgia meloni viktor orban giorgia meloni viktor orban

    Risultato: i fondi impiegati su questo dossier sono stati ridotti del 30 per cento, da 12 a 8,6 miliardi. Sebbene il governo italiano canti vittoria per le lettere e le parole pronunciate da Ursula von der Leyen, nel concreto non sta ottenendo niente. Anche perché questi otto miliardi sono una cifra complessiva quadriennale e che riguarda tutta l’emergenza migratoria e non solo il Mediterraneo e il nord Africa. Ossia le aree che maggiormente incidono sul numero di approdi in Italia. Il governo Meloni ha fatto sapere che anche gli 8,6 miliardi possono andare. Eppure si tratta di un passo indietro.

     

    Infine il Patto di stabilità. Quasi tutti i leader, a cominciare dallo stesso Scholz, hanno fatto sapere che non intendono discutere della riforma al Consiglio europeo. L’Italia, dopo l’ultimo Ecofin (la riunione dei ministri finanziari) aveva prospettato proprio questa possibilità. Non solo. L’Ecofin straordinario del 18 dicembre non si terrà in presenza probabilmente ma in videoconferenza. Segno che la sostanza della riforma non è più in discussione. L’Italia si ritroverà davanti alla formulazione che la scorsa settimana non aveva gradito. [...]

     

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