koulibaly
Quattro giornate per lo scudetto. Si deciderà tutto in volata, dopo il gol di Koulibaly che ha riportato il Napoli a un punto dalla Juve. Soltanto una settimana fa, i bianconeri sembravano indirizzati verso il settimo scudetto consecutivo con un bottino rassicurante di sei punti di vantaggio. E invece la squadra di Allegri ha dilapidato cinque punti in due partite. Ne resta uno in dote, ma adesso tutto è davvero in discussione e il Napoli, a questo punto, diventa il favorito della corsa, visto che alla grande energia ottenuta dalla vittoria allo Stadium può aggiungere un calendario più agevole.
sarri e allegri
Decisiva sarà, quasi certamente, la prossima giornata: sabato sera la Juve dovrà scalata la montagna Inter a San Siro mentre il Napoli domenica alle 18 sarà impegnato a Firenze. Sarà dunque un weekend di snodo fondamentale. La 36a giornata è, almeno sulla carta, favorevole per entrambe: Juve-Bologna (sabato 5 maggio alle 20.45) e Napoli-Torino (domenica 6 alle 15). Nella settimana che porta al penultimo turno, la squadra di Allegri dovrà affrontare la finale di coppa Italia con il Milan - 9 maggio a Roma -, mentre la squadra di Sarri potrà preparare tranquillamente la 37a giornata e la trasferta in casa della Sampdoria. La Juve invece avrà un altro ostacolo non da poco da superare, la Roma all’Olimpico.
koulibaly
Anche questo turno rappresenta un altro bivio decisivo, prima del gran finale, il 20 maggio, con Juve-Verona e Napoli-Crotone. Una volata mozzafiato, quindi, con lo scontro diretto che ha ribaltato la condizione psicologica delle contendenti. La Juve ora trema: sembrava più abituata a gestire pressioni e momenti complicati e invece il campo ha mostrato una squadra rinunciataria, timorosa, votata a limitare l’avversario e di conseguenza i danni. Un dato fotografa l’attualità bianconera: per la prima volta dalla stagione 2011-12, i bianconeri hanno chiuso una gara casalinga con zero tiri in porta all’attivo. La condizione fisica appare precaria i troppi protagonisti, primo fra tutti Dybala, Higuain non segna da 627 minuti e l’infortunio al ginocchio sinistro di Chiellini rischia di pesare.
allegri benatia
Il Napoli, invece, vola sulle ali di un successo che riapre prospettive inattese di scudetto: il sogno tricolore che dura da 28 anni è di nuovo realizzabile. Gioco collaudato e mandato a memoria, pressing, condizione fisica e Milik in più che può compensare il digiuno di gol di Mertens (il belga non segna dal 3 marzo con la Roma). E se si arrivasse a pari punti? Visto l’identico risultato nei confronti diretti, sarebbe decisiva la differenza reti generale. Al momento la Juve è in vantaggio +58 contro +48 del Napoli.
koulibaly
2. KOULIBALY
Eroe non per caso
Eroe non per caso all’Allianz Stadium, Kalidou Koulibaly, si è preso lo scettro al minuto 90 firmando la vittoria storica del Napoli sul campo della Juventus. Nella cabala partenopea, 90 è il numero della paura, quella che il gigante d’ebano, arrivato quattro anni fa dal Genk, ha scrollato definitivamente di dosso alla sua squadra, mai prima di ieri sera così autorevole di fronte a Madama. Il pronostico Koulibaly l’aveva promesso a un suo amico napoletano prima di partire: non farò muovere Higuain, e così è andata. Il gol, il quarto in stagione su calcio d’angolo, non lo aveva previsto ma al suo ex compagno voleva dimostrare che stavolta non avrebbe oltrepassato la porta difesa da Reina. Al termine della partita va a stringergli la mano.
KOULIBALY CONTRO HIGUAIN
Il gigante e il nano
Koulibaly e Insigne hanno costruito il gol vittoria. Il napoletano dai tempi della primavera in maglia azzurra è soprannominato il «nano» per la sua statura, il senegalese è il più alto della squadra. Da un tiro di Insigne è nato il corner del gol: i due simboli di Napoli nella notte della storia.
Testimonial anti-razzismo
koulibaly
Lo stacco imperioso è una sua specialità e, per un ragazzo nato in Francia da genitori senegalesi e testimonial della doppia cultura, è stata la risposta all’accoglienza ricevuta dal Napoli all’Allianz, con un coro che Koulibaly non ha ignorato: «Benvenuti in Italia». Agli sfottò di matrice razzista ci è abituato e due anni fa era finito sotto i riflettori sul campo della Lazio, quando l’arbitro Irrati aveva sospeso la gara per quattro minuti per i«buu» insistenti verso il difensore partenopeo. Koulibaly al termine della partita aveva poi fatto un gol a modo suo, regalando la maglietta a un bambino tifoso biancoceleste che stava a bordo campo.
L’ottava meraviglia
Koulibaly firma l’ottava vittoria della storia azzurra a Torino, destino di un difensore che come Moreno Ferrario nella stagione gloriosa ‘86-87, mette il suo sigillo su un risultato che riapre clamorosamente il campionato è con il quale può scrivere un altro pezzo di storia. Attraverso i social gli sono arrivati i complimenti di Maradona e di Careca, quelli che.......La Magica degli anni d’oro.
koulibaly
Ama il sushi e le passeggiate sulla spiaggia Altissimo e nerissimo, il gigante azzurro vive in uno dei posti più belli di Napoli, villa Gallotti a Posillipo, a un passo dal mare, scenario irresistibile che ha stregato la sua dolce moglie Charline (bionda e chiarissima di carnagione) e il loro bambino Semi. È francese e curiosamente nasce nello stesso giorno di suo marito nello stesso ospedale. Riservato ma socievole con la tifoseria, Koulibaly ama il sushi e la semplicità delle passeggiate in riva al mare. Se non avesse fatto il calciatore avrebbe frequentato ambienti finanziari, da ragazzino dopo il diploma si era iscritto a Matematica. Ma alle superiori si fece eleggere rappresentante di classe per ottenere la costruzione di un piccolo campo di calcio nel cortile della scuola.
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Lo scherzo
Arriva a Napoli nell’estate del 2014, chiamato direttamente al telefono da Benitez. Troppa gloria per un ragazzo che non si era mai considerato un top player, al punto che a cena in un ristorante con amici, risponde alla chiamata dall’Italia ma dopo una manciata di secondi interrompe la comunicazione. Non poteva credere che dall’altra parte fosse realmente Sir Rafa e, pensando allo scherzo di un amico, chiuse il cellulare. Benitez lo voleva a Napoli a tutti i costi e lo richiamò altre due volte prima di riuscire a convincerlo dell’autenticità della telefonata.
il papà operaio, la madre cameriera
«Viva, viva ‘o Senegal», cantava Pino Daniele nel 1991, l’anno in cui Kalidou Koulibaly nasceva in una cittadina della Lorena, a pochi chilometri dal Reno e dal confine tedesco. È un déodatien di Saint-Dié-des-Vosges, ventimila abitanti, famosa per i suoi monasteri e santuari. I genitori sono arrivati in Francia, dal Senegal, prima della sua nascita. Il padre faceva l’operaio, la madre serviva ai tavoli in un ristorante. I suoi amici sono prevalentemente africani, soprattutto algerini e senegalesi, ieri sera ha festeggiato via skipe anche con loro.
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