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    LA MADRINA, PARTE TERZA - LADY COPPOLA: “APPARTENGO ALLA GENERAZIONE IN CUI IL RUOLO DELLA MOGLIE È QUELLO DI SOSTENERE IL MARITO NELLA CARRIERA E ALLEVARE I FIGLI”. INVECE A 81 ANNI LA MOGLIE DI FRANCIS E MADRE DI SOFIA ROMPE GLI SCHEMI ED ESORDISCE ALLA REGIA. “PARIGI PUO’ ATTENDERE” SARA’ PRESENTATO AL BIOGRAFILM FESTIVAL - VIDEO


     
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    Silvia Bizio per la Repubblica

     

    ELEANOR E FRANCIS FORD COPPOLA ELEANOR E FRANCIS FORD COPPOLA

    La famiglia Coppola quasi al completo (padre Francis, moglie Eleanor, figlio Roman con moglie e tre bambini) sbarca a Bologna per presentare al Biografilm Festival il film diretto da Eleanor Coppola, Parigi può attendere, in sala da ieri. È il primo film di Coppola madre che ha seguito il marito documentando le sue imprese cinematografiche in numerosi doc e ora si cimenta, per la prima volta a 81 anni, in un film di fiction, in parte autobiografico, interpretato da Diane Lane e Alec Baldwin.

     

    Lane, moglie sempre al seguito del marito celebre e egoista (Baldwin), affronta da sola un viaggio in macchina con un amico produttore (il francese Arnaud Viard) tra campagne francesi e soste degustative. Abbiamo incontrato Eleanor Coppola a Los Angeles (i Coppola vivono nella Napa Valley, nord California, sede della loro famosa azienda vinicola) prima della partenza per l' Europa e di una vacanza nella casa di famiglia in Basilicata.

    ELEANOR E FRANCIS FORD COPPOLA ELEANOR E FRANCIS FORD COPPOLA

     

    Eleanor, come mai ha aspettato così tanto per girare il suo primo film di fiction?

    «Non ho mai pensato di essere in grado. Ho fatto documentari, sono un' osservatrice naturale, è quello in cui mi sento a mio agio, sono la persona quieta che guarda dall' esterno cercando il momento giusto per fotografare. Ma a un certo punto ho pensato di avere qualcosa da dire anch' io ».

     

    Il film è autobiografico?

    «In parte sì. Ero a Cannes con Francis, avevo il raffreddore e dovevo andare con lui a Budapest.  Arrivata in aeroporto ho detto: è una sciocchezza salire su questo aeroplanino. Mi fanno male le orecchie, forse ho un' infezione, perché non vai tu e io torno in treno a Parigi? L' autista che ci accompagnava ha detto: io vado in macchina a Parigi, perché non viene con me?

     

    francis ford coppola francis ford coppola

    Mi è sembrata una cosa ragionevole, ci sarebbero volute 7 ore di macchina e ho pensato che avrei visto un po' di campagna. Mezz' ora dopo esser partiti ci siamo fermati per il pranzo, un gran pranzo ovviamente. Poi una sosta in hotel. Insomma, ci abbiamo messo due giorni e mezzo per arrivare a Parigi e lui si è divertito a farmi vedere un sacco di posti dove non ero mai stata, a raccontarmi storie.

     

    È stato così divertente che quando l' ho raccontato a una mia amica lei ha detto, "questo è un film che mi piacerebbe vedere". Così mi sono messa a scrivere. Però ci sono voluti sei anni per mettere insieme i soldi per girarlo».

     

    Una lezione di vita anche, quella di rallentare un po'.

    «Già, è proprio quello che mi ha intrigata di più del viaggio: niente routine, niente piani, telefono solo a tratti. Era proprio quel che volevo rappresentare: siamo tutti troppo attaccati ai nostri dispositivi elettronici e non ci fermiamo mai abbastanza per apprezzare il profumo delle rose. Devi nutrire lo spirito ogni tanto, e io lo faccio prendendomi del tempo per me e passeggiando nella natura. Volevo mostrare una donna che vuole cominciare a godersi la vita, ha un marito con i suoi difetti - ma anche il francese ce li ha - e lei deve fare le sue scelte.

    Capisce così che la sua felicità dipende solo da lei: non la troverà scappando con un francese ».

    ELEANOR COPPOLA ELEANOR COPPOLA

     

    Il film mostra anche un grande amore per la cucina...

    «...che io apprezzo molto. Francis è di indole mediterranea, e in casa abbiamo sempre avuto il meglio di vini e formaggi, fanno parte della nostra vita quotidiana. Anzi, nel film ho proprio cercato di rendere il cibo un personaggio con la propria personalità ».

     

    Cosa ha preso come regista dal suo famoso marito?

    «Tutto è grandioso con lui, mentre io sono molto più silenziosa e intima. E mi sono circondata di una squadra di donne nelle posizioni chiave. Nelle Filippine, quando giravamo Apocalypse, ero l' unica donna; nel mio film erano tutte donne, dalla costumista, Milena Canonero, alla scenografa e anche la direttrice della fotografia, che capiva perfettamente il mio senso estetico».

     

    Come avete deciso di trasferirvi nella Napa Valley?

    sofia coppola (2) sofia coppola (2)

    «Quando ci siamo sposati io e Francis abbiamo cominciato subito ad avere figli. Vivevamo a Hollywood, ci siamo guardati intorno e ci siamo resi conto che le famiglie dello spettacolo non sopravvivevano a lungo, e che l' unico modo per farcela era rimanere uniti; l' accordo era che se fossimo stati via di casa per più di due settimane l' intera famiglia ci avrebbe seguito.

     

    Eravamo una famiglia come quella del circo, sempre in giro, una vita che a me, cresciuta a Hungtinton Beach, a sud di Los Angeles, in una cittadina noiosa dove tutto era sempre uguale, piaceva moltissimo. Viaggiare non era la cosa più difficile con Francis. Difficile era lasciare gli amici, i miei progetti d' arte, le cose che volevo fare. Arrivavamo sui set e Francis era tutto eccitato e stimolato con la sua squadra creativa, mentre io seguivo i figli a scuola o facevo la spesa o cucinavo.

     

    È stato un periodo complicato perché lui nutriva il suo spirito e io no. Ma appartengo alla generazione in cui il ruolo della moglie è quello di sostenere il marito nella sua carriera, allevare i suoi figli, avere una casa piacevole. Mio marito si occupava di noi, era una persona interessante, i figli stavano bene, eppure ero depressa. Qual era il problema? Sono anche andata da uno psichiatra che mi ha detto: sei anche tu una persona creativa, devi nutrire la tua fantasia.

    FAMIGLIA COPPOLA AL COMPLETO FAMIGLIA COPPOLA AL COMPLETO

     

    Ma era così difficile conciliare il nostro stile di vita e la mia natura. Napa ci ha dato quella vita, la nostra vita lì è normale e ordinaria, nessuno ci insegue, e io posso fare quello che mi sento come artista. Compreso fare questo film. A 81 anni».

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