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    A CAZZO MA-DURO! BLITZ DEGLI AGENTI A CARACAS, UCCISO IL POLIZIOTTO RIVALE DEL PRESIDENTE VENEZUELANO - NEL GIUGNO DELL'ANNO SCORSO OSCAR PEREZ AVEVA SORVOLATO LA CAPITALE IN ELICOTTERO E LANCIATO GRANATE CONTRO LA CORTE SUPREMA


     
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    Paolo Mastrolilli per la Stampa

     

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    «Siamo feriti, ci stanno sparando addosso. Con noi ci sono dei civili. Abbiamo detto che siamo pronti ad arrenderci, ma non vogliono che ci consegniamo. Vogliono ammazzarci». Sono le ultime parole pronunciate da Oscar Perez, nel drammatico video della sparatoria con le forze di sicurezza venezuelane, che l' ex pilota ha messo su Instagram ieri pomeriggio. Secondo fonti del governo di Caracas citate dalla Cnn, Perez è stato ucciso, nel raid lanciato dal regime per chiudere nel sangue la vicenda più rocambolesca delle proteste contro il presidente Maduro.

     

    oscar perez oscar perez

    Oscar era un poliziotto della scientifica, che il 27 giugno dell' anno scorso si era impossessato di un elicottero della Cicpc per sfidare il governo assediato dalle manifestazioni di piazza. Aveva sorvolato la capitale, lanciando granate contro il Tribunal Supremo de Justicia, che aveva provocato le proteste quando nel marzo aveva cercato di destituire l' Assemblea Nazionale, cioè il Parlamento dove l' opposizione aveva la maggioranza.

     

    La sua azione aveva avuto un grande impatto sulla popolazione, dando l' impressione che una rivolta negli stessi ranghi del regime fosse imminente. Perez era riuscito a sfuggire alla cattura, mentre l' elicottero usato per l' attacco era stato ritrovato qualche giorno dopo. Il collasso del regime però non era avvenuto, nonostante decine di giorni di proteste, in cui erano morte oltre cento persone. Maduro alla fine aveva deciso di sfidare la piazza, convocando le elezioni per una assemblea costituente, che di fatto serviva ad esautorare il Parlamento. Ad agosto, dopo una consultazione denunciata a livello internazionale per i brogli, la costituente era entrata in carica, e a dicembre il successore di Chavez aveva annunciato che i partiti dell' opposizione saranno banditi dalle elezioni presidenziali in programma quest' anno.

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    Il movimento di protesta è stato schiacciato con la violenza e il colpo di mano contro il Parlamento, e nei giorni scorsi uno dei leader degli oppositori, il sindaco di Caracas Antonio Ledezma, è fuggito all' estero. La repressione si è completata ieri con l' attacco a Perez, che lo stesso Maduro aveva accusato di essere un «terrorista».

     

    La polizia e la Guardia bolivariana hanno individuato il suo nascondiglio nella zona di El Junquito, poche miglia a Nord-Est della capitale, e ieri mattina lo hanno attaccato. Quando sono cominciati gli spari, Oscar ha ripreso una serie di video con cui sui social media ha documentato l' aggressione. L' ex pilota ha iniziato dicendo che era sotto assedio, ma non aveva intenzione di combattere. In sottofondo si sentivano gli spari. Quindi, col sangue che gli colava sulla faccia, ha detto che con lui c' erano diversi feriti e civili: «Vogliamo consegnarci, ma non ci permettono di farlo, perché sono decisi ad ammazzarci».

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    Il ministero dell' Interno ha dichiarato che nell' operazione sono rimasti uccisi due poliziotti, mentre cinque ribelli sono stati arrestati. La sorte di Perez non è chiara, ma la Cnn ha detto di aver ricevuto la conferma che è stato ucciso.

    NICOLAS MADURO NICOLAS MADURO

     

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