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    AMERICA FATTA A MAGLIE - PUR AVENDO PERSO LA CAMERA, TRUMP SI AUTOCELEBRA SU TWITTER: ''SE PENSANO DI BUTTARE I SOLDI DEI CONTRIBUENTI IN INDAGINI PARLAMENTARI SU DI NOI, ANCHE NOI POSSIAMO GIOCARE ALLO STESSO GIOCO IN SENATO''. E PROMUOVE NANCY PELOSI PER FAR IMPAZZIRE I RIVALI - MESSAGGIO AI REPUBBLICANI (E DEM) PER IL 2020: QUASI OVUNQUE DOVE IL PRESIDENTE È ANDATO, O DOVE ERA CANDIDATO UN ESPONENTE SCELTO DA LUI, È ANDATA BENE


     
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    Maria Giovanna Maglie per Dagospia

     

    Benedetti tweet!  Chi ha bisogno di una conferenza stampa, che pure Donald Trump terrà nella tarda mattinata di Washington, e che ci accingiamo a seguire per questa rubrica.

    DONALD TRUMP NANCY PELOSI DONALD TRUMP NANCY PELOSI

     

    Il presidente degli Stati Uniti, reduce da un tour de force che suscita invidia in chiunque ricordi che marcia per il 73 anni d'età, deve avere forte la sensazione di aver fatto un gran lavoro, se il colore politico della mappa degli Stati Uniti è ancora rosso in modo schiacciante, nonostante la vittoria dei democratici alla Camera. Ed evidentemente conosceva i rischi alti all'inizio del tour de force, se scrive:

     

    “Those that worked with me in this incredible Midterm Election, embracing certain policies and principles, did very well. Those that did not, say goodbye! Yesterday was such a very Big Win, and all under the pressure of a Nasty and Hostile Media”’

     

    Chi ha lavorato con me in questa incredibile elezione di metà mandato, abbracciando precise politiche e principi, è andato molto bene. A quelli che non lo hanno fatto , Arrivederci! Ieri è stata una grande vittoria e il tutto sotto la pressione di media malevoli e ostili”’.

     

    Ma il tweet è anche e soprattutto la sanzione definitiva del fatto che hanno vinto i candidati scelti da Trump e da lui sponsorizzati, per quanto si possa con 435 posti da rinnovare che sono molto legati a problemi locali e assai più difficili da controllare dei 33 del Senato e dei governatori.

     

    Certo è che quasi ovunque dove il presidente è andato, o dove era candidato un esponente scelto da lui, è andata bene. Quindi e’ confermato l'affermarsi del partito di Trump in sostituzione del vecchio partito repubblicano, una partita che si concluderà nei prossimi due anni.

    mueller trump mueller trump

     

    Poi un po' di storia,  che non guasta visto che tutti sembrano aver dimenticato che cosa  rappresentano di solito quelle elezioni, ovvero un ricambio quasi fisiologico,  e accompagnata da un autoelogio, peraltro scritto da altri, che a Trump viene sempre benissimo

     

    “There’s only been 5 times in the last 105 years that an incumbent President has won seats in the Senate in the off year election. Mr. Trump has magic about him. This guy has magic coming out of his ears. He is an astonishing vote getter & campaigner. The Republicans are.........

     

    ....unbelievably lucky to have him and I’m just awed at how well they’ve done. It’s all the Trump magic - Trump is the magic man. Incredible, he’s got the entire media against him, attacking him every day, and he pulls out these enormous wins.” Ben Stein, “The Capitalist Code”

     

    Due Twitter lunghissimi nei quali tra le tante statistiche delle elezioni biennali si ricorda che il presidente in carica ha guadagnato in 105 anni seggi in Senato solo 5 volte; che le capacità di fare campagna elettorale e trovare voti di Trump hanno qualcosa di magico, tanto più che riesce a farlo avendo l'intera informazione schierata quotidianamente contro di lui.

     

    Congresso americano Congresso americano

    La citazione e’ da Ben Stein, eclettico personaggio del mondo conservatore, avvocato, scrittore, attore, regista, commentatore politico, convertito al trumpismo.

     

    Passiamo ai pizzini, che’ la questione della battaglia sull'agenda legislativa, ora che i democratici hanno recuperato la maggioranza, è aperta. Legiferare o investigare? Provare a intervenire sull'agenda politica o solo a boicottare e bloccare e indebolire la presidenza?

     

    “If the Democrats think they are going to waste Taxpayer Money investigating us at the House level, then we will likewise be forced to consider investigating them for all of the leaks of Classified Information, and much else, at the Senate level. Two can play that game!”

     

    Questo va tradotto per intero.

     

    Se i democratici pensano di sprecare il denaro dei cittadini che pagano le tasse facendo indagini su di noi alla Camera, allora ci obbligheranno a considerare come investigare loro per tutti I leaks, soffiate, di informazioni che avrebbero dovuto restare riservate, classified, e molto di più, al Senato. È un giochino che si può fare dalle due parti.

     

    murales muro con il messico murales muro con il messico

    Di qui deriva l'ultimo Tweet che potete considerare come prova ulteriore dell' arte del negoziato nella quale il presidente si considera maestro insuperato, o più perfidamente un avviso ai molti tra i democratici che vedono l'anziana leader come fumo negli occhi

     

    “In all fairness, Nancy Pelosi deserves to be chosen Speaker of the House by the Democrats. If they give her a hard time, perhaps we will add some Republican votes. She has earned this great honor”.

     

    In totale correttezza, Nancy Pelosi merita di essere scelta come Speaker della Camera dai democratici, e se la trattano male, magari ci aggiungeremo qualche voto repubblicano Se l'è meritato questo grande onore.

     

    Molto interessante immaginare il tono della telefonata che Trump si è premurato di accompagnare al tweet, felicitandosi con la Pelosi.

     

    Che è una che ha promesso di crocifiggere da speaker della Camera il presidente, bloccandolo praticamente su tutto, dalle tasse al muro col Messico, all'inchiesta Russia Gate, che veniva fino a ieri data per moritura per assenza di qualsiasi carburante. Ma e’ da li che parte’ l tentativo  di aprire un processo di impeachment, peraltro destinato ad abortire, visto che è il Senato che deve decidere poi di istruirlo, celebrarlo con un'accusa e una difesa, il giudice più anziano della Corte Suprema come presidente, infine due terzi del Senato per votarlo.

     

    kavanaugh kavanaugh

    Non lo fate, non vi mettete a investigare invece di legiferare, implora i democratici vincitori alla Camera dalle colonne di Fox News un vecchio esponente del partito, l'ex governatore della Pennsylvania e sindaco di Fiiladelphia, Ed Rendell.

     

    Spiega che sarebbe una grande perdita di tempo e di energia, che sono già cose investigate da Robert Mueller, e che anche su altre questioni deve davvero valerne la pena. Invita i colleghi democratici a superare l'atmosfera di partigianeria che avvelena Washington e utilizzare l'opportunità per tentare di fare approvare una legge di grande impatto sulle infrastrutture e un'altra di riforma complessiva dell'immigrazione. Come dire, piantatela con i confini aperti e l'ingresso per tutti,  o speranze per il 2020 non ce ne sono.

    Pazienza, conclude, se due leggi così, approvate al Senato col voto dei repubblicani, verranno usate da Donald Trump come se fossero una vittoria sua. Ne sarà valsa comunque la pena.

     

    Ma il discorso del saggio ex governatore non sembra destinato a trovare orecchie attente nei prossimi due anni.

     

    Eppure ragioni a suo favore, più in generale a favore della ragionevolezza, ce ne sono molte, ne cito una sola.

    JOE MANCHIN JOE MANCHIN

     

    Al Senato i repubblicani alla fine dovrebbero aver guadagnato ben 4 seggi, passando da una maggioranza in continuo bilico e rischio di 51 a 49, con la necessità di tenere in allerta il vicepresidente Pence, che faceva da bilancia, a 54 o 55 voti.

     

    Certamente li ha aiutati la contingenza storica, perché avevano soltanto 8 seggi da rinnovare in questa tornata mentre i democratici ne avevano 25. Ma tra loro ce l'ha fatta ad essere rieletto proprio quel Senatore che ha scelto di non votare alla fine contro la nomina a giudice della Corte Suprema di Brett Kavanaugh, Joe Manchin. Questa decisione gli era costata critiche feroci dei colleghi, evidentemente non degli elettori.

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