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    E IL GOVERNO RENZI E' SALVO - COME DAGO-RIVELATO, CON L'ACCORDO SCHIFANI-ZANDA, AZZOLLINI SFANGA L'ARRESTO - IL PD DÀ LIBERTÀ DI COSCIENZA SUL VOTO CHE DECIDE LA SORTE DEL SENATORE NCD, ACCUSATO DI BANCAROTTA E ASSOCIAZIONE A DELINQUERE - PEZZOPANE: 'LA VICENDA È DAVVERO TRASH, ALLA LINO BANFI'


     
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    1. AZZOLLINI: COMINCIATA SEDUTA, STEFANO INTEGRA RELAZIONE

    SCHIFANI E AZZOLLINI SCHIFANI E AZZOLLINI

     (ANSA) - Cominciato nell'aula del Senato l'esame del caso Azzollini. L'Assemblea dei senatori dovrà pronunciarsi sulla proposta della Giunta per le Immunità di Palazzo Madama di dire sì agli arresti domiciliari per il senatore di Ncd Antonio Azzollini accusato di vari reati, tra cui la bancarotta fraudolenta e l'associazione a delinquere, nell'ambito dell'inchiesta sul crac della casa di cura Divina Provvidenza. Il presidente della Giunta Dario Stefano sta integrando la sua relazione.

     

     

    2. AZZOLLINI, CRESCE IL PARTITO DEL NO ALL’ARRESTO

    Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera

     

    ANTONIO AZZOLLINI EX SINDACO DI MOLFETTA ANTONIO AZZOLLINI EX SINDACO DI MOLFETTA

    Il capogruppo democratico in Senato Luigi Zanda invita i suoi a «votare secondo il proprio convincimento». Formula non molto distante dalla libertà di coscienza. E così questa mattina, alle 9.30, l’Aula del Senato, stando ai rumors, potrebbe dire no alla richiesta della Procura di Trani di arrestare il senatore ncd Antonio Azzollini. Ad agevolare il no potrebbe essere il voto segreto, che verrà chiesto dai senatori (ne bastano venti).

     

    L’aria è cambiata rapidamente negli ultimi giorni e si sono fatte sempre più insistenti le voci di un salvataggio di Azzollini, che ribalterebbe il voto favorevole all’arresto espresso dalla Giunta per le Immunità presieduta da Dario Stefano (Sel). Zanda, nella lettera ai suoi senatori, ricorda che «il nostro voto non ha come oggetto la valutazione delle eventuali responsabilità penali del senatore Antonio Azzollini ma, esclusivamente, la sussistenza o meno del fumus persecutionis». E oltre al voto secondo «il proprio convincimento», invita a valutare la decisione assunta dalla giunta per le immunità.

    stefania pezzopane simone colaiuta stefania pezzopane simone colaiuta

     

    Azzolini è accusato nell’inchiesta per il crac della casa di cura Divina Provvidenza. Già coinvolto nell’inchiesta sulla maxi-truffa per il porto di Molfetta, il senatore è accusato, tra l’altro, di bancarotta fraudolenta, associazione a delinquere e induzione indebita.

     

    Nelle fila di Area popolare e degli azzurri si dà per scontato il no alla richiesta d’arresto del presidente della Commissione Bilancio. Un eventuale sì non dovrebbe avere ripercussioni politiche gravi sul governo. Ma un no potrebbe mettere in imbarazzo il segretario e presidente del Consiglio, provocando la reazione della minoranza. Anche perché a breve, forse già oggi, la Giunta dovrà pronunciarsi su un altro senatore di Ncd Giovanni Bilardi, coinvolto nelle «spese pazze» della regione Calabria.

    luigi zanda anna finocchiario luigi zanda anna finocchiario

     

    Nei giorni scorsi gli umori del gruppo pd erano divisi. E non pochi ammettevano a mezza bocca che l’inchiesta «non sta in piedi». Stefania Pezzopane (Pd) era perplessa: «Ho visto l’inchiesta, mamma mia. La richiesta d’arresto mi pare davvero pesante e il pericolo di reiterazione non mi sembra che ci sia. La vicenda è davvero trash, alla Lino Banfi». L’orientamento iniziale, di votare contro il fumus persecutionis, potrebbe essere cambiato. Anche perché è crescente l’insofferenza verso quella che viene considerata un’ingerenza della magistratura verso la politica. E anche il centrodestra è spaccato.

    FELICE CASSON FELICE CASSON

     

    Nella minoranza pd, Felice Casson, spera che si vada all’arresto: «L’ordinanza era lineare e fatta bene ed è stata confermata dal tribunale del riesame. Non c’è fumus persecutionis, nella maniera più assoluta. Del resto, se è intervenuto il tribunale del Riesame, chi è il persecutore? Non solo il pm, ma anche tre giudici di una città diversa. Non mi pare sensato». Casson è contrario anche al voto segreto: «Ognuno dovrebbe avere il coraggio delle proprie idee. Ma i magistrati stanno sempre più antipatici ai politici, è un clima che non mi sorprende».

     

     

     

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